Grillo e il Nonno Costituente

Boldrini “ghigliottina”. M5S occupa Montecitorio.
(il Fatto Quotidiano, 30 gennaio 2014)
Il regalo alle banche di 4,2 miliardi.
(ibidem)
Parlamento, la guerra di Grillo.
(la Repubblica, 31 gennaio 2014)
Insulti sessisti, le deputate denunciano il grillino.
(ibidem)
Il M5S chiede l’impeachment. “Napolitano viola la Costituzione”. Ma il gruppo al Senato si spacca.
(ibidem)
Quell’insulto da Olgettine per le deputate Pd.
(il Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2014)
Grillo, assalto web alla Boldrini.
(la Repubblica, 2 febbraio 2014)
La rete vomita sulla Boldrini.
(il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2014)
Tutti contro Grillo: “Barbarie!”
(la Repubblica, 4 febbraio 2014)
Gli eletti di Grillo annunciano un nuovo ostruzionismo sui prossimi decreti e lasciano la Commissione contro l’ennesima fiducia del governo sullo svuota-carceri.
(il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2014)

Grillo e il Nonno Costituente

Povero Grillo, come si è sbagliato!
Credeva un vaffanculo sufficiente
a migliorare un poco questo Stato,
ma non aveva, ahimè, capito niente.

Si era illuso di lavorare solo
con giovani di buona volontà:
“Usi il pc? Sei candido? Ti arruolo,
e in un amen l’Italia cambierà!”

Credeva che il linguaggio di un buffone
valesse pure fuori dalla scena,
ma il Parlamento è pieno di persone
che son come pagliacci nell’arena.

Credeva di dirigere a bacchetta
la giovane e inesperta compagnia,
come fa coi suoi fan un capo setta,
ma non è questa la democrazia.

Credeva soprattutto che una stalla
si potesse pulir senza sporcarsi,
qua e là volando come una farfalla
che non ne vuol sapere d’immerdarsi.

Considerato alieno dalla casta,
tutti quanti gli son volati addosso
con profusion di “Mai!”, di “Zitto!”, “Basta!”
e col “Bum!”non sentito dal Re rosso.

Prender botte da orbi quotidiane
al suon di “No!” a leggi e emendamenti
richiederebbe uno sforzo immane
per evitare quei comportamenti

che sono quelli che la casta vuole
per farsi, come sempre, i fatti suoi.
Parte l’insulto e, chiaro come il sole,
si scatenano i luridi avvoltoi

che le forme condannano soltanto
per celar le ragion della protesta.
Ed allora sparisce per incanto
la mossa ingannatrice e disonesta

che nel medesimo decreto ha messo
lo stop all’Imu con gli sghei alle banche:
con un man si dà la mancia al fesso,
con l’altra gli si fregan le palanche.

Come avviene per il “vuota-prigioni”:
enfasi sulle furie dei grillini,
silenzio sui banditi e i mascalzoni
che faranno ciao, ciao ai secondini.

Eppure, Grillo offende il Parlamento!
Quello che il boss del Colle e il suo codazzo,
il bocconian ed il pisan talento,
han fatto sì che non servisse a un cazzo,

a colpi di fiducie e di decreti.
Quello che il flirt fra Renzi e Berlusconi,
prodotto dagli inciuci consueti,
ha ridotto a votanti pecoroni.

Da osservatori, certo non da fan,
un grande encomio va concesso a Grillo
per l’impeachment che vuol per il sovran
che, travestito da nonnetto arzillo,

è andato contro la Costituzione.
Questa accusa verrà presto respinta,
ma una domanda per lo men la pone:
“Fino a quando faranno tutti finta

che la Repubblica parlamentare
che i Padri della Patria ci hanno data,
sotto i colpi portati dal compare,
non sia presidenziale diventata?”

La moral della storia è brutta assai.
Beppe Grillo ha sbagliato quasi tutto
ed al futuro voto saran guai,
per la patente di gran farabutto.

Ma ha visto giusto su Napolitano
che all’inizio partì come Morfeo
e alla fine ha fregato ogni italiano,
proprio come un guaglion partenopeo.

blog MicroMega, 8 febbraio 2014

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