I concerti del Quirinale: bla-bla, bla-bla

L’Agenda di Napolitano per il 2013. “La vera emergenza è quella sociale”.
(la Repubblica, 2 gennaio 2013)
Ultimo avviso al governo tecnico. Nel discorso di fine anno Napolitano chiarisce i poteri del premier dimissionario e chiede la tutela delle classi deboli.
(il Fatto Quotidiano, 2 gennaio 2013)

I concerti del Quirinale: bla-bla, bla-bla

E’ la settima occasione
in cui, prima del cenone,
qualche masochista insano
vuol sentir Napolitano.

Ogni volta con l’auspicio
che il pesante sacrificio
sul domani faccia luce.
Buio! L’uom che ci conduce

non andò mai al di là
di un retorico bla-bla.
Per sei anni indifferente,
per non dire connivente,

alle azion di un farabutto
al qual sempre firmò tutto,
dal legal impedimento
a quel lodo fraudolento,

si è da un anno superato.
Dall’Europa trascinato,
del caiman punì le colpe:
con un furbo mini golpe

ci sottrasse le elezioni
e con l’uom della Bocconi
ci promise là per là
rigor, crescita e equità.

Il rigor, cieco e assoluto,
sol sui poveri è piovuto,
l’equità fu un’illusione
e la crescita un bidone.

E ora scopre il Presidente
che in Italia molta gente
non arriva a fine mese.
E ora scopre il vecchio arnese

che c’è una question sociale,
alla gioventù va male,
la cultura è quasi morta
e cervel l’Italia esporta.

“Presidente, siam sicuri
che andrà meglio se gli auguri
fa a Mancino, il suo compare.
Senza farsi intercettare…”.

blog MicroMega, 4 gennaio 2012

Agenda Monti

Monti: se mi chiamano, sono pronto.
(la Repubblica, 24 dicembre 2012)
Dalla metafora dell’agenda a “ci sono, non ci sono”, la sua doppiezza virtuosa.
(ibidem)
Io sono Monti e voi no.
(il Fatto Quotidiano, 24 dicembre 2012)
Monti sale in politica, Mario non si candida.
(ibidem)
Il verbo del Prof. che chiede di credere in lui.
(ibidem)
“Chi mi vuole premier, segua la mia agenda…”.
(Pubblico giornale, 24 dicembre 2012)

Agenda Monti

Democrista è la faccenda:
“Mi presento, son l’Agenda,
un’agenda pink e green
da tener sul comodin.

Chi nel leggermi è sospinto
ad un Sì! molto convinto
ambir può ad avermi a guida
nella elettorale sfida,

ma al momento non si sa
quello che succederà,
oggidì non ve lo dico.
La doppiezza è un vizio antico,

ma per me che son Gesù
la doppiezza è una virtù.
Destra, manca, cosa sono?
Erga omnes va il mio dono,

meno che al Berlusca orrendo.
Salgo in campo, io, non scendo.
Furbo son come una volpe
e, di Giorgio grazie al golpe,

ormai sono superiore,
non per nulla un professore.
Io sol sono Mario Monti,
tutti voi nei miei confronti

siete assai meno d’un cazzo!
Forza, su, fatevi il mazzo,
la mia agenda consultate
e gli sponsor miei trovate:

banche, Europa, Vaticano,
il gran capo americano,
Confindustria, finanzieri,
tutti i massimi poteri!”

A plotoni i democristi,
travestiti da statisti,
verso il Centro stan correndo,
mentre Monti sta ridendo:

perché, in caso di vittoria,
tutta sua sarà la gloria
e, se andar dovesse male,
lui va dritto al Quirinale.

blog MicroMega, 28 dicembre 2012

Lingotto 1932-Melfi 2012

Monti a Melfi prepara la discesa in campo. “E’ solo l’inizio, serve un’Italia forte di cuore”.
Al professore gli applausi degli operai Fiat. Elkann: ora stabilità.
(la Repubblica, 21 dicembre 2012)
“Lui e Monti hanno le stesse idee, questa visita è un’operazione politica”.
L’attacco di Landini: “Il loro modello è la negazione della democrazia e della contrattazione”.
(ibidem)
Monti & Marchionne, patto di potere per guidare il paese.
(il Fatto Quotidiano, 21 dicembre 2012)
Maurizio Landini (Fiom). “Noi fuori e il Prof zitto”.
(ibidem)
Il premier sceglie Melfi per il prequel e Marchionne come testimonial.
(Pubblico giornale, 21 dicembre 2012)

Lingotto 1932-Melfi 2012

Corre a Melfi il professore
e ai non deboli di cuore
parla di una buona azione
per salvare la Nazione.

Il modello è quel Marchionne
che ogni notte passa insonne
a studiar della P2
le brutture da far sue,

distruggendo i sindacati
e legando i salariati
con la legge del terrore
da padrone del vapore.

Lingua della verità
chiama Monti ciò che fa
gli operai senza diritti,
un plotone di sconfitti

che, osannanti in bianca tuta,
han la libertà perduta.
E Marchionne, vecchia volpe,
di Bin Loden loda il golpe

col qual le riforme ha fatto.
Sergio e Mario, volpe e gatto
che da astuti malandrini
han scippato i burattini.

Ottanta anni son passati
da quel dì in cui gli antenati,
tal Benito e tale Agnelli,
presero per i fondelli

con il loro pistolotto
gli operai del neo Lingotto.
Le menzogne e le promesse
di quel tempo son le stesse,

stessi son mix e messaggi,
simil sono i personaggi,
stessi stile ed arroganza.
Non riman che la speranza

che chi al voto si prepara
ove Monti scenda in gara
voglia dir: “Non siam coglioni,
Mario torna alla Bocconi!”

24 dicembre 2012

Top