Lo chiamavano il Bomba…

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(il Fatto Quotidiano, 30 dicembre 2014)
La buccia del Banana.
(il Fatto Quotidiano, 6 gennaio 2015)
Il legale del caimano ammette: “3% segnale per il Quirinale”.
(ibidem)

Lo chiamavano il Bomba…

Un promemoria sulle gran bugie
che in pochi mesi ha raccontato il Bomba
per chi fosse soggetto ad amnesie
od abbia l’acufene che rimbomba.

“L’Articolo diciotto è un non problema
poiché coinvolge sol poche persone”,
ma del Jobs Act divenne poi l’emblema
poiché Renzi è la voce del padrone.

“La crescita del Pil non vuol dir niente
per la vita di tutti gli italiani,
ma dico zero otto e son prudente,
visto che noi non siamo ciarlatani”.

A meno zero quattro è poi finito…
“I conti pubblici? Niente problemi!”
Ottomiliardi al mese è poi salito
il debito di Renzi coi sistemi.

“La legge elettorale ormai è fatta
ed a settembre passerà al Senato”,
ma con la minoranza ancora tratta
e in Forza Italia, ahimè, Fitto è in agguato.

Se tutto gli va ben passa a gennaio
ed alla Camera tornar dovrà.
A Saviano ha promesso il parolaio:
“Nella lotta alla criminalità

non soltanto saremo più incisivi,
ma vi coinvolgerem pure la Ue
poiché i mafiosi sono ovunque attivi”.
Parole sol, non fece nulla, ahimé,

e con la Ue non ne ha neppur parlato.
“Darò gli ottanta euro all’incapiente,
alla partita Iva e al pensionato
poiché io sono un tipo che non mente”.

Ma poi se n’è scordato il giovanotto
confermando la fama del bugiardo.
“A settembre ripresa con il botto!
Arriva, arriva, pure se in ritardo…”.

Niente ripresa, ancora recessione.
“Faremo un Codice per il lavoro
entro otto mesi e nell’occasione
dentro il Jobs Act metterò un tesoro:

il minimo salario garantito”.
Né dell’un né dell’altro c’è una traccia,
il fanfarone ha preso lo spartito
e bellamente ne ha fatto cartaccia.

“Spending review, pur senza Cottarelli
per risparmiare almen venti miliardi,
tagli mirati, senza far sfracelli
e non lineari, cose da bastardi”.

La conclusion? Otto miliardi scarsi,
alle Region ed agli Enti locali
i tagli lineàr sono comparsi
e ai Ministeri tagli marginali.

“In cento giorni per le union civili
uscirà del governo una proposta,
anche se a destra sono tutti ostili.
Al modello tedesco nulla osta”.

Trecento giorni sono ormai passati
ma le proposte non si sono viste,
continuano a aspettarle i non sposati
mentre il ciarlon fa slalom sulle piste.

E infin la ciliegina sulla torta:
“Col fisco farem guerra agli evasori
finché questa vergogna sarà morta!”
E a Natale un decreto salta fuori

che fa di Berlusconi un illibato,
un uomo casto, puro ed innocente
che mai non ha commesso alcun reato.
Un premier disattento o connivente?

Com’è come non è questo figuro
è indegno del governo di un Paese
il qual non può affidare il suo futuro
a chi per il sedere tutti prese.

blog MicroMega, 7 gennaio 2015

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3 Pensieri.

  1. La circo-nferenza stampa di Renzi

    I giorni vanno via come le foglie
    d’autunno, e si consuma il calendario
    avvolto ormai nel lugubre sudario.
    Il nuovo già si strugge per le doglie.

    Il Renzi, nostro premier-segretario,
    va in conferenza stampa con le coglie
    ben gonfie di chi afferma che la moglie
    è ubriaca nella botte, e anche il contrario.

    Ha fatto quel che ha fatto, e questo è un fatto
    e ha detto d’aver detto quel che ha detto.
    In sintesi, senz’enfasi, conciso.

    Riparte, con orgoglio, dal Jobs Atto.
    Io qui, con gli sfigati del muretto,
    vi auguro un Buon Anno, e tanto riso.

  2. Gufi e rosiconi, arrendetevi!

    “Arrendetevi!” era l’urlo di Grillo
    puntando il dito contro il Parlamento.
    Purtroppo si dispersero nel vento
    le grida del simpatico caudillo.

    Schiantato lui contro i mulini a vento,
    adesso arriva Renzi con un trillo,
    un twit degno del ‘Settimo sigillo’,
    che arrapa pur la Cieca di Sorrento.

    “Anche i critici arrendersi dovranno
    di fronte alla realtà del mio successo!”
    Che bello, un altro assedio a chissachì,

    un monito per quelli che verranno.
    Il gallo, fatto l’uovo dentro al cesso,
    cinguetta il suo feral chicchirichì

  3. La satira fra Maometto e Renzi

    Se dico che Dio è una testa di cazzo
    non ho fatto satira, è solo monnezza.
    Chi crede ha ragione se in cuor mi disprezza
    e il laico di certo mi esterna imbarazzo.

    Se invece argomento con raffinatezza
    e all’Islam fanatico dirigo un lazzo,
    non puoi controbatter tirandomi un razzo
    per giunta esultando di trucida ebbrezza.

    Se scrivo che Renzi è bilingue e forcuto
    e degno di fede tal quale un Emilio,
    saranno cazzate però non m’aspetto

    l’assalto feroce, puppato e popputo,
    di Erinni che voglion mandarmi in esilio
    oppure affogarmi in censorio bianchetto.

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