Pulizia etnica

Caro Bersani, ora anche lei è renziano?
(la Repubblica, 4 febbraio 2016)
Pd, tessere ai trasformisti e “pulizia etnica” della Ditta. Dietro il boom degli iscritti ex berlusconiani il piano
di Lotti e Guerini per non dare posti alla minoranza alle Politiche.
(il Fatto Quotidiano, 5 febbraio 2016)
Sicilia, il Pd imbarca pure quelli che “il Pd fa schifo”.
(il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2016)
Il premier: “Il partito della Nazione? Un fantasma, ma chi fa lo schifiltoso perde”.
(il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2016)

Pulizia etnica

Mentre il Duce Renzi avanza
cosa fa la minoranza
del Pd? Si rende conto
che il suo catafalco è pronto?

Ogni mossa è una batosta,
ogni azione è una supposta,
ogni scelta è un bel clistere.
Ma non han male al sedere?

Ma che stomaco han Bersani
e la sua corte di nani
per poter mandar giù tutto?
Ogni tanto con un rutto

di incazzarsi fanno finta,
ma poi gliela danno vinta.
Ogni tanto, fiamme e fuoco:
tanto fumo, arrosto poco.

Via l’articolo diciotto?
va giù come un gianduiotto.
Via la Tasi, l’Imu, l’Ici?
Fan le fusa come mici,

mentre ai tempi del caimano
gli gridavan “Ciarlatano!”
Babbo Etruria fa intrallazzi
con l’aiuto dei ragazzi

arroganti e fanfaroni?
“No a sfiducia a e dimissioni,
ma ci vuole più umiltà!”
Il Senato se ne va,

trasformato in una banda
veramente abominanda
di prescelti consiglieri,
arraffoni fino a ieri?

“Lo votiam perché han promesso
che in futuro, non adesso,
saran scelti dalla gente”.
Ma ben san che Renzi mente.

E la legge elettorale,
l’ex porcellum, or maiale?
“Lo votiam , ma va cambiato”.
E Verdini, ora affiliato?

“Deve star questo Verdini
lontan dai nostri giardini!
Denis faccia marcia indré
poiché sta nella P3,

una banda di massoni,
col terribile Carboni!”
Ma se a star con quel soggetto
è il papà dell’angioletto

Boschi detta Maria Etruria
Pierluigi non si infuria…
Ma perché fate così,
minoranza del Pd?

Succubi del fiorentino
per salvare il cadreghino?
Non avete ancor capito
che per voi tutto è finito?

Battaglion di verdiniani,
nugoli di cuffariani,
del caimano i vecchi amici
e di Alfano gli infelici

con l’ignobile tiranno
il team della Nazion fanno.
E voi, fuori dai coglioni!
“perché perde la elezioni

chi vuol far lo schifiltoso”.
Come dice baldanzoso
quel furbone di tre cotte
che di voi se ne strafotte.

blog MicroMega, 12 febbraio 2016

I soliti idioti

La minoranza. I sinistrati del Pd demoliti dai tweet.
(il Fatto Quotidiano, 26 marzo 2015)

I soliti idioti

Che fa la minoranza del Pd?
Masnada di buffon cospiratori,
patetiche macchiette che ogni dì
sempre ripetono gli stessi errori.

Nei giorni pari sono tutti ligi
nel votar le riforme del ducetto,
in quelli dispari Palazzo Chigi
di un truce dittator dicon ricetto,

mentre da qualche anfratto defilato
contestano con gran severità
le riforme che ieri hanno votato
e si dicono pronti all’altolà.

A capo dei vietcong all’improvviso
si manifesta Massimo D’Alema
che pur se in Parlamento non assiso
come lo fosse lancia il suo anatema.

Il golden boy in segno di dispregio
lo ha chiamato del wrestling vecchia gloria
a prova che non è più un sacrilegio
schernire il vecchio capo pien di boria.

Critican Renzi per il leaderismo,
la voglia di potere, l’arroganza,
il calo degli iscritti, il trasformismo,
ma non si rendon conto che in sostanza

Renzi è riuscito a far quello che loro
han tentato di far senza successo
ed è il boyscout il bel capolavoro
nato dalle cazzate che han commesso.

Primo a allearsi con il Cavaliere
D’Alema fu con la bicamerale
e il primo a voler dare più potere
al Premier fu il Baffino nazionale.

Ed ora che il partito gli han scippato
non sanno proprio più che cosa fare:
chimerico un ritorno nel passato,
in futuro non sanno dove andare.

Anche per scindersi ci vuole unione,
ma i dissidenti non son certo uniti.
Civati che vorrebbe la scissione
si limita ad inutili ruggiti,

Bersani la minaccia, ma la esclude,
la nega Cuperlo, ma l’accarezza,
Fassina l’evoca, ma poi delude,
Speranza vuole metterci una pezza.

Il risultato è un infinito stallo,
la gioia per il duce fiorentino
il quale mostra il cartellino giallo
e tiene quello rosso nel taschino.

Ogni intervento d’una minoranza
che sembra un naufrago in mezzo al mare
oltre che ad aumentarne l’arroganza
fornisce frecce all’arco del compare:

riforme contro la conservazione,
risolutezza contro l’attendismo,
del nuovo contro il vecchio narrazione,
velocità contro l’immobilismo.

La minoranza è forza del bulletto,
omission di soccorso ai disperati,
ricordo di un passato maledetto,
autostrada per cani abbandonati.

Nota. La poesia è stata ispirata dall’articolo di Daniela Ranieri
“La minoranza. I sinistrati del Pd demoliti dai tweet” pubblicato
su il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2015

blog MicroMega, 30 marzo 2015

Compagni di tregende

Via libera al nuovo Senato. Bersani: “E’ l’ultimo sì se non cambia l’Italicum”.
(la Repubblica, 11 marzo 2015)
Minoranza Pd. Obbedite sempre e comunque al capo di turno.
(il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2015)
Gli oppositori di domani dicono ancora “Sì”.
(ibidem)
Bindi: “Soffro troppo, spero che Matteo cambi”.
(ibidem)

Compagni di tregende

Il Pd, tutto dedito al potere,
dall’elettore vuole solo il voto
essendone il toscano timoniere
un superego che lo tiene in moto.

Nato come una somma di valori
che la Costituzion riuscì a mediare,
ciò che purtroppo ne è venuto fuori
è un mostriciattolo pieno di tare.

I valor democratici cristiani,
che erano i resti di vecchie virtù
che distinguon le bestie dagli umani,
ovunque cerchi, non li trovi più.

Ci sono le promesse di un cialtrone
che piaccion tanto al popolo babbeo
sempre pronto a salir sul carrozzone
di un Silvio, di un Benito, di un Matteo.

I valor del partito comunista
in fretta sono stati cancellati
da una classe politica sprovvista
della saggezza dei propri antenati,

lasciando in vita gli interessi insani
di chi difende con accanimento
sol le poltrone per i deretani
della cariatidi in disfacimento.

Questa sinistra mostra dei brandelli
di difensori dei vecchi valori,
fiochi, divisi, proni, miserelli,
irresoluti e pieni di timori.

Capiscon che va tutto alla malora
col fanfarone a caccia del potere,
ma nessuno ha trovato fino ad ora
il coraggio di dargli un dispiacere.

Il fatto è che se pur sembrano tanti
ognuno guarda solo il suo ombelico,
chi è fermo, chi va indietro, chi va avanti,
chi pensa ancora d’esser bolscevico.

Speranza, Cuperlo, Bindi, Civati,
Fassina Stefano, Boccia e Bersani
sembrano proprio una banda di sfigati,
son senza Biancaneve i sette nani.

Chi dice: “Me ne vado!” e è sempre lì,
chi dice che la ditta non la lascia,
chi dice: “Dico no!”, poi dice “Sì!”,
chi dice che sta per morir d’ambascia.

Con la Costituzione ormai in rovina,
con il Senato fatto condominio
e con l’Italicum che si avvicina,
per la democrazia vero abominio,

i nostri dilettanti allo sbaraglio
un ultimatum danno ogni momento:
“Voto a favore, pure se è uno sbaglio,
ma per l’ultima volta, Renzi, attento!”

Per il Jobs Act l’avevano già detto,
l’han detto al primo voto sul Senato,
poi per l’Italicum l’hanno ridetto
e sul Senato l’hanno riaffermato.

Son servitor della peggiore risma
che obbediscono al Capo in quanto tale,
grigi politici senza carisma
d’intelligenza meno che normale,

considerato che non han capito
che Matteo Renzi non li salverà
ed ha già pronto il loro benservito:
non fra troppo casin non servirà.

Passeranno alla storia sol perché
hanno tradito la Costituzione,
come le pecore facendo bèe,
mentre va il socialismo in estinzione.

blog MicroMega, 14 marzo 2015

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