Sua Maestà Pinocchio I

“Larghe intese o vado via”. Napolitano avverte le Camere.
Durissimo discorso di insediamento: “Siete irresponsabili”.
(la Repubblica, 23 aprile 2013)
50 sfumature di inciucio. Re Giorgio prova con Letta.
(il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2013)
Il timbro di Napolitano: “E’ un governo politico”. Il Colle garantisce sull’intesa tra destra, sinistra e centro.
(il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2013)
Legge elettorale, Letta studia il decreto. Rispunta di nuovo il Super Porcellum.
Possibile blitz già a novembre. Stallo nella maggioranza.
(la Repubblica, 12 novembre 2013)
Legge elettorale, la grande paralisi.
(la Repubblica, 13 novembre 2013)
L’altolà di Renzi al proporzionale: “Ci condanna alle larghe intese”. Pdl e M5S bocciano il doppio turno.
Napolitano: non si getti la spugna. Ma ora è paralisi.
(ibidem)
Salta il blitz per il Super Porcellum. “Qualcuno vuole un ritorno al passato”.
(ibidem)

Sua Maestà Pinocchio I

Esordì, quando rieletto,
con un gran destro, diretto
a colpire, dritto al mento,
un inetto Parlamento.

“Omissioni in quantità,
irrespònsabilità,
guasti, contrapposizioni,
tatticismi, esitazioni

han segnato il vostro fare.
Resto per farvi cambiare
questa strada vergognosa.
Chi non cambia, chi non osa,

chi nel Parlamento dorme
senza fare le riforme
e la legge elettorale
dell’Italia vuole il male.

Ormai più che ottuagenario
salirò questo Calvario
con le mie residue forze,
ma, se fate le scamorze

proseguendo lo sfacelo
e ignorando il mio vangelo,
ne trarrò le conclusioni!”
Battiman, plausi, ovazioni

dalla banda dei falliti:
“Larghe intese? Tutti uniti,
questa è l’ora del riscatto!”
“Presidente, soddisfatto?

Da sei mesi il suo governo
ha un bandito come perno
che utilizza Letta Enrico
come la foglia di fico

che ne cela le brutture.
Ogni giorno le fratture
si fan sempre più evidenti,
nonostante i consulenti

che Lei tiene al suo servizio
per sfuggire al precipizio!
Siamo i soli nel creato
ad avere un condannato

che un paese tiene in scacco.
Quest’Italia è ormai bivacco
di ploton di malfattori,
di affaristi, di evasori

che la portano in rovina.
E il momento si avvicina.
La ripresa è una menzogna,
non esiste, Lei la sogna.

La porcata elettorale
resta ancora tale e quale,
quella che sei mesi fa
condannò senza pietà.

Chiaro appar che il Parlamento
d’ogni suo suggerimento
bellamente se ne frega,
fra un litigio ed una bega,

fra un rimando e un’amnesia,
fra uno stop per avaria
e un ricatto del bandito,
fra un belato ed un ruggito.

Presidente, a questo punto
il momento sembra giunto
di proporle una domanda,
timida, educata, blanda:

“Si ricorda quel che ha detto
a quel Parlamento inetto
che non sol non è cambiato,
ma è di molto peggiorato?

“O cambiate o me ne vado!”
Presidente, è in mezzo al guado:
o davvero se ne va
o è bugiardo in tarda età!”

blog MicroMega, 15 novembre 2013

Quid, pugnali e baciapile

L’assalto delle colombe Pdl. “Pieni poteri ad Alfano e poi espulsione dei falchi”.
(la Repubblica, 3 ottobre 2013)
Letta punta sul patto con Alfano. “Berlusconi è fuori, senza ministri, così andiamo avanti fino al 2015”.
(ibidem)
Napolitano: la fermezza ha vinto, scenario in movimento.
(ibidem)
Dal coniglio mannaro a Letta, torna tra perfidie e segreti, la sapienza democristiana.
(ibidem)
Letta continua, fiducia farsa sulle macerie di Silvio.
(il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2013)
Alfano tira fuori il quid e prova a prendersi il Pdl.
(ibidem)
Letta vince, per ora. Ma il Pd non fa festa: B. è ancora lì.
(ibidem)

Quid, pugnali e baciapile

Letta, è il giorno della gloria!
La magnifica vittoria
vien lodata da Sua Altezza:
“Con gran serietà e fermezza

ha convinto il Parlamento
e con lui mi complimento!
E’ stupendo il suo programma
poiché pone fine a un dramma

grazie alla stabilità
e a un po’ più di povertà!”,
gongola l’uomo del Colle
che ha ottenuto quel che volle:

un governo a larghe intese
senza più quel vecchio arnese
che per anni ha sostenuto
con presidenziale fiuto.

Letta, infatti, è stato bravo:
ha proposto a Alfano schiavo
di scambiare un po’ di quid
con un tradimento speed.

E lo schiavo ha detto sì!,
raccogliendo in pochi dì
un po’ di voltagabbana.
E’ una maggioranza strana

nella quale i personaggi,
ieri noti per gli oltraggi
pieni di rancore e fiele,
oggi sono latte e miele.

Formigoni, il superego,
ora dice grazie e prego.
Giovanardi, l’oltranzista,
parla come un pacifista

e il polemico Cicchitto
ora è un piduista zitto.
Tutto merito di Letta
che la solita ricetta

ha di nuovo cucinato
alla Camera e al Senato.
Con sapienza democrista
e il pugnal fuor della vista,

soporifero, gentile,
tutto in grigio, il baciapile
parlò con la nenia antica,
carezzevole, pudica,

da conventi ed abbazie,
da cenobi e da badie.
Parlò il giovane statista
con la voce da sacrista

le question nebulizzando,
i problemi triturando
e tornando ad un passato
con il senso dello Stato,

grazie ai meriti di Alcide.
Alla fin Monti sorride,
pregustando un grande Centro
con i democristi dentro,

prelevati , anime belle,
dal Pd e dal Pdl.
Per non dire di Fioroni
che già sogna due scissioni

con la neo Dc che sbanca
chi sta a dritta e chi sta a manca.
Grazie a Letta e al suo compare
non ci resta che sperare

ciascun prenda la sua strada.
Perderemo, mal che vada,
col Pd di rosso tinto?
Ma quand’è che abbiamo vinto?

blog MicroMega, 4 ottobre 2013

Accanimento terapeutico

Le notizie del giorno sono sempre le stesse.
(il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2013)

Accanimento terapeutico

Se i giornal sfogli su e giù,
la notizia non c’è più.
Passa un giorno, un altro passa,
ma è la solita melassa:

l’Imu che va eliminata.
L’Iva che non va aumentata.
Saccomanni che si ingegna.
Il Pd che è cosa indegna:

c’è chi vuol capo Matteo,
chi vuol fargli marameo,
chi, un po’ fuori di cotenna,
nei dì pari lo depenna

e nei dispari lo invoca.
C’è la Ue che con noi gioca:
un dì i soldi ci concede,
l’altro indietro ce li chiede.

Tutti i giorni Sua Onestà
chiede l’agibilità
e minaccia Enrico Letta
sempre più premier macchietta.

Tutti i giorni i pidiellini
fanno un mucchio di casini
tra chi vuole Forza Italia
con la Santanché per balia

e chi non ne vuol sapere.
Tutti cercan di vedere
chi gli salva la cadrega:
le colombe o quella strega?

Tutti i giorni Umberto Bossi
sembra aver problemi e grossi.
Tutti i dì fra i Cinque Stelle
Grillo sgrida, grazia, espelle.

Ogni giorno il Quirinale
fa una bella paternale.
I quattrin per i partiti
al mattin sono aboliti,

ma alle cinque della sera
di salvarli ancor si spera.
A ogni sole che si affaccia
si discute circa i caccia

F 35 che
son l’amor di Giorgio Re.
Le notizie ogni mattina
sono queste, una dozzina,

mille volte ripetute.
La moral? Non si discute:
“Visto come va il Paese,
il governo a larghe intese,

Giorgio e Letta, il nipotino,
son per noi come il sondino
che ci fa restare in vita
anche a storia ormai finita”.

25 agosto 2013

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