Laus Deo, è arrivato un moroteo!

L’antisiciliano che ama i silenzi, Mattarella riscatta la politica sofferta.
(la Repubblica, 31 gennaio 2015)
Mattarella sfonda il quorum, ecco il nuovo Presidente.
“Penso a chi è in difficoltà”, poi va alla Fosse Ardeatine.
(la Repubblica, 1 febbraio 2015)
Messa a S. Andrea e radici conciliari, E Assisi tifa per lui. “I poveri nel cuore”.
(ibidem)
Napolitano lo accoglie. “Torno al Quirinale per un abbraccio e qualche consiglio”.
(ibidem)
La resa degli ex comunisti. “Non contiamo più nulla”.
(il Fatto Quotidiano, 1 febbraio 2015)
Riusciranno i nostri eroi a trovare il terzo fratello?
(ibidem)

Laus Deo, è arrivato un moroteo!

Un democristo sal sull’Alto Colle,
a lungo conservato sotto vuoto,
e nelle strade sciamano le folle
di leccaculi con la lingua in moto.

Appare grigio il mite personaggio,
grigia è la panda che lo porta a spasso,
grigia è la vita nell’eremitaggio,
Consulta, Chiesa e profilo basso.

Per il suo stile sobrio e francescano,
tale che sembra quasi un fraticello,
il solitario e muto siciliano
da alcuni vien chiamato Martirello.

Ma quando spunta la Balena bianca
ringiovanita di trent’anni e più
al guitto fiorentino ben s’abbranca
sussurrando: “Lodato sia Gesù!”

Il rosso del Pd, già nato stinto,
diventa bianco come la Balena,
i democristi hanno ormai stravinto
ed i compagni escono di scena.

Ora che Mattarella è giunto in vetta
la beatificazione è già partita,
ognun ne fa una biografia perfetta
e sul suo carro affretta la salita.

Perché di Sergio tutto sembri bello,
candido, puro, casto, adamantino
nessun parla di Antonio suo fratello
che par abbia un passato birichino.

Di Sergio parlan tutti i quotidiani,
la barista, il condomino, il barbiere,
le beghine, rosario tra le mani,
il parroco, il collega ed il portiere,

la monaca che il selfie con lui fa.
Sappiamo che è di pasto assai frugale,
pizzetta o toast gli danno sazietà
e per bevanda un’acqua minerale.

La domenica messa e comunione
e tutti i giorni la passeggiatina,
è un moroteo dalle gambe buone,
è un cattocomunista che cammina.

E’ attento, buono d’animo, pacato,
fenicio siciliano, cauto, schivo,
prudente, razionale, moderato,
metodico, studioso, riflessivo.

Lo dicon fil di ferro, schiena dritta,
uno che sui principi non transige,
un prete laico con la faccia afflitta,
un santo in carne e non solo in effige.

Per dimostrare quanto sia perfetto
l’han detto erede di Napolitano,
un Giorgio Re cattolico, l’han detto,
un Hombre vertical, detto in ispano.

La conclusione? E’ chiara, scava scava,
ci piove addosso l’ultimo sbeffeggio
e arriva la conferma che mancava:
davvero non c’è mai la fine al peggio.

blog MicroMega, 3 febbraio 2015

Ora e sempre Nazareno!

Ora e sempre Nazareno!

Aveva detto il fanfaron toscano
quando ha firmato il patto al Nazareno
con quel filibustiere del caimano
più o men così: “Italianostaisereno,

val solo per la legge elettorale
ed il Senato delle autonomie,
riforme per le qual sembra essenziale
riunire tutte le furfanterie”.

Da quel momento diavolo e acqua santa
han sviluppato i loro accordi loschi,
di là Verdini che le leggi schianta,
di qua la pavoncella Monna Boschi.

La legge elettorale sta nascendo,
pare un Porcellum dall’ecografia,
ma è travestita da maial stupendo
che un giorno finirà in salumeria

dalla Consulta fatto cotechini.
Sarà il Senato nuovo un’adunata
di cento nominati burattini,
incostituzionale maialata.

Il Nazareno è un pozzo senza fondo,
dopo uno schifo un altro ne vien fuori
di quello precedente ancor più immondo.
Ferma la legge contro i corruttori,

si stoppa quella sulla prescrizione.
Renzi, chirurgo plastico, darà
con la manina al Cavalier birbone
una parvenza di verginità,

ritornerà in politica il messere,
adamantino come l’uomo nero,
in Forza Italia reclutando schiere
di verginelle dal passato austero.

Escon dal Nazareno gli evasori
fra canti, balli, ole e acclamazioni,
continueranno ad ammassar tesori
alla faccia dei poveri coglioni.

Le ciance sul conflitto di interessi
e sullo schifo del falso in bilancio
han con il Nazareno fatto fessi
i tanti illusi ed hanno perso slancio.

L’articolo diciotto è sistemato,
il povero caimano per vent’anni
in tutte le maniere ci ha provato:
bastava un baby, vecchio barbagianni!

Ma Pittibimbo non ha ancor finito
di cedere ai voleri del caimano:
sul Colle non c’è più cul di granito,
ci vuol l’erede di Napolitano.

Col Nazareno al Colle salirà,
col beneplacito del Cavaliere,
un burattin che sempre “Si!” dirà
a chi sul trono lo farà sedere.

A questo punto Renzi abbandonato
da chi lo aveva scelto speranzoso,
rimarrà dai suoi servi circondato,
ma con un gruppo meno numeroso.

Matteo farà una nuova maggioranza
dicendo a Silvio: “Alzati e cammina!”,
del bunga bunga tornerà l’usanza
e Monna Boschi si farà Olgettina.

blog MicroMega, 25 gennaio 2015

Gioco di mano, gioco di villano

Evasione fiscale e frode, condono di Palazzo Chigi.
(il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2015)
Frode fiscale, Renzi salva Berlusconi.
(il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2015)
La mano morta.
(il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2015)
Falso in bilancio, la manina e il reato che si annacqua.
(ibidem).
L’emendamento firmato Renzi e gli stessi limiti agli illeciti.
(ibidem)
Alessandro Pace. “La manina di Renzi salva-B è un reato di falso”.
(il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2015)

Gioco di mano, gioco di villano

Con le fanciulle di buona famiglia
che un tempo non mostravano le tette
le madri per dir bene della figlia
spiegavan: “Ha le mani benedette,

all’uncinetto fa tanti centrini,
in cucina è la maga della torta,
con i ferri fa i golf ai nipotini,
ceramiche dipinge di ogni sorta”.

Ebbene, l’ineffabile premier
fu allevato all’antica da mammà
poiché si è visto chiaramente che
con le sue mani sol prodigi fa.

“La manina a favor di Berlusconi,
lo dico espressamente, fu la mia.
Quell’uomo mi riempie di emozioni
e con lui sono in piena sintonia”.

“Ogni volta che stringo la sua mano
dopo avere firmato un patto osceno
mi prende un batticuore molto strano,
come d’amore che non viene meno”.

“Quando firmo la legge elettorale
che finge di ridar le preferenze,
ma in realta è al Porcellum quasi eguale,
salgono del mio cuore le frequenze

al pensiero che Silvio n’è contento”.
“Quando pugnalo Letta all’improvviso
quello che chiaman tutti tradimento
non è che il primo passo al paradiso

dove voglio portar ogni italiano”.
“Quando sbianchetto il nome di Gratteri
per il volere di Napolitano
il qual non vuole aver ministri seri,

e tanto meno poi per la Giustizia,
apprezzo la mia man per il bel gesto
di averglielo proposto con furbizia
certa di sbanchettarlo molto presto”.

“Quando la mano mia firma con slancio,
mentre il cervello pensa al delinquente,
la nuova norma sul falso in bilancio
che sembra nuova ma non cambia niente,

mi prende quasi voglia di baciarla
pensando agli evasor che stan godendo”.
“Quando dell’uomo al Quirinal si parla
dopo che se n’è andato quello orrendo

e la mia man cancella Rodotà
con Zagrebelsky e Prodi Mortadella,
graditi per saggezza e qualità
e scrive Finocchiaro, Mattarella

e Amato, come Berlusconi detta,
mi prende un’emozion grande così
pensando alla mia mano benedetta
ed alla mamma che la costruì”.

Nessuno dice che la sua manina,
che a molti pare quella di un santone,
qualche grave reato, ahimè, combina
e un dì, chissà, lo porterà in prigione.

Prendendogli le impronte digitali
il Ris di Parma ci farà sapere
che stranamente sono tali e quali
a quelle del furfante Cavaliere.

blog MicroMega, 18 gennaio 2015

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