L’almanacco del pirla

9 gennaio 2011

A Padova c’è un assessor del cacchio,
quello alla veneta identità,
padan che di cognome fa Comacchio,
che ha inventato una bella novità:

un nuovo calendario ad uso Lega.
Ha preso quello vecchio e l’ha cambiato,
aggiungi, copia, incolla, sposta e sega.
Il Primo maggio è stato eliminato

(“la festa del lavoro è tutti i giorni…”),
e sol San Marco è il venticinque aprile
e non Liberazion da Fascio e forni.
E così via, con il padano stile:

il ventotto febbraio è il Batimarso,
una specie di loro Capodanno
e il dì del Popol veneto è comparso,
il venticinque marzo. Salveranno

le feste della mamma e del papà
e quella riservata a nonni e nonne,
ma un po’ meno di spazio resterà
per quelle dedicate alle Madonne.

Per l’Assunzione in ciel, corna facendo,
si sceglierà l’assai lontana data
della fine di Bossi, giorno orrendo,
mentre la festa dell’Immacolata

è stata regalata al Cavaliere
poiché la sua purezza è cosa nota.
Quanto al Natale non potrà cadere
che nel giorno nel quale è nato il Trota.

Per Sant’Umberto, festa nazionale,
staran tutti in vacanza gli italiani
recandosi a Pontida, è naturale,
per la festa dei gran pirla padani.

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