XVI

Studia sempre novità
per la visibilità.
Nel Salon dei Cinquecento
c’è un affresco che è un portento:

la battaglia a Scannagallo
del Vasari. Parte un giallo:
“Sotto quello del Vasari
la battaglia c’è di Anghiari,

un affresco di Leonardo.
Il trovarlo è il mio traguardo!”
Cerca soldi, buca muri,
paga qualchedun che giuri

che l’ipotesi ha valore
e scatena un gran clamore
nei mass media in tutto il mondo.
Senza perdere un secondo

va negli USA a più riprese,
con le relative spese,
per promuovere l’evento
e aver un finanziamento.

Dopo allarmi di studiosi
e di esperti assai famosi,
dopo mille discussioni
dopo foto e titoloni

molto poco resterà:
qualche forellin qua e là,
polvere sul pavimento
e nessun ritrovamento.

Dopo quella dell’affresco
con ardor cinquecentesco
spara un’altra baggianata:
San Lorenzo ha una facciata

senza copertura, grezza
e pertanto Sua Tronfiezza,
per far sì che lo si noti,
si improvvisa Buonarroti.

“Michelangelo lasciò
un progetto che si può
realizzare facilmente.
Per Firenze questo è niente,

gli archistar faranno a gara!
Basta il marmo di Carrara,
qualche sponsor coi quattrini
e l’amor dei fiorentini.

Michelangelo sarò
e alla storia passerò!”
L’ex ministro alla Cultura,
che a Firenze prese in cura

tutto il Polo museale,
lancia subito il suo strale
dichiarando a Renzi guerra:
“Non sta in cielo e neanche in terra

quest’idea che è una follia,
fuori tempo e sintonia,
senza un capo né una coda.
Il buon senso qui si froda!”

Michelangelo, Leonardo…
è finito mal l’azzardo.
A che pro? Non è più ignoto:
eccolo in milion di foto,

sui giornali ed in tivù
da Acapulco a Timbuctù,
in milioni di interviste.
Marketing, chi ti resiste?

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