Blatero, ergo sum

Renzi e l’irresistibile tentazione di rottamare anche il premier.
Dalla vittoria al Comune di Firenze alla sostituzione di Letta, fino allo scontro con Conte. La rapida carriera politica dell’ex leader Pd è un’alternanza di fare e disfare.
(la Repubblica, 15 febbraio 2020)
La condanna a rottamare.
(ibidem)
Air Force, si indaga per truffa. Le lettere sulla “fretta” di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 19 febbraio 2020)

Blatero, ergo sum

Già agli esordi fu ben chiaro
che era un gran peracottaro.
Il campion dei fanfaroni
lanciò i primi lampi e tuoni

già pensando d’esser Giove
nel lontan duemilanove.
Corse allora il tosco prenze
come sindaco a Firenze

superando le primarie
grazie a truppe mercenarie
ingaggiate da Verdini:
del Berlusca i soldatini.

In final poi il Cavaliere
gli immolò Galli ex portiere
in politica sfigato
contro il qual Renzi ha trionfato.

Da quel dì fu una sequenza
di deliri di potenza,
di politiche follie,
di avventate strategie,

di sconfitte, di sbandate,
di vittorie enfatizzate,
di minacce e tradimenti,
di proclami e di lamenti,

di promesse disattese
e di guai per il Paese.
Fu Bersani il suo calvario
nella corsa a segretario,

poi su Cuperlo trionfò
ed in vetta si piazzò.
Disse a Letta: “Stai sereno!”
ed in un battibaleno

coi favor di Giorgio Re
diventò il nuovo premier
infiammando le platee.
Fu un trionfo alle europee,

“Le riforme? Una al mese!”,
per il culo tutti prese
e inciuciando con Alfano,
con il povero caimano

condannato alla galera,
iniziò una nuova era.
Viaggi in tutti i continenti,
vertici con i potenti,

amicizia con Obama,
mezza Italia che lo acclama,
aeroplan presidenziale
che, costato un capitale,

sta in un hangar con la muffa
e un’indagine per truffa,
superego smisurato,
nepotismo illimitato,

slogan e rottamazione,
lanciafiamme a chi si oppone,
bluff, leopolde, acrobazie
e… montagne di bugie.

Folle legge elettorale,
orror costituzionale
con un referendum che
volle fatto su di sé:

“Se lo perdo me ne vado
e ritorno nel contado.
Se la mia campana suona
Io rinuncio alla poltrona!”

Era una renziana balla,
perse ma rimase a galla
pilotando Gentiloni
fino al flop delle elezioni.

Finalmente se ne andrà…
Niente affatto, eccolo là
che da Fazio detta legge
a un Pd sempre più gregge

di smarrite pecorelle:
“Giammai con i Cinque Stelle!
Coi pop corn da sgranocchiare
li guardiamo governare

per goder del final botto”.
E l’Italia? “Me ne fotto!”
Al Papeete col mojito,
il costume e le infradito

si sgonfiò il pallon padano
ed il golden boy toscano
sentenziò senza vergogna:
“Coi grillini andar bisogna!”

Zingaretti disse Sì!
e…Matteo lasciò il Pd.
Vuol più visibilità
e il Pd non gliela dà,

vuol far l’uom solo al comando
del padan fin più nefando.
Bye bye alla comitiva
e si inventa Italia viva

con una trombata che
dal quaranta della Ue
e il diciotto del Pd
lo proietta in questi dì

a un trionfal quattro per cento.
Che dir d’un tal elemento?
Quando al voto un giorno andran
gli elettori gli diran

quel che dice agli avversari
con i suoi toschi frasari:
“Ti facciam hahare il lesso!”
Nelle brache, neanche al cesso.

blog MicroMega, 20 febbraio 2020

Il messia con lo smartphone

Matteo, uno, nessuno e (forse) un milione di voti.
(il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2013)
Il trionfo di Renzi: cambio subito il Pd.
(la Repubblica, 9 dicembre 2013)
Renzi, un ciclone da tre milioni. “Adesso sono il vostro Capitano e il tempo degli inciuci è finito”.
(ibidem)
“Oggi è il nostro punto di partenza, tagliamo un miliardo alla politica”.
(ibidem)
Trionfa Renzi, battuti Letta e il Colle.
(il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2013)
Legge elettorale, Renzi contro Alfano: “Non accetto veti da nessuno”.
(la Repubblica, 13 dicembre 2013)
Legge elettorale, Renzi sfida Alfano: “Subito, ma non a colpi di maggioranza”.
(la Repubblica, 19 dicembre 2013)
Lavoro, ecco il piano di Renzi.
(la Repubblica, 22 dicembre 2013)
Ok degli industriali al piano Renzi. Apertura della Cisl, la Cgil dice no: “E’ solo una minestra riscaldata”.
(la Repubblica, 23 dicembre 2013)

Il messia con lo smartphone

Quest’anno è giunto prima di Natale
il messia che fa lieti gli italiani,
Matteo Renzi, campion multimediale
di bla bla, tal che vale due caimani.

Vincente dalla più tenera età,
cominciò fra i boy scout a far carriera
e da allora nessun lo fermerà.
Alla tivù da Mike vinse una sera

quarantotto milion di vecchie lire.
Poi da politico democristiano
fra i popolari cominciò a salire,
come sale al decollo un aeroplano.

Partito da sfigato portaborse,
coordinator fu della Margherita.
Alle primarie provinciali corse
e a mani basse vinse la partita

per far della Provimcia il presidente.
Le primarie per governar Firenze
poco dopo stravinse nuovamente,
causando a Galli gravi sofferenze

da sindaco vincendo le elezioni.
I suoi fedeli ovunque sistemò,
pronto a cacciarli via con due calcioni
come solo un ducetto fare può,

lasciandoli sedotti e abbandonati.
Disinvolto sui suoi finanziamenti,
quelli pubblici ha sempre deprecati,
di tutti i tesorieri fra i lamenti.

La poltrona di sindaco non basta,
pertanto Renzi, sempre più ambizioso,
scese in campo all’attacco della casta
per essere premièr e, baldanzoso,

sfidò Bersani per il premierato.
Sconfitto Renzi, al Pd andò male,
vinse alla Camera, perse al Senato,
mesto avviandosi al funerale.

Il cipollino Renzi, l’ebetino,
\ copyright Grillo, scese dal Calvario
e subito riprese a far casino
per fare il candidato segretario.

Fra un fiorir di battute manigolde
e una pioggia di slogan guastafeste,
fra una ricca sequenza di Leopolde
e una rottamazion di tante teste,

Renzi venne segretario incoronato
da quasi tre milioni di votanti.
L’uomo dallo smartphòne incorporato
se non a tutti , fa paura a tanti.

“la legge elettoral va presto fatta
anche con Beppe Grillo e Berlusconi.
Coi sindacati il mio Pd non tratta
ed io son già d’accordo coi padroni.

L’indulto e l’amnistia non si faranno.
La legge Bossi-Fini sparirà.
Le coppie d’ogni tipo presto avranno
un contratto che le proteggerà.

La casta perderà un miliardo almeno.
Finanziamento pubblico abolito.
Stop al Senato in un battibaleno.
Ed agli inciuci: No!, guardate il dito!”

Non si sa se sian balle o cose vere,
certo che sembra tanto a Berlusconi
quando, per evitare le galere,
scese in campo arringando i creduloni.

Con quel che dice la stabilità
non sembra più una valida ricetta
ed il popolo presto voterà
per dir: “Bye, bye!” al nipotino Letta.

Quel che è certo è che al Re partenopeo,
per timor che l’azion si faccia seria.
piacerebbe spedir Renzi Matteo
dove Stalin spediva: in Siberia!

l’Universale, 13 gennaio 2014

Top