L’amara cura di Nonno Sciagura

Il Presidente fuori ruolo.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2014)
Stato-mafia, la Procura insiste: “Sia ascoltato Napolitano”
(la Repubblica, 18 luglio 2014)
Il raglio del ventaglio.
(il Fatto Quotidiano, 23 luglio 2014)
Editto del Colle. Vietato parlare di autoritarismo.
(ibidem)
Napolitano fuori controllo. Commissaria Senato e Csm.
(il Fatto Quotidiano, 24 luglio 2014)
Ossessione trattativa. Il Colle blocca il Csm sulle nomine in Sicilia.
(ibidem)
Il patto del Nazareno è anche di Re Giorgio.
(il Fatto Quotidiano, 25 luglio 2014)
Il caimano a cena con Francesca si gode la Giustizia nel patto.
L’ex Cavaliere: l’accordo del Nazareno è fatto per questo e per l’Italicum.
(ibidem)

L’amara cura di Nonno Sciagura

Ma fino a quando il boss del Quirinale
della pazienza nostra abuserà?
Ma fino a quando riterrà normale
intervenire con autorità

su ciò che sta facendo il Parlamento?
Nel dì della consegna del ventaglio
col suo presidenziale accanimento
ha ordinato di mettere il guinzaglio

a chi difende la Costituzione
sulla quale giurò più d’un volta.
Affermar che la Boschi e il fanfarone
non ci stanno portando ad una svolta

che dire autoritaria è dire niente,
è una menzogna ignobile ed infame.
I codici cambiar col delinquente,
il qual della Giustizia ha fatto strame

mandando la Nazione alla deriva,
come vorrebbe il timonier del Colle
con Berlusconi sempre in trattativa,
sembra un progetto quanto meno folle.

Parlan del patto arcan del Nazareno
sottoscritto da Renzi e dal caimano,
ma pare esista un patto ben più osceno
fra Silvio, il guitto e Re Napolitano:

il Patto di Rinascita di Gelli,
con dittatura della maggioranza,
un ducetto al comando a far macelli
e la democrazia che va in vacanza.

Chi si stupisce è corto di memoria.
Non ricorda che l’uomo al Quirinale
di Bettino falsificò la storia,
chiamandolo statista eccezionale

trattato con severità e durezza.
Si scorda che parlando di Almirante
in un convegno ha detto con saggezza
che il personaggio fu molto zelante

nel gran rispetto per le Istituzioni.
Non tenne conto, nel parlar di lui,
che fu un fascista, e di quelli buoni,
superattivo in tempi molto bui

con Mussolini e leggi sulla razza.
Non si ricorda che Napolitano
da lungo tempo con Silvio intrallazza
dalle prigion tenendolo lontano.

Non si ricorda della trattativa
fra Stato e mafia né di quel Mancino
il qual sovente al cellulare ardiva
richiedere di Giorgio un aiutino

per l’accusa di falso testimone.
Aiuto che è arrivato puntuale
tirando alla Giustizia un bel bidone.
Non solo, intercettato col sodale

volle distrutti i nastri Giorgio Re
con altra infame offesa alla Giustizia.
Chi si stupisce non ricorda che
della condanna di Silvio alla notizia

il tribunal fu invaso dai suoi fan
e, come niente fosse, il Presidente
al Colle detta udienza l’indoman
a una delegazion del delinquente.

Chi si stupisce si è dimenticato
che al fine di evitare le elezioni
Napolitano il popolo ha fregato
scegliendo i professor della Bocconi

che non hanno risolto alcun problema,
come poi Letta e il guitto fiorentino.
E’ tempo di lanciare un anatema:
“Dal Quirinal cacciamo l’inquilino

se vogliamo por fine ai nostri guai!
Pur se il peggior di tutti sarà eletto,
peggiore non sarà, mai e poi mai,
dell’antidemocratico nonnetto”.

blog MicroMega, 25 luglio 2014

Il piccolo tiranno fiorentino

Arcore sedotta dal “nemico”. Anche Pier Silvio confessa: “Tifo per Matteo, durerà 20 anni”.
(la Repubblica, 3 luglio 2014)
Democrazia autoritaria.
(il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2014)
L’economista Marco Vitale. Una assemblea costituente contro il progetto piduista.
(il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2014)
Via libera al nuovo Senato. Renzi: “Basta tabù, si cambia. Io autoritario? Mi fa ridere”.
(la Repubblica, 11 luglio 2014)
Il giurista Massimo Villone. “E’ una bestemmia alla Costituzione”.
(il Fatto Quotidiano, 11 luglio 2014)
Gustavo Zagrebelsky. “Gentile Boschi, le vostre riforme sono autoritarie”.
(il Fatto Quotidiano, 13 luglio 2014)
Piduisti a loro insaputa.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2014)
Stefano Rodotà. “Avremo un governo padrone del sistema costituzionale”.
(ibidem)

Il piccolo tiranno fiorentino

Riduttivo è il parlar d’eredità,
il guitto fiorentin, per quel che dice,
per quello che promette e quel che fa,
è il Cavalier, dai piedi alla cervice.

Le tecniche d’azion sono le stesse:
stregare i creduloni con i sogni,
abbindolarli al suon delle promesse,
far finta di risolverne i bisogni,

il tutto per il bene del Paese.
In realtà la ragione non è quella,
ma il superego di un briccon palese
che nostro salvatore si gabella.

I credulon non stanno solo a dritta
come avvenne per Silvio Berlusconi.
Stan pure a manca e danno, in mandria fitta,
fiducia al fanfaron dei fanfaroni.

Il quale è bravo assai, questo va detto,
al punto che la gang del Cavaliere
vorrebbe avere il fiorentin ducetto
di Forza Italia come timoniere.

Gli disse Berlusconi: “Mi assomigli”
ad Arcore nei giorni dei preludi.
E lo apprezzano alcuni dei suoi figli.
Piace a Marina e a suo fratello Dudi:

“Dopo papà, mi sembra sia il più bravo
e spero metta fine ai tempi bui.
Io per quello che fa non solo sbavo,
ma con tutto il mio cuor tifo per lui!”

Piace a Barbara: “Vuol cambiar le cose,
da lui mi sentirei rappresentata”.
Piace a Francesca che al caimano impose,
ad elezion primaria conquistata,

una chiamata per i complimenti.
Renzi non piace solo ai famigliari,
piace pure ad amici e conoscenti
che con il Cavaliere fanno affari.

Doris: “Io faccio il tifo per Matteo”.
Confalonieri: “E’ un Silvio giovinetto”.
Lo assumerebbe al vol Dell’Utri, il reo.
Sandro Bondi: “Con lui feeling perfetto!”

Piace a Briatore che lo vuol votare.
Per Signorini, il direttor di Chi,
alla pancia di tutti sa parlare.
E Lele Mora infin lo definì:

“Uno strafico molto seducente
e con viso ch’è molto sensuale”.
Mentre si accinge tutta questa gente
a salir, nel tripudio generale,

sopra il carro del fiorentin portento
che verso un alto precipizio avanza,
nel Paese si annuncia il lieto evento:
la dittatura della maggioranza.

Poiché portano a questo le riforme
frutto del patto con il piduista,
dei moniti da un Colle che non dorme
e della consulenza di un leghista

che per le sue porcate è a tutti noto.
Il Piano di rinascita di Gelli
con Matteo Renzi si è rimesso in moto
e la democrazia farà a brandelli.

Non sarà né un Benito né un Baffone
né un Hitler né un Peron con la sua Evita,
ma avremo, grazie al tosco fanfarone,
la dittatura della ribollita.

blog MicroMega, 15 luglio 2014

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