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In Paradiso

Meriti i complimenti più sinceri,
sei il secondo mortal, dopo Alighieri,
ad arrivar da vivo in paradiso.
Ti accoglie con il suo dolce sorriso

colei che fu per te la prima fiamma,
anche se al primo approccio disse: “Smamma!”
“Benvenuto! Sarò la tua Beatrice,
la guida che ti vuol fare felice.

Se mi segui nei cieli illuminati,
io ti presenterò santi e beati
ed al suon di una dolce melodia
conoscerai la vergine Maria”.

Incominci la visita guidata
e zampettando dietro la tua amata
arrivi, lieto per la tua fortuna,
al primo cielo, quello della Luna.

Poi va al ciel di Mercurio la diletta,
mentre in quello di Venere ti aspetta
la gioia di saper che è degli Amanti.
Qui vorresti coprir di baci, e tanti,

l’amore che per mano ti conduce,
ma così intensa, ahimé, splende la luce
e così tanti sono i santi intorno,
che non riesci a combinare un corno.

Luci e fiammelle sono in ogni dove
e un canto celestial dal cielo piove.
Arrivi al ciel del Sole, dei Sapienti
e un languorin di fame adesso senti,

ma la fanciulla corre, corre ancora
al ciel di Marte, quello ove dimora
la schiera dei beati Militanti.
Avresti molta sete, ma va avanti

la tua Beatrice fino al ciel di Giove,
il sesto cielo celestiale dove
sei circondato dal ploton dei Giusti.
Li guardi bene e quasi ti disgusti

perché fra loro vedi Costantino
che per la croce fece un gran casino.
Vorresti un po’ appartarti e far l’amore,
vorresti soddisfare il tuo languore,

vorresti bere, fare la pipì,
camminar meno e prendere un taxì,
ma, innervosito e sempre taciturno,
arrivi fino al cielo di Saturno,

il cielo dove stanno i Contemplanti.
Sempre ti son più fastidiosi i canti
e troppo risplendente appar la luce,
ma, spietata, la guida ti conduce

al cielo detto delle Stelle fisse.
Vorresti proprio che tutto finisse,
ma ci son Pietro, Jacopo e Giovanni,
tre santi che ti aumentano gli affanni

poiché ciascun dei tre un esam ti fa
su Fede, su Speranza e Carità.
Superati gli esami, trovi Adamo.
Vorresti dirgli: “Bravo! Se viviamo

in questo immondo schifo d’esistenza,
lo dobbiamo alla tua disobbedienza!“
Ma la fanciulla, ahimé senza pietà,
il tempo di parlargli non ti dà

e col suo far piuttosto birichino
ti porta al nono cielo, il Cristallino.
Non ne puoi più, sei stanco di salire,
vorresti solo un letto per dormire,

ma adesso c’è l’Empireo che ti aspetta.
Ad un tratto scompar la tua diletta
che si sottrae al tuo voglioso sguardo,
affidandoti al vecchio San Bernardo

che ti mostra la gran Rosa celeste.
Nel mezzo c’è una luce che ti investe,
la luce della vergine Maria
che dei beati è in lieta compagnia.

Maria ti dà la sua benedizione
per prepararti all’ultima visione.
La luce si fa sempre più abbagliante,
il canto si alza sempre più assordante.

E nel momento in cui guardare Dio
la nostalgia del tuo luogo natio
ti fa scappare a gran velocità.
Ti butti a capofitto e arrivi là

da dove sei partito disperato.
Meglio vivere in terra da incazzato
che su nel paradiso troppo austero.
E te ne torni alla casella 0.

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