La voce del padrone

Pliiiss to my frend”, il gran “tiater” di Renzi sulla Cnn.
(il Fatto Quotidiano, 17 marzo 2020)
Corona virus. Renzi controcorrente: apriamo, col virus bisogna convivere.
(Avvenire, 28 marzo 2020)
Quoziente zero.
(il Fatto Quotidiano, 29 marzo 2020)

La voce del padrone

Parlar male dell’Italia?
E’ una cosa che lo ammalia.
Parlar male del governo?
Con gran gioia e grande scherno.

Parlar male del premier?
E’ più dolce di un bignè.
Giorni fa alla Cnn
col suo inglese non indenne

mise in guardia il mondo intero:
“Se l’Italia è un cimitero
è il governo che ha sbagliato
ed ha sottovalutato

questo virus sconosciuto,
troppo tempo si è perduto!
Se non fate i nostri errori
riuscirete a starne fuori.”

Il toscan grillo parlante
col suo ego tracotante
e i suoi sfoghi fanfaroni
ha stancato i giornaloni

che lo fanno stare zitto.
Angosciato, il tosco guitto
si è rivolto con ardire
nientemen che all’Avvenire

il qual con pietà cristiana
veramente sovrumana
ha lanciato Renzi in scena:
“Basta con la quarantena

o la vita n’è sconvolta
ed arriva una rivolta,
canti e suoni sui balconi
diverran presto forconi

con la speme trasformata
in protesta disperata!”
Dei padroni il servitore
blatera senza pudore:

“Basta braccia al sen conserte,
Pasqua con fabbriche aperte
e una gran scossa fiscale
per il lucro padronale!

Dopo Pasqua stop agli ozi!
Tutto deve aprir: negozi,
bar, parrocchie, ristoranti
e una manna di contanti

giunga a pioggia a chi n’è senza.
Mutui? C’è la Provvidenza
come per bollette e tasse”.
E se ancora non bastasse:

“Scuole aperte il quattro maggio!
E’ il momento del coraggio,
non della burocrazia.
Moduli e permessi: via!

Meno certificazioni
e per tutti più tamponi,
una punturina al dito
e il controllo è garantito!

Maschere, gradualità
ed il metro che si sa
saran l’assicurazione
contro il virus mascalzone”.

Giungon tal pareri accorti
col feral record dei morti,
mille, in cerca di una tomba
mentre a cazzo ciancia il Bomba.

Più che il Bomba questo è un bamba
e un dottore molto in gamba
serve al baldo giovanotto.
“Pronto, hello, 118?”

blog MicroMega, 2 aprile 2020

Lo Schettino del Quirinale

Napolitano: “Non si vota nel 2014, bisogna prima fare le riforme. Valuterò se posso restare al mio posto”.
(la Repubblica, 17 dicembre 2013)
Il sindaco gela la cerimonia del Colle, sedia in nona fila e fuga prima del buffet.
(ibidem)
Napolitano minaccia: O si fa come dico io o lascio il Quirinale.
Tutti al Colle per la cerimonia degli auguri natalizi. Il presidente dà l’aut aut al nemico delle larghe intese. Renzi non partecipa al brindisi e se ne va senza salutare.
(il Fatto Quotidiano, 17 dicembre 2013)

Lo Schettino del Quirinale

Tutta la casta è andata al Quirinale,
come da tradizion consolidata,
per lo scambio degli auguri di Natale
col Presidente. Cambian anno e data

ma la musica par sempre la stessa.
Re Giorgio biascica il suo vangelo
come un prevosto quando dice messa
ed a tutti fa pelo e contropelo.

L’altr’anno disse: “Non ritornerò
poiché fa male alla Costituzione
ripetere il mandato. Non si può!
E in più son stanco: me ne vo’ in pensione!”

Poi Giorgio non è stato di parola:
sarà che a non far nulla ci si annoia,
sarà che Clìo, povera figliola,
ad averlo per casa, sai che gioia!

Saran le immunità presidenziali
che in tempi di processi mafia-Stato
lo fan dormire ben fra due guanciali,
fatto sta che Re Giorgio è ritornato.

Proclama: “Poiché tutti mi han voluto!”
E gli italian, che sono creduloni,
come bambini ingenui gli han creduto,
come a Babbo Natale ed ai suoi doni.

Ma pose condizioni molto chiare:
“Governo dell’inciucio a larghe intese.
La legge elettorale da cambiare.
Riforme per il bene del Paese,

anche violando la Costituzione
con scorciatoie e con ploton di saggi.
Fingere di far salva la Nazione
a suon di norme Ue, trucchi e miraggi.

Ma, soprattutto, boicottare Grillo!”
Poi chiuse il suo intervento in modo netto
il Presidente, col final sigillo:
“O fate tutto questo o mi dimetto!”

I mesi sono corsi via veloci:
non c’è ancora la legge elettorale,
le larghe intese hanno meno soci,
le riforme son messe molto male,

il popolo è più povero di prima,
c’è meno Grillo sì, ma coi forconi
ed un boy scout che non sarà una cima,
ma nelle ruote mette già i bastoni.

Mentre traballa la stabilità,
Letta, detto premier palle d’acciaio,
con i suoi quotidiani bla, bla, bla
continua a pestar acqua nel mortaio.

Ma lo Schettino che dall’alto Colle
dà le istruzioni al timoniere inetto
vuol che continui questa corsa folle
verso lo scoglio…”Avanti o mi dimetto!”

Se, incatenato al trono al Quirinale,
Napolitano manda agli italian
questi splendidi auguri di Natale,
è meglio assai far festa al Ramadan!

blog MicroMega, 23 dicembre 2013

Stabilità da cimitero

Il trionfo di Renzi: cambio subito il Pd.
(la Repubblica, 9 dicembre 2013)
Trionfo Renzi. Battuti Letta e il Colle.
(il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2013)
Renzi: cambio io la legge elettorale.
(la Repubblica, 10 dicembre 2013)
La carica della “generazione Erasmus”, età media 36 anni, donne in maggioranza.
(ibidem)
Forconi in piazza: scontri e blocchi in tutta Italia.
(ibidem)
Renzi: “Ora comando io”.
(il Fatto Quotidiano, 10 dicembre 2013
Berlusconi si fa avanti con Grillo: “E’ l’occasione per mandare tutti a casa”.
(la Repubblica, 11 dicembre 2013)
Il vizio dell’8 settembre.
(ibidem)
Assalti a negozi e aziende. Anche B. con i forconi.
(il Fatto Quotidiano, 11 dicembre 2013)
Letta prova a resistere e promette miracoli.
(il Fatto Quotidiano, 12 dicembre 2013)

Stabilità da cimitero

E’ un brutto affare quello dei forconi,
poiché popol chiamare certa gente
è degno sol di Grillo e Berlusconi
in politica coppia dirompente.

Ma è pur vero che sono scesi in piazza
non sol professionisti del casino,
teppa, spacca-vetrine con la mazza
al seguito di qualche leaderino,

ultras del calcio, casa Pound, fascisti,
cobas del latte, vil sobillatori,
ma precari, ambulanti, camionisti,
padroncini, insegnanti, agricoltori,

autisti pubblici, disoccupati,
lavoratori autonomi, studenti,
tutta la massa dei dimenticati
da una politica causa degli stenti,

capace di produrre sol promesse,
alle banche quattrin, lavoro nero,
fiducie sì, ma a malincuor concesse,
tasse, precarietà, sviluppo zero,

senza un domani, senza una speranza.
Riforme, crescita, legalità,
all’evasion fiscal guerra ad oltranza,
alla politica soldi metà,

lavoro ed assai meno diktat Ue
son quanto Enrico Letta ci promette
anche se tutti hanno capito che
del burattin di Giorgio le ricette

sono purtroppo scritte sulla sabbia
e un po’ di vento, ahimè, le fa sparire.
Niente stupor perciò che per la rabbia
arrivino i forconi a impensierire

chi ha portato il Paese a questo punto,
detto stabilità da cimitero.
Ma in questi giorni sulla scena è giunto
Matteo Renzi, il novello condottiero.

Convention, staff, rivoluzione rosa,
eventi cool, start up, innovazione,
giovani, slogan, musica chiassosa
daranno la salvezza alla Nazione.

La legge elettorale è quasi pronta,
i deputati ormai son la metà,
del Senato non resta che l’impronta
e la Merkel si è rassegnata già

a fare quel che vuole il giovinetto.
I posti di lavoro stan crescendo
ed il contratto che firmò il ducetto
a Porta a porta stanno rileggendo.

Non appena si renda necessario
i pani e i pesci moltiplicherà,
per non rischiare spianerà il Calvario
e su Arno e Tevere camminerà.

“Forconi, stop! Adesso c’è Matteo!
Per far casin potete andare al Colle
e se vedete il Re partenopeo
spiegategli che può stare in panciolle!”

l’Universale,  14 dicembre 2013

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