Zinga, rosso antico, nuovo un fico

Zingaretti apre le liste. “Neanche un voto va perso alle Europee”.
(la Repubblica, 27 marzo 2019)
Zanda: “Finanziare i partiti? Lo dice la Costituzione, non cedo all’antipolitica”.
(la Repubblica, 29 marzo 2019)
Nuovi diserbanti: Zanda.
(il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2019)
La difficile unità Pd-Mdp. D’Alema a Zingaretti: “Dai un segno di sinistra”.
(la Repubblica, 7 aprile 2019)
Rosato: “A che serve recuperare il fuoriusciti? Valgono il massimo l’un per cento”.
(ibidem)

Zinga: rosso antico, nuovo un fico

Se questo è il bel Pd di Zingaretti
sia lecito additare i suoi difetti
considerato che il rinnovamento
di certo non appare a un occhio attento.

Nuovo non è il tesoriere Zanda
che propone ogni dì un’azion nefanda:
oggi l’aumento infam della mercede
per chi affamato in Parlamento siede,

ieri il ritorno dei finanziamenti
per i partiti ormai senza proventi.
Nuovo non è il compagno di merenda,
quel Renzi al cubo ch’è Carlo Calenda,

becchino di un partito in agonia.
Nuovo non è Giuliano Pisapia,
l’eterno sor Tentenna pendolante
fra il centro e la sinistra accomodante.

Nuovo non è Simona Bonafé
nel centro Italia candidata Ue,
super renziana ancora più del tosco
che nel partito fa l’uccel di bosco.

Nuovo non è il Ni agli scissionisti
costretti a candidar poveri cristi
per non fare soffrir troppo Giachetti
che vorrebbe schiacciarli come insetti.

Nuovo non è il manual Cencelli
col quale par Nicola si arrovelli
per tener buoni sia i capibastone
che i cacicchi local sempre in azione.

Nuovo non è il silenzio sul passato,
su tutti i guai che Renzi ha combinato
sia col Jobs Act che con la Buona Scuola.
Nuovo non è non dire una parola

sui comitati civici renziani
che usciran dal Pd dopodomani.
Nuovo non è il fatto che l’agenda
per il futuro ormai sia una leggenda:

Zingaretti ne parla e ne riparla
ma fino a adesso è stata solo ciarla,
nero su bianco non si è visto nulla,
con la penna nessuno si trastulla

per il timore che un nuovo programma
faccia scattare dei renziani il dramma
e la finta unità che par raggiunta
in realtà sia già bella che defunta.

Nuovo non è la guerra ai 5 Stelle
dei qual si vedon sol le marachelle
cercando di trovare il pel nell’uovo
senza apprezzar gli sforzi verso il nuovo.

Una sola domanda a Zingaretti:
“Se grazie al finto nuovo che prometti
per un miracolo otteneste mai
il ventidue per cento, fin dei guai?

Col ventidue per cento, buon Nicola,
non si governa, l’hai imparato a scuola.
Perciò il dì della scelta si avvicina:
o con i 5 Stelle o la rovina”.

blog MicroMega, 30 aprile 2019

Giorgio, il Temporeggiatore

Napolitano: “Resto fino all’ultimo giorno”.
Nomina dieci saggi per risolvere la crisi e rassicura l’Europa: un governo c’è e lavora.
(la Repubblica, 31 marzo 2013)
La mossa del Colle per prendere tempo. “Bisognava tranquillizzare i mercati”.
(ibidem)
Napolitano non si dimette e s’inventa i dieci “saggi”.
(il Fatto Quotidiano, 31 marzo 2013)
Il revival del manuale Cencelli per i dieci “saggi” dell’inciucio.
(ibidem)
Saggi, il Pdl sfida il Quirinale. Bocciati anche da Grillo. Napolitano: sospetti infondati, sono a tempo.
(la Repubblica, 2 aprile 2013)
Grillo attacca: “Non servono badanti”.
(ibidem)
Anche Napolitano scarica i 10 saggi dello scandalo.
(il Fatto Quotidiano, 2 aprile 2013)
Passo indietro di Re Giorgio: “Saggi informali e a tempo”.
(ibidem)

Giorgio, il Temporeggiatore

Ringraziamo i Cinquestelle,
compagnia falso-ribelle
e l’insultatore Grillo
se c’è il rischio che il Mandrillo

prima o poi torni al potere.
Dei grillin grazie alle schiere
questo Parlamento nuovo,
di briganti non più covo,

bensì luogo di virtù
grazie a donne e gioventù,
non combina ancora niente
poiché Giorgio, il presidente, Continua a leggere

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