Cucù, cucù, ora l’Imu non c’è più

Imu, rischio caos per il pagamento e sulle banche scatta l’acconto del 130%.
(la Repubblica, 1 dicembre 2013)
Tre decreti e sei sigle, ecco la via crucis della tassa che nessuno riesce ad abolire.
(ibidem)
Imu e Giustizia, le manovre per risuscitare il caimano.
(il Fatto Quotidiano, 1 dicembre 2013)
Il decreto Imu cambia ancora. Il governo cerca di non far pagare la tassa extra dovuta a gennaio.
(la Repubblica, 2 dicembre 2013)
Comuni: mini-Imu da 400 milioni. A rischio le detrazioni sulla prima casa.
(la Repubblica, 3 dicembre 2013)
Imu, pasticcio infinito. Sindaci nel guado.
(il Fatto Quotidiano, 3 dicembre 2013)

Cucù, cucù, ora l’Imu non c’è più

Per dir la verità su Giorgio e Letta,
gli inventor del governo a larghe intese,
parliam dell’Imu, tassa maledetta,
che il più grande bandito del Paese

promise di levare agli italiani.
Enrico finì dritto nel tranello
e dell’investitura all’indomani
si caricò dell’infernal fardello.

Tre decreti e tre leggi dello Stato
più una quarta in arrivo a Capodanno
con Saccomanni Letta si è inventato,
salendo il suo Calvario con l’affanno.

Cominciò col bloccar la prima rata
che col secondo passo poi abolì,
col terzo la seconda fu annullata,
ma la storia non è finita qui.

Non ci sono i quattrini per levarla
e un delirio di nomi fantasiosi
aggiunti a mesi di sterile ciarla
han dato risultati clamorosi.

Milioni di italian ne pagheranno,
a quanto pare, ancora una fettina
e si intravede già l’ultimo inganno
d’un piccolo rincaro alla benzina.

Che la si chiami Trise oppure Tuc
o Service tax o Tasi oppure Tari,
che la si chiami Imu oppure Iuc
è pur sempre questione di denari.

Nessun nome, se i soldi non ci sono,
per quanto nuovo, fantasioso e bello,
dovrebbe consentire a Letta prono
al fantasma del fu dittatorello,

di prender per il culo ogni italiano.
Se tira il filo non il decaduto,
ma la mano di quell’Angelo Alfano
al quale Giorgio dette il benvenuto,

per gli italian non cambia proprio niente.
Pur se le larghe intese si fan strette,
si può ben dir che Letta e il Presidente
erano e restano due marionette.

blog MicroMega, 3 dicembre 2013

La ripresa…per il culo

Politica & Palazzo. Da Letta a Berlusconi i governi “vedono” la ripresa (che non c’è) e chiedono stabilità.
(ilfattoquotidiano.it, 12 agosto 2013)

La ripresa…per il culo

La ripresa? Vecchia storia,
tutti annunciano baldoria,
fine d’un periodo immondo,
tunnel con la luce al fondo:

“Non è la locomotiva,
ma è la crescita che arriva
grazie alla stabilità.
Presto ognuno la vedrà

alla sola condizione
non ci sia qualche coglione
che, per far guerra al governo,
ci precipiti all’inferno!”

Cominciò Romano Prodi
che cercava in tutti i modi
di salvarsi dai brighella
suoi sodali e da Mastella,

ma andò a terra con un gancio
senza balzi e senza slancio.
Poi fu l’Unto del Signore
che, da grande mentitore,

citò i ristoranti pieni,
le vacanze in luoghi ameni,
l’invasion dei cellulari,
per mostrare che gli affari

progredivano decisi
e che grazie a lui la crisi
era in pratica passata:
“La ripresa è cominciata,

non scocciate chi lavora!”
E finimmo alla malora.
Anche il superprofessore
si spacciò per salvatore:

“Non staccateci la spina.
La Nazione era in rovina,
ma ai prodigi tanto attesi
mancan solo pochi mesi.

La ripresa non si vede,
ma dovete avere fede,
poiché è già dentro di noi!”
Capì tardi il parco buoi

che perfino i professori
sono grandi mentitori.
Ora tocca al prode Letta
dir che con la sua ricetta

la ripresa sta arrivando.
Anche Enrico sta tentando,
col governo che traballa,
di narrar la vecchia palla:

“Sol col mio governo, amici,
stan finendo i sacrifici,
le rincorse, le rimonte!
La ripresa è all’orizzonte!”

Con ordinativi al flop,
disoccupazione al top,
con il Pil sempre più giù
ed il debito più su,

alla fin del tunnel vede
una luce e in malafede
le dà il nome di ripresa,
mentre è una candela accesa

per seguirne il funerale.
Solo Giorgio, al Quirinale,
crede ancora a Enrico Letta,
la sua nuova marionetta.

13 agosto 2013

E il naufragar fu triste in questo mare

Il Pdl forza l’agenda sulle riforme. “Campagna per il presidenzialismo”.
(la Repubblica, 19 maggio 2013)
La rassegnazione dei democratici: “Impossibile far decadere Silvio”.
(la Repubblica, 22 maggio 2013)
Condono edilizio, il centrodestra non si arrende.
(ibidem)
Il Pdl: “Dimezzare la pena per il concorso esterno”. Scontro sulla proposta di legge depositata in commissione Giustizia. Costretti a ritirarla al no di Pd e Lega.
(il Fatto Quotidiano, 22 maggio 2013)
Un altro Porcellum, rissa Pd-Pdl.
(la Repubblica, 23 maggio 2013)
Il Cavaliere torna all’assalto della Rai. Nel mirino direzione generale e Tg2.
(ibidem)
Falck, Penati assente in aula, non rinuncia alla prescrizione. Sparisce il reato di concussione.
(ibidem)

E il naufragar fu triste in questo mare

Lo stupor non è concesso
e chi si stupisce adesso
di un governo dov’è Letta
solo un premier marionetta

o fa finta o è deficiente.
Fin da quando il Presidente,
dopo tutto il suo cianciare
sul volersi riposare

per l’età e per la stanchezza,
ha brigato con destrezza
per tornare al Quirinale,
è partito il funerale Continua a leggere

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