Il Boy Scout Costituente

Lasciatemi lavorare.
(il Fatto Quotidiano, 1 aprile 2014)
Renzi si scrive le riforme. Il Quirinale fa sapere: è ok.
(ibidem)
Il progetto (per adesso) è questo.
(ibidem)
“Con quel nuovo Senato fare le leggi sarà un caos”.
(il Fatto Quotidiano, 2 aprile 2014)
Camere a rischio blocco: 12 modi per fare leggi.
(il Fatto Quotidiano, 3 aprile 2014)
Hombres Horizontales.
(il Fatto Quotidiano, 9 aprile 2014)
Riforma del Senato, fronte anti-Renzi da Forza Italia al Pd.
(la Repubblica, 24 aprile 2014)
Senato, riforma a rischio. Forza Italia: va eletto o non c’è la maggioranza.
(ibidem)

Il Boy Scout Costituente

Riforma del Senato. Solo un pazzo
può averla concepita in buona fede,
poiché soltanto chi ragiona a cazzo
quello che poi succederà non vede.

A partire dal suo funzionamento:
di semplificazione non v’è traccia
e la trafila cambia a ogni momento,
dentro ad un labirinto di cartaccia.

Vien l’iter da seguir differenziato
fra leggi e cambi costituzionali,
leggi per il bilancio dello Stato,
leggi e trattati internazionali,

leggi terrtiorial, leggi ordinarie,
con tanto di va e vien, ping pong, navette,
diverse maggioranze necessarie,
assolute, normali, larghe e strette.

Confusionario bicameralismo
che coinvolge la Camera e il Senato
con un aggrovigliato meccanismo
peggior di quello che verrà lasciato.

Per il Senato delle Autonomie
non verranno più eletti i senatori
che arriveran dalle periferie
con ventun fortunati primi attori

nominati dall’uom che sta sul Colle.
Eran già troppi cinque e con ventuno
contesteranno assai le opposte folle:
nessun si fida del Numero Uno.

Col senatore che non vien votato
maggioranze diverse di sicuro
ci saranno alla Camera e al Senato
e sarà sempre muro contro muro.

Questa masnada di raccogliticci
eletti, ma per far altri mestieri
con i ventuno, del Colle i capricci,
un dì saranno dei votanti veri,

senza aver ricevuto alcun mandato,
per votar leggi costituzionali,
per l’elezion del Capo dello Stato,
per i trattati internazionali.

E poi che dir della democrazia?
Del Senato con lo sconvolgimento
e con l’Italicum, pura follia
per l’elezion di mezzo Parlamento,

equi giammai saranno i risultati.
Il Capo dello Stato sarà eletto
ancor da deputati nominati,
ciascun dei quali resta lo schiavetto

di un segretario boss del suo partito,
grazie a liste più corte ma ancor chiuse.
Le minoranze avranno il benservito,
a causa degli sbarramenti escluse.

Il premier sarà il boss del Parlamento
grazie a un premio di maggioranza abnorme,
con un partito da venti per cento
e, della ghigliottina per le norme,

ogni suo didielle otterrà il via
entro un massimo di sessanta giorni.
Diamo l’addio alla democrazia,
sperando sol che prima o poi ritorni.

Della Costituzione ai difensori
che han tentato di dargli l’altolà
ha risposto il boy scout degli oratori:
“Non già su Zagrebelsky e Rodotà,

giurai, bensì sulla Costituzione.
Questi professoroni da strapazzo
debbono farsene una ragione:
quello che dicono non vale un cazzo”.

E pensar che nessuno fu presago
che dopo i quattro pirla sull’alpeggio,
fra i monti del Cadore a Lorenzago,
con Renzi avremmo visto ben di peggio.

blog MicroMega, 27 aprile 2014

Dove c’è cricca c’è casa

Milanese incassava tangenti e pagava la casa di Tremonti.
(la Repubblica, 8 luglio 2011)
La maledizione immobiliare del potere, da Scajola a Fini, croce e delizia dei politici.
(la Repubblica, 9 luglio 2011)
Da Scajola a Bertolaso, dove c’è cricca c’è casa.
(il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2011)
“E Tremonti pagava a me metà affitto”. Memoria del deputato Pdl alla giunta. Da Giulio 4.000 euro al mese.
(la Repubblica, 27 luglio 2011)
Tremonti in nero.
(il Fatto Quotidiano, 29 luglio 2011)
Affari, regali e fondi alla politica. Carrai, “l’amico vero” di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2014)
Renzi: “Ospite a casa Carrai solo a volte”.
(la Repubblica, 21 marzo 2014)
Carrai e Renzi nei guai. Si muove anche la Finanza.
(il Fatto Quotidiano, 21 marzo 2014)

Dove c’è cricca c’è casa

Basta avere un amico generoso
per abitare un nobile palazzo
con bella vista e in luogo prestigioso
senza pagar, se sei potente, un cazzo.

Il primo, a sua insaputa, fu Scajola
col mezzanino in fronte al Colosseo
e in tutta Italia ancora fa la spola
per cercar chi del dono è stato reo.

Poi venne Bertolaso, l’uomo forte,
che nei casi di lite coniugale
se la squagliava dalla sua consorte,
ospitato da Sepe, il cardinale

di Propaganda Fide capoccione
ed era Anemone, il suo ruffiano,
a pagargli ogni mese la pigione.
Poi fu Lunardi, un uomo del caimano,

ad ottener con scambio galeotto
e a un prezzo che più basso non si può,
dal cardinale Sepe un palazzotto
perché in Piazza di Spagna risanò,

ovviamente coi soldi dello Stato,
della Chiesa un palazzo fatiscente.
Poi venne il triste caso del cognato
di Fini che, a parer del delinquente,

allora dell’Italia ancor ducetto,
ottenne per un prezzo striminzito
a Montecarlo un misero alloggetto
che Gianfranco sottrasse al suo partito.

Persin Tremonti, al tempo alle Finanze,
per il timore d’essere spiato
della caserma abbandonò le stanze
da Milanese subito ospitato

in un palazzo quasi principesco,
tripli servizi, camere, salone,
ogni volta arricchita da un affresco
ed in funereo nero la pigione,

a quanto par ridotta alla metà.
Il dono venne infin del memor Dei,
il Celeste lombardo marajà,
che finanziò con un milion di sghei

la favolosa villa dell’amico
comperata a metà del suo valore
per un importo quasi da mendico,
ovviamente nel nome del Signore.

Dunque il fatto che il fiorentino guitto
stia da te anni nell’appartamento
del qual Marco Carrai paga l’affitto
non sembra meritare alcun commento.

D’altronde Renzi tutto ha già chiarito:
“Verissimo che risiedevo lì,
ma solo poche notti ci ho dormito
e qualche volta ho fatto la pipì!

Conflitto d’interessi con Carrai
del qual da sempre sono grande amico?
Ma, per favore, cosa dite mai?
Io con gli affari suoi non c’entro un fico!”

Gli affari di Carrai sono scemenze:
la Firenze parcheggi, l’aeroporto,
la Cassa di Risparmio di Firenze,
la Big Bang che, con lavoro accorto,

procura a Renzi i soldi per le sfide,
la Cross Media che per Palazzo Vecchio
gestisce con i tablet le audioguide,
Noi link, Festina Lente e ancor parecchio.

La morale per Renzi, il salvatore?
“Chi surfeggia dell’onda sulla cresta
con il vento che serve da motore,
spavalda sicurezza manifesta.

Ma quando il tempo cambia, cala il vento
e si appiattisce il mar per la bonaccia,
e prima o dopo arriva quel momento,
non salva né il sedere né la faccia”.

blog MicroMega, 27 marzo 2014

FantaQuirinale

Ti do la grazia se fai il bravo.
(il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2013)
Grazia sì, grazia no. Pdl spaccato fra pro e contro Napolitano.
(il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2013)
Graziami, ma di baci saziami.
(ibidem)
B. tentato dalla rottura. Il governo Letta traballa.
(il Fatto Quotidiano, 17 agosto 2013)
Il Cavaliere ora punta Letta. “Se vuoi andare avanti devi convincere i tuoi”.
(la Repubblica, 18 agosto 2013)
Un B, depresso e smarrito spera nella grazia dal Pd.
(il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2013)

FantaQuirinale

Chiuso ad Arcore sta in gabbia,
indeciso fra la rabbia,
lo sconforto e la speranza.
Del burlesque dentro la stanza,

pensa al Capo dello Stato
che, paterno, l’ha invitato
a far il bravo bambino:
“Silvio, non piantar casino

e non far dispetti a Letta
che ha trovato la ricetta
per por fine al grave andazzo
senza combinare un cazzo.

Poi presentami la grazia.
Tu sai ben quanto si strazia
il mio cuor napoletano
nel vedere un buon cristiano,

illibato come te
che già fu grande premier,
alle prese con la legge.
Dei miei sudditi nel gregge

non sei la pecora nera
e pertanto, Silvio, spera,
placa i tuoi furiosi ranghi
e vedrai che te la sfanghi!

Ti firmai leggi a gogò
e la grazia firmerò!”
Non sa ancora il criminale
che l’Arzillo al Quirinale

un pizzino mandò a Enrico,
in segreto: “Caro amico,
se ti vuoi salvar la pelle
evitando i Cinque Stelle,

le elezioni e il fiorentino,
leggi ben questo pizzino
che propagandar ti vieto.
Quando con voto segreto

il Senato voterà
l’esclusion di Sua Onestà
dalla Cassazion malvisto,
tu, da vecchio democristo,

paga i franchi tiratori
così da non fare fuori
il ben noto criminale.
Il caos istituzionale

molto a lungo durerà
ed a tutti servirà:
io mi salvo la corona,
tu ti salvi la poltrona,

il Pd frega Matteo
e inciuciare può col reo
che continua a comandare,
Beppe Grillo può insultare

tutti quanti a destra e a manca,
ma il potere non abbranca.
Léttolo, mangia il pizzino.
Sottoscritto: il tuo nonnino”.

Silvio, dunque, stia tranquillo:
grazie ad un sovrano arzillo,
lucido come non mai
e, nel sistemargli i guai,

ostinato come un mulo,
potrà ancor salvarsi il culo.
Fantasia troppo sfrenata?
Ma finora com’è andata?

18 agosto 2013

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