Il ruggito del coniglio

Il ruggito del coniglio

È un traditor che al suo confronto Giuda
di correttezza e di lealtà trasuda.
È un mentitore tale che Pinocchio
è al suo confronto un limpido marmocchio.

È un demolition man così feroce
da fare d’Attila un Cristo in croce.
È un superego tale che Narciso
par d’avversione per se stesso intriso

ed è cialtrone ad un livello tale
che più di tre Matteo Salvini vale.
In sol due versi si può dire che
Renzi è il peggior che sulla scena c’è.

Ha sussurrato a Letta: “Stai sereno!”
e poi lo ha pugnalato in un baleno.
Ha rottamato quello che ha toccato:
il partito. la scuola, il sindacato,

la giustizia, il governo del Paese.
Ha millantato una riforma al mese
prendendo per il culo i sognatori
ma solo flop ne son venuti fuori.

Se l’è presa con la Costituzione
facendo del Senato un‘abiezione
ma con il referendum su se stesso
lui e la riforma son finiti al cesso.

Ha promesso una pronta dipartita
se una riforma tal fosse fallita
ma la parola non ha mantenuto
ed è tornato ancor più linguacciuto.

“La dittatura della minoranza
non può condizionar la maggioranza!”
ha sentenziato contro i partitini
facendone poi uno men che mini

che tien la maggioranza sotto scacco
come Bettin che fu Ghino di Tacco.
Coi malati che muoiono a plotoni
ce lo troviam di nuovo fra i coglioni

con un solo pensiero nella testa:
al presidente Conte far la festa.
Ripetendosi: “Adesso lo maciullo!”
qualunque scusa è buona per il bullo:

la prescrizion, la cybersicurezza,
il Mes e la task force che è una schifezza,
il ponte sullo stretto di Messina,
dei servizi segreti la manfrina.

Non basta mai, ci vuol qualcosa ancora!
Per mandare il governo alla malora
ritira due ministre e Scalfarotto
al grido di: “Così Conte ti fotto!”

Come sempre la storia si ripete,
anche il bulletto vuole il suo Papeete.
Il Capitano verde ha fatto scuola:
al posto del mojito Coca Cola,

un bamba e due povere plagiate
al posto delle gnocche leopardate
e al posto di un Matteo con le infradito
l’altro Matteo che miagola un ruggito.

18 gennaio 2021

Sic transit gloria mundi

De Gentilonis.
(il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2017)
Non si bullizza così un ex leader.
(il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2017)
Matteo e Paolo, prima crepa. Renziani contro il governo: “Manovra, no a nuove tasse”.
(la Repubblica, 10 febbraio 2017)
Povero Matteo, beffato persino da Sanremo.
(il Fatto Quotidiano, 10 febbraio, 2017)

Sic transit gloria mundi

IL bulletto che tutti bullizzava,
che parlava con grande sicumera,
che per Napoleone si spacciava,
che con un tweet stroncava una carriera,
che una riforma al mese assicurava,
e che di slogan era una miniera,
come lo son di solito i tiranni,
poco tempo durò, men di tre anni,

il referendum ne fermò gli inganni.
L’ultimo inganno è stato Gentiloni
col governo che pose sugli scanni
la confraternita di vil cialtroni
causa con Renzi dei nostri malanni,
peggior dei guai che fece Berlusconi.
Lo scopo aveva di tenere in caldo
il posto per il giovane spavaldo,

pur dopo un referendum maramaldo.
Un governo con data di scadenza,
con premier tutto men che in sella saldo,
che con democristiana competenza
spacciava un vetro verde per smeraldo
con un programma che era una parvenza:
il mezzogiorno, i giovani, il lavoro
e, grazie al ministero del tesoro,

lesto il ritorno nell’età dell’oro.
Poi ben si sa com’è malfatto il mondo:
chi resta un attimo senza sonoro
del palcoscenico finisce in fondo,
si affievolisce delle lodi il coro
ed in breve diventa quasi immondo.
Ogni renzata fu uno strafalcione,
ogni lacchè vuole cambiar padrone

perché non resti il cul senza poltrone.
Le qualità diventano difetti,
un portento diventa un fanfarone,
sulle teste compaiono gli elmetti
ed incomincia la rivoluzione
fra correnti, pugnali e trabocchetti.
Gentiloni si inventa premier vero,
ogni giorno si fa men cimitero

azzardando perfin qualche pensiero.
Franceschini diventa birichino,
Padoan, già con la Ue barricadiero,
adesso si prosterna con l’inchino.
All’improvviso Staino fa il severo
trattando da cafone il fiorentino.
Bersani fino a ier decorativo
diventa tutto a un tratto combattivo

e va cianciando di novello Ulivo.
Calenda, fedelissimo aquilotto,
contro il vecchio padron si fa cattivo
e chiede di votare nel diciotto.
Napolitano il suo papà adottivo
sommerge di cazziate il giovinotto.
La Boschi di Matteo già fior del mazzo
di Gentiloni appoggia il nuovo andazzo

senza provare il minimo imbarazzo.
Orlando, turco giovane ed amico,
arrischia qualche timido intrallazzo
e Cuperlo, veggente saggio antico,
già prende le distanze dal ragazzo.
Per non dir di D’Alema il bolscevico.
Son tanti, ma combattono divisi
e tornerà il Narciso dei Narcisi.

blog MicroMega, 13 febbraio 2017

Fotuttio

Le garanzie di Renzi ad Alfano: “Non cerco altra maggioranza”.
(la Repubblica, 17 febbraio 2014)
Renzi, l’incarico c’è, manca tutto il resto.
(il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2014)
“Legge elettorale e lavoro, farò una riforma al mese”.
(la Repubblica, 18 febbraio 2014)
Renzi: “Governo entro la settimana, sui ministri ho le idee chiare”.
(ibidem)
Chi tratterà con Europa e Merkel? Il futuro di Renzi è appeso al tesoro”.
(il Fatto Quotidiano, 18 febbraio 2014)
Nuove promesse, una riforma al mese.
(ibidem)
Ipotesi Moretti per lo Sviluppo economico. Idea Montezemolo.
(la Repubblica, 19 febbraio 2014)

Fotuttio

Letta non era un fulmine di guerra,
ma sui problem sembrava un buon surfista
e aveva, sì, ministri terra terra,
ma il nonno rosso lo guidava in pista,

tutti elementi adatti a galleggiare
nel morto mar della stabilità,
nella melassa che ci fa invischiare
e paralizza l’operosità.

Il Salvatore arriva all’improvviso,
nella palude annega Enrico Letta,
si presenta col dire: “Son Narciso!”
e comincia a parlare molto in fretta.

“Io son quello che tutti aspettavate,
capace almen di una riforma al mese
e per tutti i problem che prospettate
posseggo ed utilizzo il giusto arnese.

Avete nostalgia del Cavaliere
e volete evitar la sua rovina?
Basta un secondo sol, state a vedere:
“Svegliati Silvio, alzati e cammina!”

Governar con Alfano e coi suoi prodi
è come governar con Berlusconi?
Lasciate fare a me che trovo i modi
per fare un onest’uom di Formigoni,

per trasformare Carlo Giovanardi
in difensore degli omosessuali,
per fare sì che Lupi non si attardi
nel curare gli affari colossali

di Cielle nell’Expo di Milano,
nonché cambiar Schifani, il senatore,
da discusso picciotto siciliano
in biondo montanaro del Cadore.

Al ministero dell’Economia
mando l’amico Denis Bancarotta
e allo Sviluppo quasi in agonia
Mister Luca Cordero che lo fotta.

Quanto al timore per l’Europa austera
che vuol far sì che non c’indebitiamo,
trasformerò la Merkel da pantera
in un Dudù al quale dire t’amo.

Trasformerò il partito del Pd
da ricettacolo di comunisti
in una nuova specie di Dc
piena di ipocriti e di sacristi.

Re Giorgio da sovrano brontolone
diventerà un affabile vecchietto
che mangia con le man pizza e calzone
e invita Beppe Grillo al suo banchetto”.

Il parolaio parla e parla ancora.
“Farò la nuova legge elettorale,
nessuno ci sarà che non lavora,
farò crollare la pression fiscale,

metterò fine alla burocrazia,
darò l’alt al conflitto di interessi,
la scuola sarà il meglio che ci sia,
saranno velocissimi i processi.

Darò una Smart ad ogni cittadino
e, grazie ad Eataly e a Farinetti,
con le posate ed il tovagliolino
ognuno avrà bistecche da sei etti.

Lo ius soli farò per i bambini
insieme ai Pacs ed al biotestamento,
la Kienge sposerà Matteo Salvini
e il popolo padan sarà contento.

Lasciate fare a me che me ne intendo:
senza neppur cambiar la maggioranza
farò finir questo periodo orrendo
e avrete donne, vin, soldi e vacanza.

Vi ricordate Silvio Berlusconi?
Ebbene, io sarò meglio del caimano!”
Sognano come sempre i creduloni,
suona la sveglia…e han male al deretano!

blog MicroMega, 19 febbraio 2014

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