Il mostro di Loch Ness

C’è chi trama. Verdini e la sua corte al bar: seggi, villette, cornetti.
(il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2015)
Senato, Verdini è un problema del Pd. Renzi: “Non è il mostro di Loch Ness”.
Ma Speranza: “Smetta di amoreggiare con lui”.
(la Repubblica, 3 ottobre 2015)
Curriculum. Il casellario giudiziale di Loch Ness.
Denis fra un tribunale e l’altro: un “mostro” per cinque processi.
(il Fatto Quotidiano, 6 ottobre 2015)

Il mostro di Loch Ness

Perché mai tanto stupore
nel veder che il Mentitore
se la intende con Verdini?
Che i due toschi birichini,

all’unisono in azione
contro la Costituzione
e un Senato in via di sfratto,
sono ormai coppia di fatto?

Questa tresca è vecchia assai:
il campion dei parolai,
giunto all’Università,
lavorava per papà,

di giornal distributore.
Così Denis, l’editore
del Corriere fiorentino,
lo trovò sul suo cammino

e di lui si innamorò.
Da marpione ne apprezzò
il carattere guascone
e il cianciar da fanfarone

e furbon matricolato.
Pur se Renzi era schierato
contro Silvio, destro Sire,
fu capace di capire

il progetto di Matteo:
arrivare all’apogeo,
pronto a tutto per lo scopo.
Lealtà e bene vengon dopo.

E da allora lo aiutò:
al caiman lo presentò
come un giovane colosso
che non può vedere il rosso..

Quando corse come Prenze
al Comune di Firenze
lo aiutò nelle primarie
con le truppe mercenarie

di berlusconian ferventi
per far fuori i concorrenti.
Poi, nel balzo al cadreghino,
per far sì che il Berluschino

ci posasse il suo sedere,
nominò Galli, il portiere,
del Berlusca candidato:
in politica sfigato,

nullità di Forza Italia,
col carisma di una balia
e la forza di un pigmeo.
Fu un trionfo per Matteo!

Lo scortò nella scalata:
dalla bieca pugnalata
al collega Enrico Letta
alla arguta barzelletta

di un governo di successo.
Dal vil nazareno amplesso
col fantasma del caimano
all’amore cesariano

per un uom solo al comando
che ha il programma abominando
di distruggere la Carta
e per questo corre in quarta

per abbattere il Senato.
Fu così che un imputato
per concorso in corruzione,
delinquente associazione

di una banda galeotta,
fraudolenta bancarotta,
truffa semplice e aggravata,
portò a Renzi una brigata

di migranti senatori
della Carta traditori.
Lo scout dice: “Non è un mostro,
anzi, dà una mano al nostro

Belpaese che lo ammalia!
Denis fa bene all’Italia!”
Forse un mostro non lo è,
ma si può ben dire che

non è il caso di andar fieri.
I Costituenti veri
son diversi da Verdini,
Monna Boschi, Renzi e affini.

blog MicroMega, 7 ottobre 2015

Mala lex, sed lex

Governo diviso sulla giustizia, stop alle norme anticorruzione, lite sul falso in bilancio e prescrizione.
(la Repubblica, 5 marzo 2015)
L’altolà di Palazzo Chigi ad Alfano: “Non può mettersi di traverso”.
E Grasso critica la maggioranza: “Sembra la tela di Penelope”.
(ibidem)
No al Daspo anti-corrotti. Il Pd smentisce Renzi. In Senato Dem e Fi bocciano l’emendamento M5S con la norma promessa più volte dal premier e sulla prescrizione la maggioranza si spacca.
(il Fatto Quotidiano, 5 marzo 2015)
Corruzione, Angelino si stende sui binari.
Il mini-partito di Alfano spara su prescrizione, intercettazioni e falso in bilancio. L’obiettivo è quello di stoppare tutto, in cambio promette fedeltà su Italicum e riforma del Senato.
(il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2015)

Mala lex, sed lex

“Adesso riformiamo la Giustizia!”
Quante volte l’ha detto il parolaio
che da un anno ripete la notizia
e più che un premier sembra un pifferaio?

Lo conferma sui quotidiani Orlando,
guardasigilli con maturità:
“L’importante riforma sta arrivando!”,
ma il giorno dopo marcia indietro fa.

Le linee guida giungono in agosto:
“La mettiamo sul web, noi siamo aperti
e non facciamo nulla di nascosto.
Sta per due mesi al vaglio degli esperti”.

Per tutte le riforme sbandierate
dagli esperti han richiesto contributi,
ma poi neppur le virgole han cambiate
e degli esperti se ne son fottuti.

Passa il tempo, la legge perde slancio:
si discute sull’anti corruzione,
sul problema del falso nel bilancio,
sulla durata della prescrizione.

Per i corrotti quanto di galera?
Spinge il Pd per una lunga pena
poiché nel No! dell’alleato spera
per far bella figura, tutta scena.

Il No! di Alfano arriva puntuale
e tutto ricomincia dall’inizio.
Il falso nel bilancio è abituale
da quando Silvio ha consentito il vizio.

E’ tempo di punirlo in tutta fretta,
ma tante simpatie ancor raccoglie
ed ognuno propon la sua ricetta:
“Con soglie percentuali!” “Niente soglie!”

“Con soglie fisse!”e poi di nuovo “Senza!”.
S’innalzano e s’abbassano le pene
a seconda del team di appartenenza.
“Sì, le intercettazioni vanno bene!”

“Neanche per sogno, noi non le vogliamo!”
Qualcun le proporrà nei dì festivi,
qualcun dirà: “D’inverno le facciamo!”
E un altro: “Solo nei tre mesi estivi!”.

Idem succede per la prescrizione:
la vorrebbero tutti lesta assai,
poiché a nessuno piace la prigione,
ed infatti nessuno ci va mai…,

ma nel Pd, di fronte agli elettori
è ben far finta di volerla lunga,
purché in fretta Angelino venga fuori,
anche a nom del Signor del bunga bunga,

col dir: “La prescrizione non si tocca,
la legge di Cirielli vale ancora!”
Ed una volta in più tutto si blocca
e la grande riforma va in malora.

Che fare per calmare gli elettori?
Renzi e Alfano si son solo guardati:
invece di punire i malfattori
fanno una legge contro i magistrati.

L’accordo lo si trova in un momento.
Ciò che a Silvio in vent’anni non riuscì
riesce in fretta al giovane talento:
onore a Matteo Renzi ed al Pd!

blog MicroMega, 9 marzo 2015

Casella zero

Angelino Alfano. “L’articolo 18 va abolito entro la fine di agosto, è solo un totem anni 70.
Servono atti straordinari.
(la Repubblica, 11 agosto 2014)
Alfano fa il Tavecchio: “Spiagge, basta vu cumprà!”
(il Fatto Quotidiano, 12 agosto 2014)
Aule a pezzi. “I soldi promessi dal governo? Mai visti”.
(ibidem)
Caro Renzi, l’Italia va disincagliata dalle secche della crisi.
(la Repubblica, 13 agosto 2014)
Expo, il ministro apre al trasloco dei Bronzi. “Deciderà un pool di super esperti”.
(la Repubblica, 18 agosto 2014)
Pensioni nel mirino, ma salve sotto i 2000 euro.
(ibidem)

Casella zero

Per evasion fiscal siam terzi al mondo,
peggio di noi sol Messico e Turchia,
grazie a uno Stato sempre tremebondo
nel curare la grave malattia.

Per libertà di stampa siam finiti
terzultimi in Europa, nientemeno,
nonché nel mondo con Burkina e Haiti.
Il suolo consumiamo senza freno,

ben più del doppio della media Ue,
mentre non investiam nella cultura,
dell’Europa i più avari di dané.
Quarantatre per cento è addirittura

la disoccupazione giovanile,
della Germania cinque volte tanto.
La fuga dei cervelli è in grande stile
e nessun mostra il minimo rimpianto

per quanto abbiamo speso in formazione.
Per la ricerca siamo sotto zero
e le Università fan compassione.
Le imprese son bottin dello straniero

che vien dal Medioriente, dalla Cina,
dal Sudamerica, dalla Corea.
Per corruzion l’Italia è birichina
e dei peggiori abbiamo la nomea

con Bulgaria, Namibia, Grecia e Ruanda
e sessanta miliardi sgraffignati.
L’ingiustizia sociale è ormai nefanda
e dei politici si son stufati

metà italian che al voto fan cucù.
La crescita del Pil è un’illusione,
è il debito che sal sempre di più
come fa la fiscale imposizione.

La crisi dell’Italia sembra tale
che servirebbero riforme vere
e non la truffa costituzionale
concordata fra Renzi e il Cavaliere.

Se son riforme questo neo Senato,
una nuova porcata calderola,
l’eterno inciucio col pregiudicato,
e una falsa elemosina alla scuola,

se son riforme quella alla Giustizia,
fatta sotto il ricatto del caimano
e le cazzate dette con dovizia
dal morto che cammina, Angelo Alfano,

se son riforme i tagli ai pensionati,
gli ottanta euro con un pagherò,
la presa per il cul degli esodati
e i bronzi di Riace per l’Expo,

nell’eterno italian gioco dell’oca
grazie al toscano ciarlatan nocchiero
che solo a ciance le riforme invoca,
siam ripiombati alla casella zero!

19 agosto 2014

Nota. Il sito di MicroMega è in vacanza

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