Stella, stellina

Commissario Sala, il cerchio magico nei guai con la legge.
(il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2015)
L’incertezza “congela” la politica. Rischio Pd ai ballottaggi con M5S.
(la Repubblica, 22 novembre 2015)
Pragmatismo a 5 Stelle. Torino a tutti i costi, anche assieme ai “rossi”.
(il Fatto Quotidiano, 22 novembre 2015)
Le amministrative. Tranne Torino, restano aperte le partite in tutte le altre città.
Sala in pole position a Milano, tutti i dubbi per la Capitale.
(la Repubblica, 23 novembre 2015)
Primarie, scontro nel Pd. Il premier ora frena: “Ne parliamo a gennaio”.
“Ora moratoria”. E propone di farle il 20 marzo.
(la Repubblica, 24 novembre 2015)
“Moratoria sulle primarie”. Così Matteo zittisce i nemici.
(il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2015)

Stella, stellina

Le elezioni comunali
di cui parlano i giornali
son qualcosa che conforta
chi le gesta non sopporta

del toscano fanfarone
ed aspetta l’occasione
di gioir perché il partito,
Renzi o non Renzi, è bollito.

Da una coppia agonizzante
concepito un dì durante
un amor senza entusiasmo,
mezzo coito, mezzo orgasmo,

malaticcio e delicato,
Matteo non lo ha ben curato.
Circondato dai suoi schiavi
nel leccargli il culo bravi,

Renzi esercita il comando
solo sul giglio nefando,
ma i Comuni e le Regioni
girar gli fanno i coglioni

ed a primavera, è noto,
i Comuni andranno al voto,
il che ben sperare fa.
Sono cinque le città

che daran più d’una rogna:
con Milano e con Bologna,
Roma, Napoli e Torino.
Dappertutto è un gran casino,

visto che in periferia,
non si sa per qual malia,
c’è una situazione triste:
il partito non esiste.

Ras locali, rottamati,
incapaci patentati,
condannati, vecchi arnesi,
birichin, geni incompresi,

son già pronti a battagliare
e il Pd non sa che fare.
C’è chi vuole le primarie,
chi: “Non sono necessarie!”,

chi le vuole con l’imbroglio,
chi vuol aggirar lo scoglio
con il voto ai salvatori
che qua e là saltano fuori,

come a Roma Malagò
e il campione dell’Expo
a Milan, quel Sala che,
pur se cocco del premier,

non è un mago nel controllo:
ancor prima del decollo
della Grande Esposizione
gli hanno, ahimè, messo in prigione

cinque collaboratori.
A Torino grandi onori
per il sindaco Fassino,
anche se è un vecchio piddino.

Rottamarlo perché anziano?
No, perché Piero è renziano!
Renzi il fiorentino putto
per prudenza stoppa tutto:

“Ne parliamo a primavera!”,
mentre in cielo a prima sera
son comparse cinque stelle.
Ne vedremo delle belle!

blog MicroMega, 25 novembre 2015

San Matteo e l’arcangelo Michele

Renzi al generale al telefono: “Letta incapace, B è con me”.
(il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2015)
Guardia di Finanza, schiere di democrat per Adinolfi. Messaggi e cene per aiutare l’amico.
(ibidem)
Dalla Provincia a Palazzo Chigi, tutti i guai e i pasticci di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2015)
“Adinolfi favorì Renzi, ora la Procura indaga.
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2015)
Tutti i finanziamenti a Renzi. Ecco le denunce dimenticate.
(il Fatto Quotidiano, 29 agosto 2015)

San Matteo e l’arcangelo Michele

Strano, ma nessun ne parla.
Han beccato Mister Ciarla
a parlare al cellulare
con Michele, un suo compare

alla Guardia di Finanza.
Adinolfi è un uom di panza
che a Firenze fu per anni
di boss regional nei panni,

di Matteo già grande amico,
prima che fottesse Enrico,
grazie a Lotti, il lampadina.
Matteo Renzi che combina

con l’amico al cellulare?
Gli racconta il triste affare
dell’enricostaisereno
che ti fotto in un baleno!

“Il premier è un bravo ragazzo,
però non combina un cazzo,
non sa proprio fare niente
e sarebbe un Presidente

molto adatto per lo Stato.
Con Re Giorgio ne ho parlato:
“Lo cacciamo da premier
e gli promettiamo che

quando compie cinquant’anni
vestirà i tuoi stessi panni,
al tuo posto in Quirinale”.
Giorgio ci è rimasto male,

poiché troppo tempo manca
e lui che già adesso arranca
vuole dar le dimissioni.
Perciò tutti i dì son buoni

per cacciare dal Palazzo
Letta Enrico e poi mi piazzo”.
Adinolfi n’è estasiato,
Letta non gli è mai garbato

poiché da premier gli nega
quella altissima cadrega
della Guardia di Finanza
che lui vuol con arroganza.

Per la gioia quasi schiatta:
“Ti ho mandato una cravatta
dai colori rosso e nero
con l’augurio più sincero

per il compleanno d’oggi.
Spero ben che tu la sfoggi,
un cadeaux non si rifiuta”.
E “Ciao stronzo!” lo saluta.

“Pensar mal sembra un peccato,
ma sovente non è errato…”,
disse un dì Giulio Andreotti,
grande amico di picciotti.

Perché dei copiosi esposti
sugli strappi molto tosti
di Matteo, alla Procura
nessun mai si prese cura?

E l’affitto non pagato
a un amico assai gravato
dal conflitto di interessi?
Perché tutti pesci lessi

sulle tante associazioni
e le strane fondazioni
fatte con i suoi compari
alla caccia di denari?

Perché tanta soavità
sui problemi del papà,
fra gestioni furbacchiotte,
intrallazzi e bancarotte?

Non sarà che il buon Michele,
con le massime cautele,
abbia soffocato tutto
per salvare il tosco putto?

Chi ha fermato la Procura?
Adinolfi o addirittura
l’ex Procurator Quattrocchi
che ha trovato nuovi sbocchi

e, approdato alla pensione,
guarda la combinazione,
fa in Comune il consulente
di un Nardella un po’ scadente?

Ora la Procura indaga.
Sanerà la vecchia piaga?
La Giustizia l’avrà vinta
o sarà una cara estinta?

blog MicroMega, 31 agosto 2015

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