Qualis pater talis filius

Il 40% del bonus Irpef mangiato dalla Tasi e dalle addizionali locali.
(la Repubblica, 10 aprile 2014)
“In Rai spazio solo al televenditore Renzi”.
(il Fatto Quotidiano, 12 aprile 2014)
Camusso, gelo e fischi al congresso della Fiom.
(il Fatto Quotidiano, 13 aprile 2014)
Berlusconi da Renzi, confermato il patto. “Ma voglio modifiche”. Il premier: Senato subito.
(la Repubblica, 15 aprile 2014)
Le riforme con lo zoppo sono a rischio: Renzi vede B.
(il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2014)
L’allarme di Berlusconi: “Bisogna cambiare l’Italicum”. Renzi frena: “Non si vota ora”.
(la Repubblica, 16 aprile 2014)
Italicum all’ultimo respiro.
(il Fatto Quotidiano, 16 aprile 2014)
Dopo l’Italicum, il Senato. Slitta un’altra riforma.
(il Fatto Quotidiano, 17 aprile 2014)

Qualis pater talis filius

Ormai sono due vecchie conoscenze
Berlusconi ed il guitto fiorentino
che già quand’era sindaco a Firenze
corse a trovarlo a Villa San Martino.

Da allora, come fra vecchi compari,
si son moltiplicati rendez-vous,
chiamate e messaggini ai cellulari,
incontri in compagnia ed a tu per tu.

Così l’inciucio del primo momento
si è evoluto da complice bisbiglio
in liaison fra docente e allievo attento
e in rapporto di un padre con il figlio.

Il padre e professore Berlusconi
ha consegnato al pargolo suo allievo
le dispense con tutte le istruzioni
per diventar statista di rilievo.

“Prometti ottanta euro ai sempliciotti
come in passato io tolsi l’Imu e l’Ici
e al tempo di pagarli glieli fotti
con un gioco di trucchi ed artifici”.

“Nel proporre una legge elettorale
sostieni che è miglior della porcata. .
Basta che sia, pur se tale e quale,
da una ministra gnocca presentata.

Con liste chiuse, premio e sbarramenti
la Consulta un bel dì la boccerà,
ma gli eletti saranno a te obbedienti
e sul momento questo basterà”.

“Tieni le luci accese nella notte
e la mattina twitta presto assai,
la massa di babbei che tutto inghiotte
con questi gesti ti conquisterai”.

”Fatti fotografar coi candidati,
ho visto che a Torino l’hai già fatto,
pur se sembrate due veri sfigati
per queste cose il popolo va matto”.

“Vai sempre alla tivù, mi raccomando
poiché gli spettator sono dei pirla
che bevon le bugie che stai sparando.
E’ cosa che già fai, ma è ben ridirla!”

“Prometti tanti posti di lavoro
e col Jobs Act poi frega i cigiellini.
I sindacati litigan fra loro
ed il colpevole sarà Landini”.

“Non toccare il conflitto d’interessi
e prima o poi te ne potrai giovare”.
“Con i preti moltiplica gli amplessi
e la Tasi non fargliela pagare”.

“Rottama le auto blu come Tremonti,
gli italiani ci sono già cascati
ed a farsi fregar son sempre pronti.
Decine di governi li han gabbati”.

“Per la scuola non devi fare nulla.
I miei governi l’han tolta di mezzo
grazie alle cure di quella fanciulla.
Al massimo puoi far qualche rappezzo

e dare qualche soldo alle private.
Ho visto la Giannini già in azione…”.
“L’evasione fiscal non la toccate,
sia in Italia che in Confederazione”.

“Le donne van promosse ed ovviamente
non per i meriti del bunga bunga.
Per farti bello, falle presidente
così che almeno qualcheduna giunga

ad avere uno straccio di potere.
I presidenti non contano nulla
e costan poco più di un consigliere”.
“Con gli F 35 si trastulla

il nostro amato Capo dello Stato,
pertanto di ridurli fai sol finta”.
“Per la trasformazione del Senato
datti da far con tutta la tua grinta.

Con una sola Camera ed in più
eletta con l’Italicum potrai
alla democrazia fare cucù”.
“Segui questi consigli e vincerai!”

Fu così che seguendo le istruzioni
dell’anziana macchietta meneghina
il più sveglio dei nuovi fanfaroni
portò questo Paese alla rovina.

blog MicroMega, 18 aprile 2014

Napolitano ter

Solo 16 ministri, la metà sono donne.
(la Repubblica, 22 febbraio 2014)
Vertice di quasi tre ore al Colle. Tensione su Giustizia e Esteri.
(ibidem)
Il Colle cancella Gratteri. Renzi nasce già dimezzato.
(il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2014)
Il renzicchio.
(ibidem)
Renzi, governo a quattro mani.
Dopo quasi tre ore il Quirinale corregge la lista: “Alla Giustizia non può andare un giudice”.
(ibidem)

Napolitano ter

L’Italia tutta attende il lieto evento.
Sta al Quirinale da Napolitano
da un paio d’ore il fiorentin portento
salvatore del popolo italiano

che inizia a dubitare e già si chiede:
“Rinchiusi nel segreto di una stanza
tra il Bomba e Sua Maestà cosa succede?
Dobbiam forse riporre ogni speranza?”

Passa mezz’ora e infin spunta Matteo
che illustra il suo governo gattopardo,
seguito dall’anzian partenopeo
che spiega le ragioni del ritardo.

La gallina che canta ha fatto l’uovo!
“Nessun braccio di ferro col premier
durante le tre ore di ritrovo.
Mia moglie Clio ci ha preparato il the,

abbiam guardato un pezzo di partita,
chiacchierato sul Napoli e sui viola,
telefonato al Papa gesuita
scambiato coi marò qualche parola

e infin, parlato un po’ del più e del meno,
gli ho fatto i complimenti per la lista
che gli ho approvato in un battibaleno…”.
Ma il naso si è allungato al migliorista.

Checché si dica dopo Enrico Letta
Napolitano non ha perso il vizio
di fare d’un premier una marionetta,
imponendo Sempronio, Caio e Tizio.

“Alla Giustizia mai dei magistrati,
vogliono agire da ministri veri
rischiando di dar buoni risultati.
Matteo, cancella subito Gratteri!

I magistrati son dei curiosoni,
pensa a Palermo cosa han fatto a me
per quell’affar delle intercettazioni…
Teniamoli lontano, sai com’è”.

“Ma hai già fatto ministro Palma Nitto,
magistrato sodal di Cosentino…”.
“Ma che dici Matteo, stattene zitto!”,
risponde il Re facendo l’occhiolino.

“E chi ci metto allora, Presidente?”
“Mettici un garantista del Pd
che non faccia mai male al delinquente…”.
E fu così che Orlando finì lì.

“Ed al Tesoro?” “Metterei Delrio
od un altro politico di pregio…”.
Napolitano fa l’ira di Dio:
“Non un politico, è un sacrilegio!

Ci vuole un tecnico e sai perché?
Checché si dica noi siamo vassalli
delle nazioni forti della Ue
e ad Angie non dobbiam pestare i calli.

A parere di Draghi e di D’Alema
Pier Carlo Pàdoan sembra il migliore.
Da un’altra parte il tuo Delrio sistema
e metti delle banche un servitore”.

“E all’Interno?” “Per discontinuità
nonché per evitare il bis di Letta
vorrei togliere Alfano…”. “Ma va’ là,
non intonare questa canzonetta…

Fra il dire e il far, Matteo, c’è in mezzo il mare.
La discontinuità non farla, basta dirla
e ai vecchi ministeri fa’ tornare
del Nuovo Centro Destra ‘sti tre pirla”.

“Confermi gli Esteri per la Bonino?”
“Pensavo di cambiarla, per il vero”.
“D?accordo, il radicale è un partitino
ed anche se Pannella è battagliero

non ha forza per fare alcun ricatto.
Accontentati Silvio, me ed Alfano,
del resto del governo me ne sbatto.
Fa’ pure quel che vuoi, caro toscano!”

E fu così che il vecchio gattopardo
modificò la lista di Matteo
uscita con tre ore di ritardo,
in autentico stil partenopeo.

Il Renzi primo che succede a Letta
in omaggio a Giorgio, Alfano e Cavalier
la discontinuità fa barzelletta
e diventa Napolitano ter.

blog MicroMega, 25 febbraio 2014

Una casa di tolleRenzi

File piene di immigrati e avversari nella guerra ai potentati locali. Il Pd diventa terra di avventurieri.
Il caso Ciociaria: boom di iscritti e circoli vuoti.
(la Repubblica, 2 novembre 2013)
Il carretto siciliano di Renzi, spinto da destra.
(il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2013)
Risse, circoli “finti” e truppe cammellate. La guerra Pd a Roma.
(il Fatto Quotidiano, 3 novembre 2013)
Congressi caos, Epifani riunisce la segreteria Pd.
(la Repubblica, 4 novembre 2013)
Pd, la guerra dei congressi. Cuperlo: ho vinto 49 a 35. Ma i renziani: dati falsi.
(la Repubblica, 5 novembre 2013)
Pd, allarme per il caos congressi. Sette segretari a rischio revoca. Epifani: così gli elettori scappano.
(la Repubblica, 6 novembre 2013)
Tessere e ricorsi, il Pd non sa che pesci prendere.
(il Fatto Quotidiano, 6 novembre 2013)
Caos Pd, stop al tesseramento.
(la Repubblica, 7 novembre 2013)
Circoli sbarrati: il Pd vuole fermare le iscrizioni.
(il Fatto Quotidiano, 7 novembre 2013)
Pd, stop al tesseramento da lunedì.
(la Repubblica, 8 novembre 2013)

Una casa di tolleRenzi

Ma cos’è questo Pd?
Se ha per madre la Dc
e il Pci per genitore,
perché mai tanto stupore

se è un partito allo sbaraglio?
Ogni giorno un nuovo incaglio,
un litigio, un cataclisma
con battaglie d’ogni risma

fra color, ieri fratelli,
oggi pronti coi coltelli
a lottare all’arma bianca
per contendersi una panca,

una sedia, una poltrona.
Al mattin la sveglia suona
e la lotta si riprende.
Chiaro che chi se ne intende

e sa dove soffia il vento
può cambiare schieramento
per seguire il carro giusto
che ha alla guida il nuovo fusto.

Non è tipo da programma,
sa soltanto dire “Smamma,
sento puzza di stantio
e ora qui mi siedo io!”

Le primarie sono in vista
e è partita la conquista
dei congressi provinciali.
I sistemi son brutali:

compravendite di voti,
tessere per gli ostrogoti
iscrizioni raddoppiate
e le truppe cammellate

che hanno invaso le sezioni
al comando dei baroni.
Risse, circoli fantasma
e dovunque un gran marasma

per un posto ove sedere
alla caccia del potere,
un poter non da statista,
ma da piccolo affarista,

da burocrate fallito
alla moda dei Fiorito
e dei tanti suoi compari
disonesti e tangentari.

Oramai pare il Pd
solo un comodo taxì
per arditi faccendieri,
trafficoni e avventurieri.

Frosinon, Lecce, Torino,
Asti, Empoli, Avellino,
Reggio, Trapani, Cosenza,
Sircusa, Enna, Piacenza,

Roccasecca e Isola Liri
son campioni di raggiri.
Nel partito il caos avanza,
ognun ha la maggioranza!

Epifani, il segretario,
ogni dì sale il Calvario.
Ripulire le sezioni?
Dar lo stop alle iscrizioni?

Direzioni, comitati,
giorni e giorni sputtanati
per levarsi dagli impicci
fra dibattiti e bisticci

di politici pigmei,
d’incapaci, di babbei,
d’immoral quaraquaquà
senza luce e dignità.

La moral? E’ giusto dirla:
“Questa manica di pirla
oramai non è un partito,
ma un bordello mal gestito!”

blog MicroMega, 12 novembre 2013

Top