Bye bye Matteo

Il balcone e il grembiule.
(la Repubblica, 5 maggio 2019)
La penisola dei nervosi.
(la Repubblica, 11 maggio 2019)
Il Viminale tenta il blitz. Multa fino a 5 mila euro per ogni persona salvata”.
(ibidem)
Cori e fischi a Catanzaro e Salvini si infuria: “Solo moscerini rossi”.
(ibidem)
L’affondo di Di Maio: “Basta follie coi mitra ora serve una fase 2”.
(la Repubblica, 12 maggio 2019)
Selfie, cori e contestazioni, il Capitano va fra gli Alpini. “Togliti il nostro cappello”.
(ibidem)

Bye bye Matteo

Salvini sembra andare fuori giri:
per la turpe cacciata del suo Siri.
Per la flat tax che gli boicotta Tria
col Cinque Stelle Gigi nella scia.

Perché ogni dì peggiorano i sondaggi
e a meno sette pare adesso viaggi.
E’ tempo di reagire ed alla grande
con aggressioni sempre più nefande.

Dopo i “Non mollo!” alla fascista guitto,
i “Me ne frego!” e i “Tirerem diritto!”,
dopo i “Molti nemici molto onore!”
e la dichiarazione che fa orrore:

“Casa per casa pulizia faremo,
strada per strada a cercarli andremo!”,
dopo litigi e insulti coi cri cri,
dopo la turpe arringa di Forlì

sparata dal balcon mussoliniano,
dopo la foto con il mitra in mano,
predica l’ordine e la disciplina
coi grembiul per il bimbo e la bambina

nel nome di quell’eguaglianza che
grazie ai suoi sindaci proprio non c’è,
visto che i ricchi mangiano alla mensa
e per i poveri vuota dispensa.

Impreca a Bella ciao, canto sfigato,
al 25 aprile declassato
a derby fra fascisti e comunisti
e torna al vecchio sogno dei leghisti:

la pronta riapertura dei bordelli
per il piacere dei verdi piselli,
per le tasse, il sanitario igiene
e l’onor delle femmine per bene.

Magnifica il servizio militare,
la castrazion per chi ama stuprare
ed un bis del decreto sicurezza
che è ancora più del primo una schifezza

con modifiche al Codice penale,
con maggiori poteri al Viminale
e forti multe a chi salva i migranti.
Si impegna al fin che la Nazion si schianti

con nuove norme sulle autonomie
delle region, letal castronerie
che sono contro la Costituzione.
Dobbiam dunque temer questo cialtrone?

Nessun timor poiché il prode Matteo,
raggiunto l’apice dell’apogeo,
ha già iniziato una fatal discesa.
Ovunque il Capitano si palesa

stanno crescendo le contestazioni:
è tutto uno spuntare di striscioni
che prendono Matteo per il sedere
“Vattene via!”, “Non farti più vedere!”,

un fiorire di selfie traditori,
di grida e insulti, di proteste e cori,
da Brembate a Milano a Catanzaro.
Ed ecco che il padan peracottaro

fa intervenir caramba, celerini
nonché i pompier con scale e con rampini
per levar gli striscioni irriverenti
e tacitare i giovani irridenti.

Ma spunta, urrà! l’error più clamoroso,
lo stesso che mandò Renzi a riposo:
propone un referendum su di sé!
“Milion saranno i Vaffa…, Matteo tié!”

blog MicroMega, 20 maggio 2019

Zinga, rosso antico, nuovo un fico

Zingaretti apre le liste. “Neanche un voto va perso alle Europee”.
(la Repubblica, 27 marzo 2019)
Zanda: “Finanziare i partiti? Lo dice la Costituzione, non cedo all’antipolitica”.
(la Repubblica, 29 marzo 2019)
Nuovi diserbanti: Zanda.
(il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2019)
La difficile unità Pd-Mdp. D’Alema a Zingaretti: “Dai un segno di sinistra”.
(la Repubblica, 7 aprile 2019)
Rosato: “A che serve recuperare il fuoriusciti? Valgono il massimo l’un per cento”.
(ibidem)

Zinga: rosso antico, nuovo un fico

Se questo è il bel Pd di Zingaretti
sia lecito additare i suoi difetti
considerato che il rinnovamento
di certo non appare a un occhio attento.

Nuovo non è il tesoriere Zanda
che propone ogni dì un’azion nefanda:
oggi l’aumento infam della mercede
per chi affamato in Parlamento siede,

ieri il ritorno dei finanziamenti
per i partiti ormai senza proventi.
Nuovo non è il compagno di merenda,
quel Renzi al cubo ch’è Carlo Calenda,

becchino di un partito in agonia.
Nuovo non è Giuliano Pisapia,
l’eterno sor Tentenna pendolante
fra il centro e la sinistra accomodante.

Nuovo non è Simona Bonafé
nel centro Italia candidata Ue,
super renziana ancora più del tosco
che nel partito fa l’uccel di bosco.

Nuovo non è il Ni agli scissionisti
costretti a candidar poveri cristi
per non fare soffrir troppo Giachetti
che vorrebbe schiacciarli come insetti.

Nuovo non è il manual Cencelli
col quale par Nicola si arrovelli
per tener buoni sia i capibastone
che i cacicchi local sempre in azione.

Nuovo non è il silenzio sul passato,
su tutti i guai che Renzi ha combinato
sia col Jobs Act che con la Buona Scuola.
Nuovo non è non dire una parola

sui comitati civici renziani
che usciran dal Pd dopodomani.
Nuovo non è il fatto che l’agenda
per il futuro ormai sia una leggenda:

Zingaretti ne parla e ne riparla
ma fino a adesso è stata solo ciarla,
nero su bianco non si è visto nulla,
con la penna nessuno si trastulla

per il timore che un nuovo programma
faccia scattare dei renziani il dramma
e la finta unità che par raggiunta
in realtà sia già bella che defunta.

Nuovo non è la guerra ai 5 Stelle
dei qual si vedon sol le marachelle
cercando di trovare il pel nell’uovo
senza apprezzar gli sforzi verso il nuovo.

Una sola domanda a Zingaretti:
“Se grazie al finto nuovo che prometti
per un miracolo otteneste mai
il ventidue per cento, fin dei guai?

Col ventidue per cento, buon Nicola,
non si governa, l’hai imparato a scuola.
Perciò il dì della scelta si avvicina:
o con i 5 Stelle o la rovina”.

blog MicroMega, 30 aprile 2019

Avanti, c’è posto!

Non spingete. Sul cargo del vincitore.
(il Fatto Quotidiano, 28 maggio 2014)
Gli ex nemici smacchiati: “E’ uno di noi di sinistra”.
(ibidem)
La lingua batte dove Renzi vuole.
(ibidem)
Fassina. “Su Matteo ho sbagliato, è l’uomo giusto al posto giusto”.
(la Repubblica, 29 maggio 2014)
“Zitti tutti”, il 40% del premier rottama il dissenso interno.
(il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2014)

Avanti, c’è posto!

Abituati a dire d’aver vinto
col ventisei per cento ed anche meno,
quando invero il Pd sembrava estinto
ed in tribù diviso, in un baleno

il quarantun per cento li ha portati
a trasformarsi in un monolite,
in un gruppo di amici sfegatati
che vivono in concordia da più vite.

Quel Renzi preso a calci nel sedere
nelle vecchie primarie con Bersani
e tenuto lontano dal potere
con mezzi vetero democristiani,

adesso, come leader stravincente
di una squadra che dell’Europa è un mito
nonché della culona concorrente,
dai leccaculo pare molto ambito.

Già il tradimento del povero Letta
aveva dimostrato il suo valore
tanto da aver zittito molto in fretta
chi si apprestava a far l’oppositore.

La vittoria che ha appena conquistata
sol grazie ad una buona parlantina,
a una mancetta quasi trafugata
ad un’economia che va in rovina,

al suicidio di Casaleggio e Grillo,
della politica nuovi Tafazzi
ed all’aiuto di un nonnetto arzillo
che muove i burattin senza imbarazzi,

ha spinto chi ha perduto per vent’anni
a rinunciare ad ogni velleità.
Val di più la conquista degli scranni
che il cianciar di Giustizia e Libertà.

“Se Renzi ci assicura un cadreghino
fino al diciotto, ebben viva Matteo!
Smettiamo subito di far casino
e ci accodiamo tutti al suo corteo!”

Anzi, per leccar meglio, fan di più:
dan la scalata al carro già affollato
da portaborse, fate e servitù,
ciascun col rischio d’essere schiacciato.

Giovani turchi, vecchi dalemiani,
sostenitor di Walterloo Veltroni,
Fassina e i pochi amici di Bersani
si fanno avanti a forza di spintoni

in cerca di enti pubblici, di banche,
di cadreghini dentro i ministeri,
di cda che donino palanche,
di authority e prebende a tanti zeri.

Lo spazio è ormai strapieno e non c’è posto
per tutti gli ideali di una volta
e i nuovi leccaculo di nascosto
li buttan giù dal carro ad ogni svolta.

Giù i diritti civil, giù l’energia,
giù le scuole statal, la laicità.
Giù la Giustizia e la Democrazia,
giù l’ambiente, giù la moralità.

Giù la ricerca e la Costituzione,
la guerra al liberismo più sfrenato.
Giù la cultura, giù l’occupazione
nonché la lotta contro il precariato.

Oltre a tutti i sodali vecchi e nuovi
cosa riman sul carro di Matteo?
Bambini congolesi e fate trovi,
slogan, promesse e un po’ di marameo!

blog MicroMega, 30 maggio 2014

Top