Saluti al Parlamento

Saluti al Parlamento

Dissentire vogliam da Mattarella
che ha fatto senza il buco la ciambella
di Draghi vulnus di democrazia
mettendo il Parlamento in agonia.

È ben chiaro che Draghi nel passato
a fare questo mondo ha cooperato
mostruosamente ingiusto e diseguale
che non ha nulla ormai di solidale.

Una Repubblica ne viene fuori
fondata, ci si dice, sui migliori
che ai sudditi dà sì qualche attenzione
ma nega lor la partecipazione

alle azion di gestione e di controllo.
Per i sudditi un po’ scavezzacollo
la breve ricreazione è ormai finita
e all’obbedienza il preside li invita:

basta con gli incapaci in Parlamento,
dei tecnici e dei saggi ora è il momento.
Il presidente appare infastidito
dalle richieste di ciascun partito

ed usa l’autocratico potere
dando al popolo calci nel sedere
come ai suoi squallidi rappresentanti.
Or con l’alto profilo si va avanti

con botta micidiale al Parlamento.
E la reazion dà ancora più sgomento:
ceri, te deum, applausi, eccitazione
al funerale di un’istituzione.

Parlamentar democrazia addio!
eliminata dal pugnale rio
di un sicario saudita fanfarone
al quale il presidente non si oppone.

Un governo presidenzial compare
il che vuol dire non parlamentare,
ma dei miglior, cioè dei competenti
che i ricchi farà sempre più contenti

e i poveri più poveri che mai.
Alla guida per toglierci dai guai
sta l’uomo Goldman Sachs solo al comando
con moglie di gran classe e muta quando

da qualcheduno viene interpellata.
Tempo d’oligarchia: nessuno fiata,
nessuno che protesta, tutto tace.
Dalla padella cadiamo nella brace.

Chi con le prediche e la finanza
ha portato il Paese alla mattanza
e il pianeta sull’orlo del burrone
ritorna nelle vesti del padrone.

Il sistema ritorna e non dà scampo,
coi diktat ci imprigiona ed in un lampo
il Parlamento italico qui giace.
Per questo Mario Draghi non ci piace.

22 febbraio 2021

Prima gli europei!

“Prima gli europei!”

Con Renzi, Draghi e Sergio Mattarella
alla fine il sistema si ribella
e azzera Conte coi suoi giallo rosa.
Ritorna la melassa appiccicosa

che prigionier ci fa della finanza:
arriveranno soldi in abbondanza
e la loro gestion tocca ai padroni.
Il presidente non ha esitazioni:

“L’alto profilo d’un governo Draghi,
il miglior fra i migliori nostri maghi,
richiede una policroma ammucchiata!”
Nessuno fa domande, nessun fiata.

Draghi spiega: “Governo europeista,
deve saperlo chi si mette in lista”.
Il più svelto è Salvini, il poltronaro;
“L’Europa? È sempre stata il nostro faro!”

Chi con la Ue è sempre sceso in guerra
le frasi storiche lesto sotterra.
“Nell’Unione europea viver crediamo
ma in un gulag sovietico noi stiamo!”

“A Bruxelles sono peggio dei fascisti,
una banda di sordidi affaristi!”
diventano “Noi siamo per la Ue!
Migliore soluzion certo non c’è!”

“Come confini abbiam quelli europei.
A Karola i migranti, faccia lei!”
Non più selfie col cibo dall’Italia,
sol quello dall’Europa ormai lo ammalia.

I wurstel, non la cima col ripien.
Non la pastiera ma la tarte tatin.
Non più la pizza margherita in teglia,
adesso preferisce la paella.

Non più le sette salse col bollito,
ma una porzion di bacalhau frito.
All’improvviso, in un battibalen
Orban addio! Saluti alla Le Pen!

Ben vengan la Boldrini e la Rackete.
Addio alla bella spiaggia del Papeete,
or gelide e spettral spiagge fiamminghe.
No infradito ma sneakers con le stringhe.

Saluti alle baldracche leopardate,
or solo nordiche ben più arrapate.
I passi di Salvini son perfetti
ma c’è un problema e ha il nome di Giorgetti.

È lui che fa politica europea,
è lui che sa infiammare la platea
di padroncini e di partite Iva,
è grazie a lui se tanta grana arriva.

Un Salvini europeo non serve a nulla,
val sol se con la ruspa si trastulla.
Se la ruspa non serve addio Salvini!
Val come l’ultimo dei meneghini.

15 febbraio 2021

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