Nove correnti per nuovi sfracelli

Pd, da Delrio a Guerini ecco la nuova corrente dei “catto-renziani”
(la Repubblica, 20 febbraio 2015)
Nel Pd arrivano anche i “renziani ortodossi”.
(la Repubblica, 21 febbraio 2015)
“Un’anticorrente perché non vogliamo una nuova Balena bianca”.
(ibidem)
Graziano Delrio. “Nessuna umiliazione del Parlamento, vedremo fra un anno chi avrà avuto ragione”.
(la Repubblica, 22 febbraio 2015)
L’ultima di Matteo. Più correnti per tutti.
(il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2015)

Nove correnti per nuovi sfracelli

Con Renzi tutto cambia nel partito
e soffia l’aria del rinnovamento,
il brutto del passato è ormai finito
pur se a sinistra c’è qualche lamento.

Ma questo è solo quello che si dice
e ben diversa appare la realtà
per chi non guarda solo la cornice,
ma attento studia ciò che dentro sta.

Tira un’aria balorda nel Pd
poiché è luogo di spifferi e correnti:
anche se in molti dicon sempre sì
son fra di loro tutti concorrenti.

Qui l’Area riformista di Speranza,
là i Turchi giovani di Matteo Orfini,
lì con Sinistra dem Cuperlo avanza,
qua l’Area dem di Dario Franceschini.

Ecco la Bindi con i suoi bindiani,
ecco Bersani con D’Attorre e Zoggia,
ecco Civati che coi civatiani
la sua impotenza smisurata sfoggia.

Gli amici più fedeli del ducetto
nel veder tutto questo movimento
la situazione prendono di petto
e preparano il loro schieramento.

Poiché in troppi si voglion far vedere
nel dubbio che Matteo di lor si scordi,
pur loro si dividono in due schiere
democristianamente non concordi.

Catto-renziani con Matteo Richetti,
Delrio e Guerini, vicesegretario
e Renziani ortodossi, i suoi diletti
del giglio magico ormai leggendario.

Monna Boschi, Francesco Bonifazi
e Luca Lotti, detto il Lampadina,
un che al lavoro negli oscuri spazi
al trafficon zio Letta si avvicina.

Ma le correnti son vecchio difetto
di quel Pd che il fiorentin detesta
e allora va azzerato ogni sospetto
che anche oggidì qualche corrente resta.

Spiega Delrio, assai scandalizzato:
“Conta il pensiero, non l’appartenenza,
noi nessuna corrente abbiam creato,
ma un luogo aperto ad ogni competenza,

spazio leggero per la riflessione
ed il raccordo con la società”.
Anche Richetti dà la sua versione:
“Una corrente? Che malignità!

Democratico spazio chiameremo
l’anticorrente che nasce doman
ed in competizione mai saremo
con nessun altro gruppo di renzian”.

Sono i soliti giochi di parole
nei qual son forti tutti i democristi,
menzogne chiamale, chiamale fole
di una congrega di falsi statisti.

Ne abbiam sentite tante nel passato
che il solo ricordarle ormai ci stanca:
è chiaro che con il Messia osannato
è ritornata la Balena bianca!

blog MicroMega, 2 marzo 2015

Laus Deo, è arrivato un moroteo!

L’antisiciliano che ama i silenzi, Mattarella riscatta la politica sofferta.
(la Repubblica, 31 gennaio 2015)
Mattarella sfonda il quorum, ecco il nuovo Presidente.
“Penso a chi è in difficoltà”, poi va alla Fosse Ardeatine.
(la Repubblica, 1 febbraio 2015)
Messa a S. Andrea e radici conciliari, E Assisi tifa per lui. “I poveri nel cuore”.
(ibidem)
Napolitano lo accoglie. “Torno al Quirinale per un abbraccio e qualche consiglio”.
(ibidem)
La resa degli ex comunisti. “Non contiamo più nulla”.
(il Fatto Quotidiano, 1 febbraio 2015)
Riusciranno i nostri eroi a trovare il terzo fratello?
(ibidem)

Laus Deo, è arrivato un moroteo!

Un democristo sal sull’Alto Colle,
a lungo conservato sotto vuoto,
e nelle strade sciamano le folle
di leccaculi con la lingua in moto.

Appare grigio il mite personaggio,
grigia è la panda che lo porta a spasso,
grigia è la vita nell’eremitaggio,
Consulta, Chiesa e profilo basso.

Per il suo stile sobrio e francescano,
tale che sembra quasi un fraticello,
il solitario e muto siciliano
da alcuni vien chiamato Martirello.

Ma quando spunta la Balena bianca
ringiovanita di trent’anni e più
al guitto fiorentino ben s’abbranca
sussurrando: “Lodato sia Gesù!”

Il rosso del Pd, già nato stinto,
diventa bianco come la Balena,
i democristi hanno ormai stravinto
ed i compagni escono di scena.

Ora che Mattarella è giunto in vetta
la beatificazione è già partita,
ognun ne fa una biografia perfetta
e sul suo carro affretta la salita.

Perché di Sergio tutto sembri bello,
candido, puro, casto, adamantino
nessun parla di Antonio suo fratello
che par abbia un passato birichino.

Di Sergio parlan tutti i quotidiani,
la barista, il condomino, il barbiere,
le beghine, rosario tra le mani,
il parroco, il collega ed il portiere,

la monaca che il selfie con lui fa.
Sappiamo che è di pasto assai frugale,
pizzetta o toast gli danno sazietà
e per bevanda un’acqua minerale.

La domenica messa e comunione
e tutti i giorni la passeggiatina,
è un moroteo dalle gambe buone,
è un cattocomunista che cammina.

E’ attento, buono d’animo, pacato,
fenicio siciliano, cauto, schivo,
prudente, razionale, moderato,
metodico, studioso, riflessivo.

Lo dicon fil di ferro, schiena dritta,
uno che sui principi non transige,
un prete laico con la faccia afflitta,
un santo in carne e non solo in effige.

Per dimostrare quanto sia perfetto
l’han detto erede di Napolitano,
un Giorgio Re cattolico, l’han detto,
un Hombre vertical, detto in ispano.

La conclusione? E’ chiara, scava scava,
ci piove addosso l’ultimo sbeffeggio
e arriva la conferma che mancava:
davvero non c’è mai la fine al peggio.

blog MicroMega, 3 febbraio 2015

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