Non cresce il Pil, l’Istat è ostil

Pil troppo basso, rivalutiamolo. Il premier (Berlusconi): irrealistica una crescita di appena il 4% nel 2002 mentre salgono occupati e consumi elettrici. Dobbiamo tener conto di imprese in nuovi settori.
(la Repubblica, 15 gennaio 2003)
Pil, il giorno della verità: crescita nel secondo semestre, oggi il dato definitivo.
(la Repubblica, 2 settembre 2016)
“L’Istat rileva i dati in maniera vecchia”. Palazzo Chigi va all’attacco dell’Istituto.
(ibidem)
Pil, crescita zero, ma è + 0,7 per l’anno. Confermata la frenata dell’economia nel secondo semestre.
(la Repubblica, 3 settembre 2016)
La figuraccia di Renzi e Padoan: il Pil è fermo.
(il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2016)

Non cresce il Pil, l’Istat è ostil

Silvio è sempre un vero spasso:
“Questo Pil è troppo basso,
basta dare un colpo d’occhio
per capir che c’è un pastrocchio.

Va assai ben l’economia,
al gran Ponte ho dato il via,
tanti i posti di lavoro
e la Borsa è tutta un “toro…

C’è qualcosa che non va,
certo l’indice sarà.
Coinvolgendo grandi esperti
credo proprio che si accerti

che coi giusti indicatori
del Pil salgono i valori”.
Silvio è come l’ammalato
che ha la febbre misurato

e, trovandola un po’ altina,
come giusta medicina
col termometro s’incazza
et voilà, se ne sbarazza.

Senza cure quel paziente
muore assai rapidamente,
dal becchino è sotterrato
freddo, rigido, sfebbrato.

Son passati tredici anni
ed al vecchio barbagianni
subentrato è un fanfarone
con la stessa fissazione.

“L’Istat ch’è al governo ostil
dice che non cresce i Pil,
ma è una balla bella e buona!
Lì qualcosa non funziona.

La Nazione ha il vento in poppa,
è un cavallo che galoppa,
tutta crescita e sviluppo,
la miglior di tutto il gruppo.

Malaffare e corruzione,
intrallazzi ed evasione,
mafia, ‘ndrangheta e camorra
sono spinta, non zavorra

per il mio governo che
è il migliore della Ue!
Coi suoi metodi antiquati
l’Istat falsa i risultati.

Si corregga in tutta fretta
o farà la fin di Letta
licenziato con disdoro!”
Tutti corrono al lavoro,

si lambiccan le cervici,
usan le calcolatrici,
i pc e i pallottolieri
come i bimbi fini a ieri.

Fanno conti senza fine
con le vecchie tabelline
che non usan da una vita,
contan con le dieci dita,

fanno somme sottrazioni,
logaritmi, divisioni.
Fra di lor scambiano i dati,
stampan mille tabulati,

fanno i conti e li rifanno
su lavagne, gesso e panno.
Ma quel più non salta fuori
senza dei prestigiatori

ed a Renzi han ribadito
che il Pil non è, ahimè, salito,
se ne faccia una ragione.
La reazion del fanfarone

il feral silenzio squarcia:
“Proseguiam la lunga marcia
che ci porterà allo sfascio!
Italiani, non vi lascio!”

blog MicroMega, 6 settembre 2016

Un trionfo tira l’altro

Marino va, i 101 collusi restano.
Ventisei consiglieri si dimettono, in Campidoglio arriva come commissario da Milano il prefetto Tronca.
(il Fatto Quotidiano, 31 ottobre 2015)
Roma-Milano (e ritorno)
(il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2015)
Oltre l’Expo. Il commissario sbarca a Roma.
(ibidem)
Tronca al lavoro: “Il Papa mi dà forza”.
(la Repubblica, 2 novembre 2015)
Oggi primo vertice tra premier e prefetto. Promessa del governo: “Più soldi per Roma”.
(ibidem)

Un trionfo tira l’altro

Così sentenziò Cantone,
re dell’anticorruzione:
“E’ Milano la città
che per la moralità

dell’Italia è capitale.
Roma, capital reale,
gli anticorpi non possiede
e per mafia retrocede”.

Fu il trionfo per Milano
e l’ignobile toscano
non se ne dimenticò
e alla fine dell’Expo

proclamò: “Viva l’Italia
e Milàn che tenne a balia
questa grande esposizione
che rilancia la Nazione!”

Più nessuno si ricorda
che di malfattori un’orda
dell’Expo si era appropriata
e nessun piemme fiata

per non rovinar la festa
di un’Expo per forza onesta.
Che poi fu trionfal davvero
sia per il lavoro nero,

sia per le infinite code,
sia per le bugie del prode
suo gestor Giuseppe Sala
che ai bauscia si regala

come sindaco a Milano,
per volere del toscano.
Il trionfo è stato tale
che per Roma capitale

viene scelto commissario
il prefetto leggendario
di Milano, Paolo Tronca
che camorra e mafia stronca

solo al suo apparire in scena,
debellando la cancrena
dell’uom della panda rossa.
Tronca come prima mossa

del suo regno in Campidoglio
si prosterna a quel Bergoglio
che di Ignazio borgomastro
mise fine al gran disastro.

Così il capo dei pompieri,
ciò che fu fino a avant’ieri,
oggi, fattosi renziano,
salva Roma e il Vaticano.

Neanche il becco d’un quattrino
per il sindaco Marino,
mentre è pronto un gruzzoletto
per il meneghin prefetto

che ai miracoli si appresta.
I romani fanno festa:
col dream team che sta arrivando
Fiumicin non più allo sbando,

territorio risanato,
buio a giorno illuminato.
Sogno olimpico? Voilà!,
l’Olimpiade arriverà

per l’Italia non più in coma.
Nuovo stadio per la Roma.
Non più buche per le strade,
non più vigili in masnade,

non più metro che va in pezzi,
non più nauseabondi olezzi
da montagne di rifiuti,
non più vie ridotte a imbuti

con parcheggi in terza fila,
non più il ladro che ti sfila
dalla tasca il portafoglio.
Tronca dichiarò: “Bergoglio

tanta forza mi darà
per salvar questa città
da Marino rovinata!”
Ed il Papa gliela ha data

questa forza sovrumana,
un prodigio alla renziana:
per il Giubileo arrivò
il trionfo dell’Expo!

blog MicroMega, 4 novembre 2015

Pil, Prodotto interno lurido

Pensioni nel mirino, ma salve sotto 2000 euro.
(la Repubblica, 18 agosto 2014)
Pensioni, un miliardo all’anno da quelle oltre i 3500 euro netti per aiutare esodati e cassintegrati.
(la Repubblica, 19 agosto 2014)
Renzi: “Proposta già bocciata”, ma l’idea prima gli piaceva.
Poletti tira dritto, cerca fondi per esodati e cassintegrati.
(ibidem)
Renzi twitta maddeché. Padoan però rinvia il Def. In attesa che l’Istat inserisca nuovi alcoli del Pil, tra cui prostituzione e droga. Si va verso il blocco degli statali. Sindacati imbufaliti.
(il Fatto Quotidiano, 21 agosto 2014)
Graziano Del Rio: “Pensioni, nessun prelievo e gli 80 euro resteranno”.
(la Repubblica, 22 agosto 2014)
Prostitute e droga, il mix che fa alzare la crescita. Nelle nuove regole europee di calcolo entra il Prodotto interno lurido. Da ora arrestare gli spacciatori sarà decrescita.
(il Fatto Quotidiano, 22 agosto 2014)

Pil, Prodotto interno lurido

Non certo il Pil, è il debito che sale
e si attende un autunno complicato
per un’economia che è messa male,
tanto il parlar, ma zero il risultato.

Cominciano ad uscir le indiscrezioni
su chi alla fin dovrà pagare il conto…
Non c’è alcun dubbio: tocca alle pensioni
e il blocco agli statali è sempre pronto.

Partiti son dalle pensioni d’oro,
ma poi rapidamente sono scesi,
grazie alle proiezioni del Tesoro,
a chi ha duemila euro tutti i mesi,

salendo poi a tremila cinquecento.
Più un blocco di stipendio allo statale
d’altri due anni. Esplode lo scontento
dei sindacati, come è naturale.

Twitta subito Renzi: “Maddeché,
sono le solite panzane estive
dei collaborator…Credete a me
che vi do sol notizie positive”.

S’intende infatti da qualche brusìo
che, per la differenza di vedute,
i suoi rapporti col fedel Del Rio
non godan più di un’ottima salute.

Su Repubblica è pronta al smentita
con l’intervista al sottosegretario
che all’ottimismo come Renzi invita
poiché il nostro è un Paese straordinario.

“Se noi ce la farem? Ma che domande!
Lo sconfittismo è assai stupefacente,
ce la faremo sì ed alla grande
e per uscirne non ci manca niente!

I tagli alle pension? Son tutte balle!
Gli ottanta euro? Sono confermati!
Il blocco agli statal? Voci sciacalle!
Dissidi con Matteo? Tutti inventati!”

Poi si capì perché tanto ottimismo.
A breve, per volere dell’Europa,
avrà l’economia più dinamismo:
per poterlo aumentare il Pil si dopa.

Prodotto interno lurido sarà
coi profitti della prostituzione,
del traffico di droga in quantità,
del contrabbando, le tre cose buone

che aumenteranno il Pil d’ogni paese.
Noi con settantamila prostitute
che produrran cento milioni al mese,
col contrabbando in ottima salute

e grazie a mafia, ‘ndrangheta e camorra,
conseguiremo grandi risultati
con molti più quattrin di quanto occorra.
Sempre più ricchi, sempre più arrapati!

blog MicroMega, 25 agosto 2014

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