Maledetti toscani

L’ultima sfida di Renzi a Letta. “Sul governo si può cambiare schema”. Il premier: non voglio galleggiare.
(la Repubblica, 7 febbraio 2014)
Dietro il duello fra Enrico e Matteo rispunta l’eterna guerra tra democristiani.
(ibidem)
Imboscate e kamikaze. Letta nipote rischia il collo.
(il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2014)
Letta: “Vado da Napolitano, poi il patto di programma”. Gelo di Renzi: “Bene, era ora”.
(la Repubblica, 9 febbraio 2014)
Letta supergalleggiante.
(il Fatto Quotidiano, 9 febbraio 2014)
Tra Letta bis, staffetta e urne anticipate il quizzone del leader spacca il Pd.
(la Repubblica, 10 febbraio 2014)
Renzi fa le consultazioni e sale al Colle. “Col rimpastino non si va lontano”.
(la Repubblica, 11 febbraio 2014)
Ma Letta rilancia e prepara il bis. “Avanti oltre il 2015, italiani con me”.
(ibidem)
Napolitano-Renzi: il governo futuro si gioca a cena.
(il Fatto Quotidiano, 11 febbraio 2014)

Maledetti toscani

Da sempre nel pollaio del Pd
c’è stata grande lotta fra due galli
e, dopo le primarie giunti qui,
la pace par di nuovo che traballi.

I due galletti sono Renzi e Letta:
un giovane boy scout molto sapiente,
il qual non ama fare la gavetta
ed un democristian molto efficiente

solo nel dir faremo quello e questo
alla maniera d’un quaraquaquà.
Il primo nel parlare è molto lesto
e affascina, sparando bla bla bla,

oltre che il popolo dei creduloni,
anche chi vuol cambiare qualche cosa
stremato dai presidenzial sermoni.
Enrico è una melassa appiccicosa,

democristo mellifluo fino all’osso
che ha avuto due fortune nella vita:
l’investitura da un nonnetto rosso
ed uno zio che è quasi un gesuita.

La battaglia fra due democristiani
non è fatta di scontri in campo aperto,
ma di “unità!”, sorrisi, sguardi strani,
“lealtà!”, “facciamo squadra!”, “questo è certo!”

Di qua c’è Letta che a Palazzo Chigi
in dieci mesi non ha fatto nulla,
essendo stati gli unici prodigi:
l’abolizion dell’Imu che è fasulla

poiché con altro nom vien riesumata,
la riduzion del costo del lavoro
che un’elemosina si è rivelata,
i miliardi alle banche, di straforo,

cinquecento milioni da un emiro,
mancia che vale Messi, il calciatore,
sull’Alitalia un’altra presa in giro
col dono a uno sceicco salvatore,

la Fiat che negli States ha traslocato
e un gran numero di decreti legge
che vagano fra Camera e Senato,
come fanno la pecore di un gregge.

Legato al cadreghino in modo indegno,
proclama ad alta voce: “Non galleggio!
Nel duemilaquattordici mi impegno
a porre con Matteo la fine al peggio!

Con Letta bis, rimpasto o rimpastino,
coi ministri di Renzi nel governo,
perché smetta di fare il birichino,
usciremo da questo lungo inverno”.

Per dare prova delle sua efficienza
viaggia di un flipper come la pallina,
ogni giorno un arrivo o una partenza,
anche a Putin, l’omofobo, si inchina.

Di là il rivale, grande fanfarone,
il qual, dopo la legge elettorale,
vuole cambiare la Costituzione
con l’aiuto del noto criminale.

Ma ben altro in realtà Renzi progetta:
a legge elettoral modificata,
con un bel calcio nel sedere a Letta
vorrebbe le elezioni di volata.

Tutti lo voglion: i poteri forti,
la Fiom, gli alfanidi con i montiani,
gli industriali, secondo Squinzi morti,
Cuperlo, Sel, nonché gli americani.

E’ tale il fascino del neo messia,
tale il disastro del governo Letta,
che per il voto par lunga la via,
è necessario far molto più in fretta.

La soluzione è pronta: Letta, addio!
Cacciato dalla sedia con la scopa,
lasciato il suo paese solatio,
farà qualche mestiere per l’l’Europa

ed a Palazzo Chigi arriverà
della Nazione il nuovo Salvatore
che il povero paese sfascerà,
come già fece l’Unto del Signore.

E nonno Giorgio? Ha perso la partita
con la cacciata della marionetta.
S’avvia del Quirinal verso l’uscita…
In tribunale Di Matteo lo aspetta.

blog MicroMega, 11 febbraio 2014

Un quarantenne nonnodipendente

Letta lancia la sfida dei quarantenni. “Tocca a noi, guai a fallire. Subito le riforme, Renzi non vuole il voto”.
(la Repubblica, 24 dicembre 2013)
Letta: svolta generazionale, noi quarantenni senza più alibi. Nel 2014 riforme e ripresa.
(ibidem)
La modernità e il tatticismo.
(ibidem)
Letta, quarantenne in fuga. “Giù le mani dal Quirinale”.
Nella conferenza di fine anno il premier rivendica: ho ringiovanito il governo.
(il Fatto Quotidiano, 24 dicembre 2013)

Un quarantenne nonnodipendente

E’ fine d’anno e in conferenza stampa
si esalta il nipotino Enrico Letta,
il qual per la vergogna non avvampa
nel raccontar la nuova barzelletta

di una generazion di quarantenni
che, saltando trent’anni in calendario,
supererà gli ostacoli perenni
di una Nazione avvolta nel sudario.

Albero di Natale alle sue spalle,
con profumo d’incenso e stil curiale,
propina ai giornalisti le sue palle
sul miracolo generazionale.

Di fronte a Renzi e ad Angelino Alfano,
in politica nuovi pressoché,
la marionetta di Napolitano
la novità reclama anche per sé.

Finge di non saper che l’abbiam visto
da decenni in politica impegnato,
inizialmente come democristo
ed or da progressista mascherato.

Pachiderma che lepre vuol sembrare,
percorre la sua strada Lettamente,
copyright Grillo, intento a raccontare
le abitual menzogne di chi mente.

In soltanto sei mesi Lui farà
quello che in dieci anni non han fatto
tutti i politici quaraquaquà
ai quali i quarantenni han dato sfratto.

I primi passi verso le riforme
del Senato e dei seggi in Parlamento.
La legge elettoral con nuove norme.
Delle provincie l’annichilimento.

Un pian per il lavoro ormai scordato.
Spending review e lotta all’evasione.
Il rientro, da secoli aspettato,
dei quattrin dàlla Cònfederazione.

Le norme contro l’autoriciclaggio,
la criminalità e i reati annessi.
Ed infin, proprio come in un miraggio,
la morte del conflitto d’interessi.

“Siamo una bella squadra e lo vedrete:
il trio Matteo, Enrico ed Angelino
è in grado di raggiungere le mete
che tutti porteran fuor dal casino!”

La conferenza stampa è ormai alla fine,
la platea, già mezza addormentata,
rimpiange Berlusconi e le olgettine,
quando Letta fa l’ultima sparata:

“Abbiate fede in me, un quarantenne
che se si trova qui può ringraziare
un vecchio comunista novantenne
che suo tramite vuole governare!”

Ma è il solo scudo che protegge Letta.
Il giorno in cui Re Giorgo se ne andrà
perché canaglia Renzi lo sgambetta,
dentro la sua melassa annegherà

blog MicroMega, 29 dicembre 2013

Piccolo mondo antico

Il tramonto dal Quirinale. D’Alema, Casini: il piccolo mondo antico si ritrova per il libro di Napolitano.
(il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2013)

Piccolo mondo antico

Montecitorio, appaion tre fantasmi
per presentare il libro d’un di loro
e della muffa sentono i miasmi
gli intervenuti al triste concistoro.

L’Europa è il tema de “La via maestra”,
il libro scritto da Napolitano
quand’era ancor direttor d’orchestra,
ma uscito quando non è più un titano.

Le larghe intese, divenute strette,
si sono dimostrate insufficienti
a trasformare delle marionette
in politici bravi e competenti

ed il Re, oltre i meriti osannato
come autor di sapiente pilotaggio,
or si ritrova vecchio pensionato
cui suggerir di darsi al giardinaggio.

Anche l’Europa, oggetto del suo amore,
non sembra più goder buona salute
nelle man di chi ha fatto del rigore
la tomba di Nazioni ormai spremute.

Ad officiare il rito letterario
D’Alema, il rottamato da Matteo,
fino a ieri statista leggendario
ed oggi vittima dei marameo

delle giovani leve del partito
che, maneggiando la renziana scopa,
con gesto dell’ombrello e medio dito,
non voglion candidarlo per l’Europa.

A Massimo si affianca quel Casini
che il Centro va da sempre predicando
con risultati che chiamar meschini
sembra una lode per Pierferdinando.

Fallì con Fini, rifallì con Monti,
fallì con Montezemolo Cordero
ed ora, grazie ai vil camaleonti
che hanno Angelino come condottiero,

di fallimenti recordman sarà.
Sembrano il simbolo di un Mondo Antico
Napolitano e i due quaraquaquà
che, pur ormai contando come un fico,

ancor s’illudono d’essere potenti.
Non sanno che, caduto Berlusconi,
cadranno i pavidi, i conniventi,
chi lo tenne lontan dalle prigioni.

Il trio pertanto sta per decadere:
farà Pierferdinando il chierichetto,
D’Alema sarà un buon conferenziere
e Giorgio Re arretrerà a cadetto.

blog MicroMega, 18 dicembre 2013

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