Leopolda viva

La Leopolda e la firma del contratto “stile Vespa”.
(il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2019)
Le sfide della Leopolda. Renzi oggi inaugura la sua prima kermesse post Pd.
(la Repubblica, 18 ottobre 2019)
Renzi gioca a logorare: “Non faccio ultimatum”. Il leader di Italia viva apre la decima edizione della Leopolda a Firenze.
(il Fatto Quotidiano, 19 ottobre 2019)
Simbolo e notaio. Nasce ufficialmente il partito. Matteo non ha ruoli ma un piano ben chiaro: fare il guastatore in Emilia e Toscana con le sue liste.
(il Fatto Quotidiano, 20 ottobre 2019)
L’opa renziana su Pd e Forza Italia. “Presto Italia viva arriverà al 10%”.
(la Repubblica, 21 ottobre 2019)
L’ex madamin Sì Tav alla corte di Matteo Renzi.
(ibidem)

Leopolda viva

E’ tornato il fanfarone
e entra in fondo alla stazione:
con gli Imagine Dragons par
un ingresso da rock star

che del suo ego si ammanta.
Natural le orecchie schianta,
flash di smartphone, battiman,
in tripudio vanno i fan.

Matteo Renzi è sulla tolda
della decima Leopolda
per lanciare Italia viva.
L’auto assoluzione arriva

per i guai che ha combinato:
“Chiudo i conti col passato,
perciò non ne parlerò.
Conta sol quel che farò!”

Sulla scena una casetta,
tavol kitsch, motocicletta,
un divan, delle poltrone,
le valigie a profusione

di chi è sempre pronto al viaggio
ed a Pascoli un omaggio,
un corbezzolo fiorito.
“Questo non sarà un partito,

ma una casa femminista,
col futuro sempre in vista,
giovane ed innovativa,
accogliente con chi arriva,

meglio se da Forza Italia
che il caiman più non ammalia”.
“E’ il partito del sorriso
al qual mai nessuno è inviso

e sarà una garanzia
di rispetto e cortesia!”
E Teresa Bellanova
ne è la più lampante prova:

“Nel Pd cose nefande,
era sol guerra per bande!”
La conferma è di Calenda,
del Pd vecchia tregenda

prima della triste uscita:
“Sì! e la banda più agguerrita
era quella di Matteo…”
Bellanova, marameo!

Lo Statuto ha elaborato
quel genietto di Rosato,
uomo dal cervello lesto
mentre il gran bel Manifesto

è lavoro di Migliore,
altro saggio pensatore.
Tutto quanto garantito
da un notaio con il rito

che fu usato dal caimano
in un tempo ormai lontano
e Matteo, che n’è l’erede,
lo ha firmato: Renzi, in fede.

La adesioni a Italia viva
sono tante…Ecco che arriva
Conti, sindaca emiliana
che già in culla era renziana.

Ecco che, felpa arancione,
corre in braccio al fanfarone
la Peretti, madamin
che con Sergio Chiamparin

in Piemonte fu trombata
da una destra raggruppata
in un’unica dimora.
Ecco, arriva Lele Mora,

manager delle Olgettine
forse a caccia di aretine…
Si conclude la Leopolda,
Renzi scende dalla tolda

di ieri ancora più narciso
e Tommaso Paradiso
canta Non aver paura.
Ricomincia l’avventura.

blog MicroMega, 25 ottobre 2019

Il pifferaio tragico

Salvini ministro in fuga (dal Viminale) in tre mesi 60 tappe per show e feste.
Dai bagni in piscina ai comizi al premio alla fidanzata: nel tour infinito del leader leghista poco tempo alle riunioni sui problemi da risolvere.
(la Repubblica, 1 settembre 2018)
Il santo patrono (verde) del popolo.
(il Fatto Quotidiano, 5 settembre 2018)

Il pifferaio tragico

Il lavoro al Viminale
forse è troppo cerebrale
per un vil nullafacente
come il vice presidente

e perciò il prode Matteo
ogni dì fa marameo
a va farsi i cazzi suoi
per ampliare il parco buoi

coi patetici coglioni
pronti a fare i boccaloni.
Va a Pinzolo il capitano
dove con la canna in mano

s’improvvisa pescatore.
Nudo il petto, ma che orrore
senza neanche una lacoste!,
sbafa a Lesina aragoste.

E poi tuffo con nuotata
nella vasca sequestrata
ai mafiosi a Monteroni.
Quindici le apparizioni

alle feste della Lega.
Anche al Palio non si nega
di una Siena ormai leghista.
Vola a Mosca comunista

a tener per il croato
nel mondiale campionato
dove al gioco del pallon
vince Emanuel Macron.

Cena a casa di Bocelli,
a Conselve fa sfracelli
contro la magistratura
che di lui troppo si cura

perché par faccia crepare
i migranti in mezzo al mare.
In Calabria piomba a Reggio
dove il mago del cazzeggio

corre, mangia una granita
e, leccatesi la dita,
vola a Palmi come un razzo
dove inaugura un palazzo

confiscato a quei mafiosi
che lo votan generosi.
Va poi a San Ferdinando
dove finge star pregando

per quell’immigrato nero
che han mandato al cimitero.
Lo vediamo sullo schermo
alla fiera di San Fermo

a Nerviano in Lombardia
e poi in lieta compagnia
alle Tremiti e a Venezia
con Elisa, dolce spezia,

che è premiata a Donna e Diva
con i fan che fanno evviva.
A Milan, quella col mare
ove in moto d’acqua appare,

grida: “Viva la Romagna!”
poiché per Maiorca in Spagna
è persona non gradita,
gli spagnoli l’han capita.

Ogni giorno un nuovo viaggio:
va a Viareggio, Caravaggio,
Fermo, Modica, Catania,
corre ovunque, ovunque smania.

Ed infine c’è Viterbo:
sembra un dio che svela il verbo
nella santa processione
con migliaia di persone

strette attorno al baldacchino
che accompagnano il cammino
dell’amata santa Rosa.
L’impressione è spaventosa.

Donne urlanti ed invasate
nel lodarlo scatenate:
“Matteo, grande!” “Siam con te!”
che gli sporgono i bebè

che gli tendon la manina
quando il santo si avvicina.
Vecchi applaudono commossi
fino a avere gli occhi rossi.

L’ineffabile ducetto
con le man giunte sul petto
li ringrazia all’orientale,
inchinandosi curiale.

Le man stringe da rockstar
e alle donne fa brillar
lacrimon da svenimento.
Batte il cinque ogni momento

con gli uomini con stile
franco, complice e virile.
Pensar che tal troglodita
abbia vinto la partita

del governo del Paese,
pensar che un tale arnese
osannato dalla gente
sia da vice presidente

destinato a un gran futuro,
pensar che tale figuro
possa diventar premier
poiché un popolo lacchè

crede che sia il salvatore,
fa gridare con furore:
“Quando un popolo è coglione
va a puttane una Nazione!”

blog MicroMega, 14 settembre 2018

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