Maledette primarie!

Il trionfo di Renzi: cambio subito il Pd.
(la Repubblica, 9 dicembre 2013)
Trionfa Renzi. Battuti Letta e il Colle.
(il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2013)
“Matteo non mi vuole nelle Europee? Mi occupo di ciò che mi pare, non decide lui”.
D’Alema rintuzza il sindaco.
(la Repubblica, 14 dicembre 2013)
Accordo con il condannato.
(il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2014)
Irriducibili, Pd pronto alla battaglia. Bersani: rispetto per la nostra gente.
Fassina attacca: mi sono vergognato per Berlusconi al Nazareno.
(la Repubblica, 20 gennaio 2014)
Cuperlo lascia, si spacca il Pd.
(la Repubblica, 22 gennaio 2014)
Ciao Cuperlo, Renzi avvisa: “Senza riforma addio legislatura”.
(il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2014)
Riforme, Letta sfida Renzi: “No alle liste bloccate, ora una legge sul conflitto di interessi”.
(la Repubblica, 24 gennaio 2014)

Maledette primarie!

La légittimazion delle primarie
portò sempre gran sfiga ai vincitori.
Per moda ritenute necessarie
per offrire al Pd tempi migliori,

non han mai dato alcuna garanzia
al vincitor di un vivere normale
senza che dalla infida compagnia
spuntasse, prima o poi, qualche pugnale.

La prima vittima fu Mortadella,
la seconda Veltroni l’africano,
Bersani il terzo fu a cader di sella
ed ora è il turno del Matteo toscano.

Ha un sacco di nemici il fiorentino.
Intanto Letta il quale, per la strizza
di rimanere senza cadreghino,
con la bava alla bocca scende in lizza.

Visto l’accordo Renzi-Berlusconi,
che eterno amore par si sian promessi,
interviene col ruggito dei leoni:
“Affrontiamo il conflitto d’interessi!”,

col chiaro scopo che il caiman s’incazzi
e rinunci all’accordo con Matteo.
Un bluff che può capir perfino Razzi.
E’ vano ricordare al fariseo

che fingon di affrontarlo da vent’anni,
promettendo in campagna elettorale
un altolà di Mediaset ai danni
con marcia indietro certa e puntuale.

L’han promesso Rutelli, Mortadella
con Bersani, Violante e quel D’Alema
il qual fu in seguito così brighella
da dir su Mediaset la frase scema:

“E’ un patrimonio dell’umanità!”
Anche i sinistri Cuperlo e Fassina
a Renzi voglion dare l’altolà
dicendogli: “Il rimpasto si avvicina.

Per comandare partecipa al governo
e con la merda sporcati le mani.
Non basta criticare dall’esterno,
come vuoi fare tu coi tuoi renziani”.

Rottamatore del rottamatore
vuol esser poi Baffin D’Alema il quale,
già vittima dell’Unto del Signore,
sa rottamar di lingua e di pugnale.

Ma il suo peggior nemico il buon Matteo
lo può veder guardandosi allo specchio:
chi stringe un patto col ben noto reo
prima o poi se ne pente e pur parecchio.

La sfiga da primarie gli verrà
non già da un traditore che cospiri,
ma da se stesso quando scoprirà
che trattare con Silvio è un harakiri.

Per la conferma chiedere a D’Alema,
per la certezza chiedere a Veltroni:
fidarsi del caimano è, ahimè, il sistema
per fare la figura dei coglioni.

blog MicroMega, 31 gennaio 2014

La disfida Renzi-Letta

Il Pd si divide sul caso Cancellieri. Renzi punta alle dimissioni.
(la Repubblica, 15 novembre 2013)
Cancellieri “corazzata”, Colle e Letta la blindano.
(la Repubblica, 16 novembre 2013)
Renzi: “Cancellieri si dimetta”.
(la Repubblica, 18 novembre 2013)
Renzi conquista il Pd.
(il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2013)
Parte il duello tra Renzi e Matteo, due eredi della Balena Bianca, nella lunga corsa alla premiership.
(la Repubblica, 20 novembre 2013)
Renzi rompe la tregua con Letta. “Dal 9 cambia l’agenda di governo”.
(la Repubblica, 21 novembre 2013)
Renzi alza la pressione su Letta. “Segua il mio Pd o ci arrabbiamo”. Il premier: ma io ora sono più forte.
(la Repubblica, 23 novembre 2013)
Renzi: “Dal 9 subito riforme o governo finish”.
(la Repubblica, 26 novembre 2013)
Renzi, le condizioni a Letta: “Fai come diciamo noi o finish”.
(il Fatto Quotidiano, 26 novembre 2013)

La disfida Renzi-Letta

L’uno par San Sebastiano,
dei ministri scudo umano
col divieto a far la pelle
a chi è autor di marachelle:

né a Angelin che inerte sbraca
nel lasciar che la kazaka
sia rapita con la figlia.
Né all’amica di famiglia

pronta a criticar gli arresti
degli adamantin Ligresti.
Impossibile attaccarli
e, ancor meno, sfiduciarli.

Piovon frecce acuminate,
ma finiscon conficcate
nel torace del premier
messo lì da Giorgio Re

che, anzianotto, si trastulla
solo se non cambia nulla.
L’altro è il tipo che rottama
e, da quarantenne, brama

farsi un posto nella vita.
D’ambizion quasi infinita,
corre come Segretario
di un partito immaginario

che nessun sa dove sia…
In realtà una gran bugia
dice il Sindaco perché
diventar vuole premier,

in ardita concorrenza
con Enrico, Sua Impotenza.
Da perfetto fiorentino
ogni giorno fa casino

su problem che han sbigottito
quella specie di partito:
proscrizion del criminale,
Imu, legge elettorale,

Shalabàyeva, amnistia,
Cancellieri Anna Maria.
L’uom che vigila sul Colle
ogni giorno d’ira bolle

ma, da buon burattinaio,
salva Enrico da ogni guaio.
Letta e Renzi, democristi,
sono ipocriti mai visti

che si scambiano fendenti
con sorrisi a trenta denti.
Dice Renzi: “Tifo Enrico!”
“Di Matteo son grande amico!”,

gli risponde Enrico Letta
che ha il terror della staffetta.
Oggidì senza timone,
Renzi è solo un fanfarone

che le spara molto grosse,
mentre Letta fa le mosse
che gli impone il suo nonnino.
Ma da quando il fiorentino

avrà vinto le primarie
saran lotte leggendarie.
Rivedrà forse la gente
il partito inesistente

e il sovran partenopeo
tornerà a fare Morfeo.
Se fa Renzi ciò che dice,
il doman, se non felice

da suonare la grancassa,
sarà senza la melassa
che ci avvolge e ci imprigiona.
Se poi Renzi non funziona,

per chi fede in lui non ha
non sarà un novità.
Il Pd ci ha abituati
a una vita da incazzati.

blog MicroMega, 26 novembre 2013

Renzi, il caimino

Renzi: “Persi 20 anni, ora cambiamo”. E boccia amnistia e indulto: un errore.
Pd, parte la sfida: “Il governo va avanti, se fa”. Finocchiaro nel mirino.
(la Repubblica, 13 ottobre 2013)
“E’ da un anno che io sto con il sindaco, ma per D’Alema l’affetto resta intatto”.
Latorre: lo so che dicono che sono un infiltrato dell’ex premier, ma i fatti smentiranno la diceria.
(ibidem)
E la rete prende in giro gli slogan alla rovescia e la “freccia” del sindaco.
(ibidem)
Renzi, no a Letta e al Colle. “L’amnistia è un autogol”. L’ex rottamatore inizia le primarie da Bari.
“Presenteremo una proposta sulla legge elettorale. Sosteniamo il governo se fa le cose”. Quirinale irritato.
(il Fatto Quotidiano, 13 ottobre 2013)

Renzi, il caimino

Alla Fiera del Levante
Matteo Renzi, scoppiettante,
tutto in grigio e con cravatta,
con fatica si arrabatta

a non attaccare Letta,
ma la semplice frasetta
”Se il governo fa, va avanti”
sembra proprio che lo schianti

poiché Enrico, a quanto pare,
tanto avanti non sa andare.
Con stil tardoveltroniano
tra un boy-scout e Celentano,

con toscano bla, bla, bla
e allettante vacuità,
il brillante giovinotto
tira fuori il nuovo motto

ch’è “L’Italia cambia verso”,
lamentando il tempo perso
dai futuri rottamati
nei vent’anni ormai passati.

“Son crollati voti e iscritti,
o cambiamo o siamo fritti!”
Con l’Europa se la prende,
e con le due leggi orrende

Bossi-Fini e Giovanardi
e a Re Giorgio spiega: “Guardi
che l’indulto e l’amnistia
son la stessa anomalia

di chi segna un’autorete,
poiché a tutti insegnerete,
se in galera non si sta,
che non c’è legalità”.

“Il Porcellum va cambiato,
ma togliamolo al Senato
dove, con la Finocchiaro,
ben sicuro sta al riparo.

Basta con le larghe intese!
Per il bene del paese
senza la turpe alleanza
torneremo all’alternanza

che l’orrendo inciucio svelle!
Noi sarem le sentinelle
di un sistema bipolare
che l’Italia può salvare!”

“Consultando gli insegnanti,
da domani andremo avanti,
cominciando dalla scuola”.
Mentre i fan fanno la ola,

ecco l’ultimo schitarro:
“Molti spingeranno il carro,
ma nessun vi salirà.
Basta coi quaraquaquà!”

Troppa grazia, Sant’Antonio!
Renzi par proprio un demonio
nell’offrir con furberia
la fasulla mercanzia!

Nessun dubbio che Matteo,
sceso in campo nel torneo,
sia campione di mendacio.
“Oggi è come il primo bacio,

tanto per incominciare…
Poi saprem continuare!”
Ma poi guardi le sue fiamme
e ti vien da dire: “Jamme!”,

velocissimo scappando:
son Latorre con Burlando
e con Boccia l’ex lettiano.
Renzi è un piccolo caimano!

blog MicroMega, 14 ottobre 2013

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