Il Pd, dal Bomba al Tomba

Pd in freezer: niente governi. Martina fa il segretario findus.
(il Fatto Quotidiano, 12 marzo 2018)
Renzi e il Pd, due partiti divisi e indecisi a tutto.
(il Fatto Quotidiano, 24 marzo 2018)
Il primo giorno degli schiaffi: inizia Re Giorgio, segue Salvini.
(ibidem)
Renzi, le finte dimissioni.
(la Repubblica, 30 marzo 2018)
Gnè gnè.
(il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2018)
Rivolta anti-Renzi: “Basta Aventino, vogliamo giocare”.
(ibidem)

Il Pd, dal Bomba al Tomba

Anche Re Napolitano
ce l’ha con il ciarlatano
che il partito ha cancellato.
Dopo averlo coccolato

fin dal tempo degli esordi,
dopo che fu uno dei sordi
che si perse il boom! di Grillo,
finalmente il vecchio arzillo

ha capito come è andata:
Renzi ha preso una mazzata,
meno sette e più per cento
e il partito è in fallimento.

Chi fu per gli amici il Bomba
sarà del Pd la tomba.
Di rampogne lo devasta:
“L’autoesaltazion non basta,

l’elettor non è un minchione
e il bla bla di un fanfarone
non è affatto convincente
quando sta peggio la gente

fra ingiustizie, arretramenti,
social impoverimenti.
La sconfitta che è arrivata
è del tutto meritata”.

Dopo un crollo elettorale
un partito che sia tale
fa un esame di coscienza.
Mette insiem la dirigenza,

va alla caccia degli errori,
ragion ne chiede agli autori,
con la base ne discute
a evitare ricadute,

fa progetti sul futuro
che il doman rendan sicuro,
agli iscritti li propone
e ne ascolta l’opinione,

mette a punto un bel programma
col qual evitare il dramma
di una tragica sconfitta
e riparte a barra dritta.

Ciò non val per il Pd
che il cialtrone demolì.
Dopo le sue dimissioni,
la fake news per i coglioni,

al partito ormai morente
fece eleggere reggente
il suo ex vice Martina,
scolorita figurina,

nullità senza un padrone
che gli dia la direzione.
Direzione stabilita
da chi ha perso la partita

poiché è Renzi che comanda
questa tremebonda banda
di patetici fantasmi
senza idee, senza entusiasmi,

poltronisti smidollati
senza cadreghin lasciati.
Ha un bel predicar Matteo
che ai grillin fa marameo:

“Alle prese con Salvini
voi farete sol casini.
Noi sull’Aventin staremo
e lì ci divertiremo!”

C’è l’opposizione interna
che al sentirlo si costerna:
“Per voler del fanfarone
resterem senza poltrone!”

Il cacciarlo è faticoso
e nessuno è bellicoso
e capace di reagire
al voler del tosco Sire

che, ahimè, tutte le ha fallite.
Ci vorrebbe un meteorite
che spazzasse via il brighella.
C’è di meglio: Mattarella,

presidente miserere
che un governo deve avere:
“Per il ben della Nazione
dividete le poltrone

con Di Maio che ha trionfato,
tutto quanto è perdonato!”
Ogni culo si sistema,
non c’è più nessun problema.

blog MicroMega, 9 aprile 2018

Il Duo Sciagura al Quirinale

Mattarella in go-kart scioglie le Camere.
(L’Espresso, 11 dicembre 2016)

Il Duo Sciagura al Quirinale

Giorgio Re lasciò al sodale
subentrato al Quirinale
di istruzioni un bel quaderno:
“Per le crisi di governo”.

La sua indicazione è chiara:
“Caro Sergio, da me impara.
Se un governo a un tratto cade
hai di fronte cento strade

per risolvere il problema.
Scegli pure senza tema
quella che par la migliore,
ma non fare mai l’errore

di voler nuove elezioni.
Gli italian son dei cialtroni
e se il voto gli si dà
addio alla stabilità.

Addio al mondo della casta,
addio al ricco che accatasta
ogni giorno più quattrini
alle spalle dei tapini.

Addio agli F35,
al ministro che delinque
a favore delle banche,
al fruscio delle palanche,

alle Borse, alle finanze,
alle tante tracotanze
consentite a ogni potere,
addio ad ogni faccendiere.

Per far un nuovo governo
che la casta abbia per perno
puoi inventar qualunque inghippo
e azzardar qualunque scippo:

fare un’estrazione a sorte
cui un imbroglio dia manforte,
fare premier un Reggente,
sono due e non fanno niente,

dell’amata San Marino
o un tiranno filippino
o d’Abcazia o dell’Ossezia
od un doge di Venezia.

Fare senatrice a vita
una zia rincoglionita
poi chiamata a risanare
un paese da salvare.

Oppur esser conquistato
da un paese della Nato
o dal Papa in Vaticano
o da un arabo sultano

che ti eviti un premier.
Scegli quel che piace a te,
ma non far nuove elezioni
che il poter danno ai cialtroni”.

Sergio, dopo averlo letto,
ha abbozzato un sorrisetto
da democristiano astuto:
“Che vuol il trinariciuto?

Io da solo ci pensai
e l’Italicum firmai,
una legge elettorale
anticostituzionale

che non val per il Senato
dato già per cancellato
pur essendo funzionante.
Or che il popolo birbante

con il No lo tiene in vita
la mia trappola è servita
come un morto al funerale:
senza legge elettorale

è impossibile votare
e un’attesa secolare
ci vuol per dare alla gente
una legge almen decente.

Perciò largo a Gentiloni
e alla banda di cialtroni
già al governo con Matteo.
Io non son così babbeo

come sembro a prima vista:
la mia tempra democrista
salta fuori alla bisogna
senza impaccio né vergogna”.

Sempre avanti con la casta!
E chi dice: “Adesso basta!”,
sia che vinca sia che perda,
resti sempre nella merda!

blog MicroMega, 23 dicembre 2016

No, grazie

Lo spread, i timori delle cancellerie e ora lo scenario del Financial Times: “Il Paese rischia l’uscita dall’euro”.
Ma per esperti e sondaggisti lo spettro non si traduce in consensi per la stabilità.
Per chi vota la paura? Urne, conti e mercati, cresce l’allarme Italia. Perché può aiutare più i No che i Sì.
(la Repubblica, 22 novembre 2016)

No, grazie

Se No dicono i sondaggi
è il momento di esser saggi
e non dar per già avvenuto
che il ducetto sia fottuto.

Nella stanza dei bottoni
c’è una banda di cialtroni
pronti ad ogni colpo basso
purché il No giunga al collasso.

C’è lo spread che è risalito,
ogni giorno c’è il ruggito
di un infam potere forte
che pronostica la morte

della nostra economia.
La nutrita compagnia
si infoltisce a vista d’occhio
per salvar Renzi Pinocchio.

Le internazionali banche
non appaiono mai stanche
di lanciar funesti allarmi.
J P Morgan, fra i gendarmi,

vuol che la Costituzione
sia gettata in un bidone.
Confindustria fu assai lesta
nel predire la tempesta

con il Pil che va a puttane
e la gente senza pane.
Le cancellerie straniere
fanno in tutte le maniere

tifo per il ragazzotto:
se la stan facendo sotto
Merkel per il suo futuro
che non è così sicuro

e Barack per un presente
spaventoso e sconvolgente.
Bankitalia fa del voto
un temuto terremoto:

“C’è gran volatilità,
addio alla stabilità!”
Dà il suo fiato alla cagnara
il Financial Times che spara:

“Con il No fuori dall’euro!”,
da ricorrere alla neuro.
E il Wall Street Journal proclama:
“Col No cambia il panorama,

per chi investe è un vero insulto
che lo porterà al tumulto!”
Ai cialtroni forestieri
poi si aggiungon battaglieri

anche quelli nazionali,
altrettanto micidiali:
Padoan con Sergio Marchionne,
incrollabili colonne,

bravi con le loro imprese
nel distruggere il Paese
ed infine Giorgio Re,
il burattinaio che,

da napoletano scaltro,
con un golpe dopo l’altro
ci ha portato fino qui
per terrore di un cri cri.

Questi infami consigliori
che il No voglion fare fuori
aman la stabilità,
che è melassa in verità,

nella quale ci hanno immersi
dopo che ci siamo persi,
mentre fan gli affari loro,
con il wellfare il lavoro,

l’istruzione,la Giustizia,
la politica milizia,
la salute dell’ambiente
e un futuro almen decente.

Nessun sembra aver capito
che, pur se rincoglionito,
oggi al popolo italiano
Padoan, Napolitano,

giornalon, cancellerie,
banche, Ue, burocrazie
ormai fan sol rabbia e schifo
e pertanto il loro tifo

contro il No è la giusta spinta
per aver battaglia vinta
contro il Sì della melassa
di una casta satanassa.

blog MicroMega, 25 novembre 2016

Top