Non perdiamoci di vista!

 settembre 2002

Non perdiamoci di vista!

Ahi Milano, vituperio delle genti!

Tiritera tracotante
del ridicolo teatrante

Tutti san che Berlusconi
col miglior degli amiconi
è imputato in un processo
che lo vede un po’ malmesso.

Di Milano il tribunale
è la sede giudiziale.
Per il caso della Sme,
con l’Ariosto teste, ahimè

il Piemme lo ha accusato:
“Corruzion di magistrato!”.
Han tentato ormai di tutto
del processo dal debutto:

rogatorie cancellate,
ma la Corte le ha accettate,
quella legge orripilante
vien schivata in un istante;

poi Castelli che cavilla:
“Fuori il giudice Brambilla!”,
solo un attimo di affanno
e ritorna sul suo scranno.

Mentre cerca Berlusconi
sempre nuove soluzioni
che richiedono carteggi,
tempi lunghi, nuove leggi

(l’amnistia col suo bianchetto,
il legittimo sospetto):
il processo va fermato
perché troppo avanti è andato.

“Il giudizio di Milano
sarà certo partigiano:
noi vogliam la rimessione,
tutti a Brescia in processione!”.

Sono molte le ragioni
che ci illustra Berlusconi
per rimettere il processo
ad un più imparzial consesso.

“Prima del novantatré
nessun dubbio su di me,
nessun guaio in precedenza.
A Milano, in coincidenza

con la mia discesa in campo,
fui aggredito senza scampo.
Lì comincia il mio calvario,
il furore giudiziario!”.

E’ una palla colossale:
molto prima il tribunale
indagava, se non erro,
la discarica di Cerro,

Publitalia per le cure
nel falsare le fatture,
All Iberian per lo slancio
nel truccare il suo bilancio.

“Di Milano i magistrati
furon come congiurati
nel mandarmi quell’avviso
per cui il mondo mi ha deriso,

il segreto hanno violato
e il governo rovesciato!”.
C’è qualcosa da chiarire:
fu un invito a comparire

quello giunto all’improvviso,
non di garanzia un avviso.
Non fu certo la Procura,
anche Brescia lo assicura,

che al Corriere della Sera
raccontò della bufera.
Quanto al vecchio ribaltone,
ne fu Bossi la cagione.

“La Procura di Milano,
con giudizio partigiano,
arrestare vuol la gente
retta, onesta ed innocente.

Con l’Ulivo in maggioranza
ed il Polo in minoranza
fu bocciata la prigione
per il nostro Cesarone!”.

Ma le prove erano tali
che perfino i suoi sodali
furon lesti a domandare:
“Cosa mai potrà inquinare?”.

Significativamente
Sgarbi aggiunse, amabilmente:
“Se arrestiamo il Cesarone,
anche Silvio va in prigione!”.

“A gennaio, in tribunale,
fu rivolta plateale.
Tutti aizzati da Borrelli,
urla, grida, capannelli.

Deputati intimiditi,
all’esterno son fuggiti.
Dopo un mese o poco più
a Milano, in sovrappiù,

tutto intorno al tribunale
c’è la scena più infernale:
in duemila han protestato,
la difesa han contestato!”.

Non capisci, Berlusconi,
che per le contestazioni
dell’Italia i tribunali
sono stati tutti eguali?

Che nessuno ha intimidito
i tuoi amici di partito,
che, se pur dorme l’Ulivo,
protestar non è eversivo?

“I piemme son cattivi,
molto duri ed aggressivi:
non sol contro gli imputati,
anche contro gli avvocati,

mostran grave inimicizia.
Così non si fa giustizia!”.
Confrontiamo i contendenti:
per Berlusca i consulenti,

trentadue, più gli avvocati,
novantotto malcontati.
Per l’accusa Boccassini
con Colombo, due tapini

sotterrati da eccezioni,
da calunnie e dilazioni:
ha ragione il Cavaliere,
Ilda è proprio un giustiziere!

“Questi giudici armeggioni
han tagliato i testimoni,
per fregare il sottoscritto,
menomare il mio diritto!”.

Ne volevi cinquemila
per difesa, in lunga fila:
i famosi canottieri,
più duemila cancellieri,

magistrati ed archivisti,
Confindustria e giornalisti.
quattro conti e un calendario:
sedici anni di calvario!

“A Milano il tribunale
viola il codice penale.
Abolii le rogatorie
per risolver le mie storie,

ma Borrelli li ha istigati,
così questi magistrati,
inquadrati come un gregge,
se ne fregan della legge!”.

Quella legge vergognosa,
indecente e cavillosa
ti è costata gran fatica.
Non sopporti che si dica

ch’è in conflitto coi trattati
dall’Italia già firmati,
ch’è il peggior degli espedienti,
un aiuto ai delinquenti.

“Dalla stampa abbiamo appreso
che il diritto è vilipeso.
A Milano i magistrati
sono veri congiurati.

Organizzano riunioni
dove studiano le azioni
perché leggi assai recenti
siano rese inefficienti.

Si congiura, poche storie,
per salvar le rogatorie!”.
Son parole in libertà,
prove zero, che pietà!

Siam riusciti ad appurare
le riunioni carbonare:
con in mano una tazzina,
tre li han visti una mattina,

due con l’aria molto bieca
consultavan la bacheca,
quattro stanno troppo spesso
a fumare dentro il cesso.

“Lo Squillante andò in prigione
per un’intercettazione
che i Piemme hanno inventato.
A quel bar, l’hanno giurato

sia Misiani che Squillante,
il colloquio fu piccante:
raccontavan barzellette
sull’Arcuri e le sue tette,

su Dell’Utri e lo stalliere,
la Ferilli e il suo sedere.
La Procura fa complotti,
son bugiardi i poliziotti.”

Berlusconi, che vergogna,
questa è tutta una menzogna!
I colloqui contestati
sono stati registrati

per due terzi o forse più.
Poi intervenne Belzebù
che scassò il registratore,
ma veloce l’ispettore

scrisse sopra le salviette
le altre cose che hanno dette.
Boccassini con Davigo
non han fatto alcun intrigo!

“Il Ministro ha trasferito
quel Brambilla che, inaudito!,
restò pervicacemente
sul suo scranno. E’ evidente

che Brambilla è prevenuto,
che ai Piemme darà aiuto!”.
La memoria ti ha tradito?
Questo giudice sgradito

ti ha già assolto per Macherio.
Silvio, fa un discorso serio!
Silvio, fatti una ragione:
sai cos’è l’applicazione?

Dalla Corte fu disposto
che rimanga al proprio posto.
Quel Brambilla se ne andrà
quando tutto finirà!

“I giornali e le tivù
ci sputtanan sempre più:
dicon tutti quei bugiardi
che siam causa dei ritardi,

quando è chiaro anche ai bambini
che Colombo e Boccassini
sono lenti, neghittosi,
perditempo cavillosi!”.

Faccia tosta senza eguale,
siamo ormai nel surreale!
In Senato Cesarone
fu di assenze gran campione,

marinava le sedute,
tre su quattro ne ha perdute.
Poi, da quando è processato,
un modello è diventato.

Egli è ormai sempre presente
e interviene competente:
parla di fecondazione,
di Civile Protezione,

delle crisi kossovare,
del servizio militare,
di Alitalia e bioetanolo,
del ladino in Sudtirolo,

dei prefetti da inquadrare,
di Sloveni da aiutare,
studia accordi con l’Estonia,
la Georgia e la Polonia,

con Mongolia e Paraguay,
ma al processo non c’è mai.
Poi, prolunga ancor l’assenza
con due mesi di degenza:

una grave operazione
tien lontano il Cesarone.
Dopo, torna in tribunale?
No, ha una colica renale!

Ha imparato dal padrone
l’arte della prescrizione.
Anche Silvio avea promesso
la presenza al suo processo.

Magistrati in gran subbuglio,
tutti a Roma a metà luglio
a parlar col Presidente…
Chi ci crede è un deficiente!

Ha un impegno il Cavaliere:
deve correre al cantiere
di un gran ponte lungo il Po
progettato, guarda un po’,

fin dai tempi dell’Ulivo.
E’ irritante il diversivo
a Colombo e Boccassini.
Ci prendete per cretini?

“Quel Borrelli li ha stregati,
vuol che tutti i magistrati
siano sempre resistenti,
resistenti, resistenti,

li sobilla con furore,
come contro l’invasore!”.
Berlusconi, sii sincero,
anche questo non è vero!

A resistere sul Piave
nel momento molto grave
perché il male sia evitato
tutto il popolo ha incitato.

“A Milano i girotondi
son attacchi furibondi,
son picchetti, son tumulti
con offese, grida, insulti,

sono mobilitazioni,
son rivolte ed eversioni.
Questo popolo eccitato
influenza il magistrato,

il furor giustizialista
condiziona la giustizia!”.
Inghiottiamo cacca e fiele
per timor delle querele.

“Palavobis di Milano:
con livore ed odio insano
tutto un popolo furente
manifesta duramente,

invocando le galere
contro il premier al potere,
richiedendo la prigione
per il socio Cesarone.

Organizzan caroselli
con le foto di Borrelli,
con Di Pietro che li aizza,
con d’Arcais che polemizza,

che, inneggiando alle manette,
la giustizia taglia a fette.
Questa folla scalmanata,
l’atmosfera arroventata,

la mediatica pressione
saran certo la cagione
d’illegittimo processo,
di giudizio compromesso!”.

A ‘sta gente che rispondi?
Se proteste e girotondi
condizionan la giustizia,
per Berlusca è una delizia.

Tutta Italia ha dimostrato,
si è dovunque protestato:
non esiste una città
che assicuri l’equità.

Il processo va abolito,
Cesarone riverito,
il diritto venga infranto,
Berlusconi fatto santo.

“Abbiam visto sopra i muri
motti e scritte molto duri.
Proprio in fronte al tribunale
c’è un augurio demenziale:

“La città vuol la prigione
per l’amato Cesarone:”
Non si posson far processi
dove scrivon tali eccessi!”.

Se un processo va spostato
per un muro scribacchiato,
ingaggiando un imbianchino
Silvio torna adamantino!

“E’ incredibile, pazzesco,
se vai in piazza a prender fresco
trovi un bieco menestrello
che ti canta uno stornello,

che con rime e tiritere
prende in giro il Cavaliere.
Ogni fine settimana,
con la metropolitana,

corre al Duomo ‘sto Trincale,
del Berlusca a parlar male.
E se un giudice, passando,
sente questo miserando?

Certamente il suo giudizio
non sarà molto propizio!”.
Tutti voi che lo votate
non leggete ‘ste cazzate?

O si ride a crepapelle,
da slogarsi le mascelle,
o t’incazzi da morire,
che ti sembra d’impazzire.

Il futuro ti predico:
non c’è scampo, caro amico,
non c’è fine al peggio, ormai,
ancor più t’incazzerai!

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