Torna piccino mio

Rieccolo, l’Europa riabilita Berlusconi: “Il Ppe sta con lui”.
(il Fatto Quotidiano, 23 gennaio 2018)
Gentiloni si avvita alla poltrona: attacca solo il M5S e si tiene buono B.
(ibidem)
La grazia di Scalfari e il lifting morale di Silvio.
(il Fatto Quotidiano, 24 gennaio 2018)
Ultimo bluff di Renzi e B per salvare l’inciucione.
(il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2018)
Spd e Merkel ormai d’accordo su tutto, resta da trovare un ruolo per Schulz.
(la Repubblica, 7 febbraio 2018)

Torna piccino mio

Berlusconi sta tornando.
Dall’Europa messo al bando
fra irridenti risolini
e severi bollettini,

ora è tutto perdonato.
Che sarà mai capitato?
Una folla di anti Ue
sta spuntando ovunque e, ahimè,

sta rischiando anche l’Italia
che il Pd più non ammalia.
Se l’Europa va a puttane
una cosa sol rimane:

affidarsi a un puttaniere.
Perciò: “Welcome, Cavaliere!”
A Bruxelles dov’è tornato
s’alza un coro sgangherato:

“Lo statista è da lodare
e non da riabilitare!”
“Grazie a Silvio Berlusconi
la miglior delle Nazioni

diverrà l’Italia che
sarà un faro della Ue!”
“Avrà Silvio il nostro appoggio!”
Di leccate ognun fa sfoggio.

Il ritorno del caimano
piace al popolo italiano,
grazie ad un lifting morale
ognun scorda il criminale,

le sentenze, i suoi processi,
i conflitti di interessi,
girotondi, leggi ad hoc,
corna, insulti, amori shock,

i suoi esordi avventurosi,
le amicizie coi mafiosi,
l’inchiavabile culona
diventata santa icona.

I suoi eredi del Pd,
un per cento in meno al dì
grazie al figlio di Tiziano,
sanno che con il caimano

un futuro ancora avranno
e con lui governeranno
senza inciuci e sotterfugi.
La Democrazia trangugi…

Il Pd già nel passato
i programmi ha realizzato
del caiman fatto statista.
Un bel po’ di posti in lista,

rifiutati agli orlandiani,
son per gli ex berlusconiani
e in campagna elettorale
lungo tutto lo stivale

Forza Italia ed il Pd
non si attaccano bensì
fanno sempre a lingua in bocca.
Mattarella si balocca

con l’amato Gentiloni
perché sia con Berlusconi
fonte di stabilità,
quella che trionferà

con la Merkel democrista
e Schulz, falso socialista
alleati nuovamente,
anche in mezzo al continente.

Giunti a questo punto è chiaro
anche all’ultimo somaro
che votar non serve a un cazzo:
è okkupato già il Palazzo

dalle ignominiose schiere.
Lo si fa poiché è un dovere,
per rispetto a chi morì
per ridarci il No e il Sì.

La moral della faccenda
non può essere più orrenda,
ma è la triste verità:
Berlusconi tornerà,

chiunque vinca, chiunque perda.
Noi restiamo nella merda,
popolo senza memoria
né attenzione per la storia.

blog MicroMega, 8 febbraio 2018

Pisapippa

Il capolavoro di Pisapia: sta spaccando Mdp.
(il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2017)
L’aut aut di Giuliano: “Voglio unire. Se non ci riesco farò un passo indietro”.
(la Repubblica, 6 settembre 2017)
Sicilia, il partito di Pisapia indeciso su chi sostenere: quindi non deciderà nulla.
(il Fatto Quotidiano, 6 settembre 2017)
Pisapia è renziano, ma non osa dirlo: la sinistra scoppia.
(ibidem)
Pisapia, il nulla, però presentabile.
(il Fatto Quotidiano, 9 settembre 2017)

Pisapippa

Un politico-tisana,
un Obama all’italiana,
mix fra Kennedy e Mandela,
ogni dì Giuliano svela

d’esser solo un Sor Tentenna
alla caccia della strenna
di far la sinistra unita
che gli sfugge fra le dita.

Primo error che si registra:
creder Renzi di sinistra.
Altro error: lo sian Bersani
con D’Alema e gli altri nani.

Terzo error: Giulian trascura
la sinistra pura e dura,
quella utopica e un po’ illusa
che dai giochi è sempre esclusa.

Quarto errore: quell’abbraccio
che Giuliano senza impaccio
ha concesso, che rovina!,
all’etrusca madonnina.

Ignorando i propri imbrogli
va cercando quadrifogli
nella putrida palude
che ogni sogno ci preclude.

Cambia idea tre volte al giorno,
non due come quelli intorno,
vuol la discontinuità,
ma poi lingua in bocca fa

col boy scout che ha rovinato
tutto quello che ha toccato.
“Con Alfano? E’ innaturale!”
Ma poi: “In caso eccezionale…”,

si arrabatta come può
senza dir né Sì né No.
Tutti sanno che Matteo
per lo men di questo è reo:

ha distrutto il suo partito,
che di già non era un mito,
le sue feste e gli elettori.
Il giornal ne ha fatto fuori.

Ha perduto comunali,
referendum, regionali,
ha gli iscritti dimezzato,
le primarie ha rottamato

per paura del giudizio
di chi vota, un vecchio vizio.
E pertanto Pisapia
con la nobile follia

del politico fallito
su chi sta puntando il dito
per portare all’apogeo
la sinistra? Su Matteo!

Nessun sa la sua opinione
su Jobs act, su immigrazione,
su ricerca e povertà,
scuola ed Università,

su sviluppo e economia,
sull’ambiente e l’energia,
ma sappiam che Renzi è il perno
di ogni prossimo governo

che lui di sinistra chiama.
Pisapia in formato Obama,
in stil Kennedy e Mandela,
è renziano, ma lo cela,

non lo dice, ma si vede.
Forse, essendo in buona fede,
è renzian senza saperlo.
“Pisapia, cippirimerlo!

L’ircocervo che vuoi fare
di sinistra non ci pare.
Noi salpiam per altri porti,
con Matteo nemmeno morti!”

Carlo Cornaglia

blog MicroMega, 14 settembre 2017

Viva gli sposi

Laboratorio Sicilia: Alfano col Pd, la sinistra va da sola.
(il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2017)
Alfano alleato del Pd, l’alt di Mdp. “Con lui seppellito il centro sinistra”.
(la Repubblica, 25 agosto 2017)
Pisapia si smarca: “In Sicilia serve unità!”
(ibidem)
Pisalfano.
(il Fatto Quotidiano, 27 agosto 2017)
Bersaniani irritati. “A settembre serve un chiarimento”.
S’era presentato con lo slogan “Mai con Alfano”, ora Pisapia sponsorizza a Palermo l’accordo coi centristi.
(idem)

Viva gli sposi

Non lo ferma il caldo estremo
di Caronte, Polifemo,
di Lucifero e Vulcano,
Senzaquid Angelo Alfano

sta pensando al suo futuro,
lingua in bocca col figuro
Renzi che tre mesi fa
lo scioccò con l’altolà

sulla legge elettorale
con un far molto brutale:
“Se, ministro più e più volte,
non ha schiere così folte

da saltar lo sbarramento
vuol dir che non è un portento,
non ne dia la colpa a me!”
Passa il tempo e sai com’è…

Renzi ha l’incubo Sicilia
che del voto è alla vigilia:
rischia di arrivare terzo
e sarebbe un brutto scherzo

per chi sogna di tornare
nel Palazzo a comandare.
Angelino dal suo canto
ha un gran male al culo in quanto

gli ha assestato il Cavaliere
un gran calcio nel sedere,
ché Salvini e la Meloni
non lo voglion tra i coglioni.

Quindi Renzi e il prode Alfano,
grazie al voto siciliano
messe insiem le debolezze,
rifaranno le schifezze

che hanno fatto fino a qui
i governi del Pd,
Gentiloni, Renzi e Letta.
Ma di peggio ancor ci aspetta

per i patti concordati:
il vederli coalizzati
nel governo a larghe intese
da far con il vecchio arnese

Berlusconi, ritornato
il caimano del passato.
Mentre l’elettore smamma
attua Renzi il suo programma:

il Pd diventa destra
con Minniti per balestra
per far fuori le Ong
con un gran coro di Sì.

A sinistra sei partiti
ogni dì più disuniti,
ognun va per la sua strada
e alle sue poltrone bada.

La Sinistra come tale
è un miraggio celestiale
che non si concreterà
nemmen nell’eternità.

Mentre il mite Pisapia,
che con estro e fantasia
si propon di federarla,
poco fa ma tanto ciarla.

“Mite son, ma molto accorto,
con Alfano neanche morto!”
disse pochi mesi fa.
Oggi, invece, eccolo qua

a rinfoderare il brando
in accordo con Orlando:
“Con Alfano governiamo,
almen ce lo ricordiamo?”

Un buffetto dà a Speranza,
con Bersani si fidanza,
finge a Alfano un’occhiataccia,
e a Matteo apre le braccia

e lo stringe forte al cuore.
Par più che un federatore
un prevosto col breviario
che ci guida sul Calvario.

blog MicroMega, 29 agosto 2017

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