Il cialtrone di Pontida

In viaggio tra i tifosi di Salvini. Selfie e baci sognando il Salvatore.
Da Catania a Pontida il ministro cerca il contatto fisico e i fan apprezzano.
“Hai la pancia ma sei un bell’uomo” gli urla una siciliana.
C’è chi si preoccupa: “Devi riposarti”.
(la Repubblica, 18 agosto 2018)

Il cialtrone di Pontida

E’un trionfo ovunque vada,
su pei monti, per la strada,
nella piazza del paese,
dentro i bar, fuor dalle chiese

o nel prato di Pontida.
Dappertutto applausi, grida,
pacche, abbracci, invocazioni.
Dopo il Duce, Berlusconi

ed il puffo di Rignano
ora il popolo italiano,
mandria immensa di bovini,
vuole sol Matteo Salvini.

Il panzone pensionato,
il bulletto palestrato,
la matrona pettoruta,
la vecchietta linguacciuta,

la coppietta di borgata,
il pelato camerata,
la mammà con il bambino
il cafon con l’orecchino

in lunghissimo corteo
fanno il selfie con Matteo.
Chi alla fin l’ha conquistato,
pur se orribile, sfocato

e, purtroppo, veritiero
se lo guarda tutto fiero
e lo mostra soddisfatto
a chi ancor non se l’è fatto.

Con la sua aria gradassa
urla il Capitan Fracassa
e alla guerra santa invita:
“E’ la pacchia ormai finita!

Tutto è sotto il mio controllo,
di un millimetro non mollo
nel respingere i migranti!
Han finito quei furfanti

con le splendide crociere!
Via! Ed a calci nel sedere!”
Fra mozioni degli affetti
e carezze ai pargoletti

par l’imam di Gallarate
mentre spara altre cazzate:
“Star con voi per ferragosto
diventar mi fa più tosto

ed in vostra compagnia
sono pieno di energia
per difendere i confini!”
“Grazie d’esser coi bambini,

sono il sole ed il futuro!”
pigola il turpe figuro
mentre i genitor commossi
lacriman con gli occhi rossi.

Alla ‘ndrangheta si espande:
“Io la metterò in mutande,
finiran tutti in galera!”
Nella magica atmosfera

dalla mandria dei bovini
molti inneggiano a Salvini
come a un santo sull’altare.
“Capitan, fatti toccare!”

“Sei un bell’uom, pur con la pancia!”
“Con la man sfiorai la guancia
del campion sceso quaggiù!”
e…non se la lava più.

“Ama i bimbi, ama l’Ttalia,
è per questo che mi ammalia!”
“Alla ‘ndrangheta pon freno!”
“Prende l’autobus e il treno

proprio come tutti noi,
senza farsi i cazzi suoi!”
“Basta col galleggiamento,
Matteo vuole il cambiamento!”

“Finalmente un che decide
e fa superar le sfide
fino alla trionfal vittoria!”
La moral di questa storia?

Quando sei così coglione
da affidarti ad un cialtrone,
non ragioni ma fai il tifo
e alla fin tutto è uno schifo.

blog MicroMega, 30 agosto 2018

Addio, mio bello, addio

Renzi chi?
(il Fatto Quotidiano, 21 gennaio 2017)

Addio, mio bello, addio

Certo il No è stato un knockout
per il povero boy scout.
Certo il dar le dimissioni
e vedere Gentiloni

che diventa il proprio erede
ed al suo posto si siede
lo fa andar fuor di cervello.
Certo spingere il carrello

con la spesa del mercato
è uno schiaffo esagerato.
Certo salutare il Giglio
e portare a scuola un figlio

con paterna tenerezza
non dà il massimo di ebbrezza.
Certo star senza la Boschi
vuol dir viver tempi foschi.

Il moral certo va giù
se ogni dì non sta in tivù,
in due o tre dei suoi canali,
e lo snobbano i giornali.

Certo che bello non è
il vedere il neo premier
dalla Merkel a Berlino
e star senza il suo bacino.

Dopo tutta la fatica
di appagar la voglia antica
di un aereo personale
che ci costa un capitale,

certo al povero figliolo
il vederlo adesso in volo
con a bordo Gentiloni
fa girar molto i coglioni.

Certo il No di Carofiglio
a esser petalo del Giglio
della sua segreteria
non è il meglio che ci sia,

come il gesto di Martina
che fa No con la manina.
Certo l’esser sputtanato
da uno Staino che ha chiamato

a diriger l’Unità
tanta gioia non gli dà.
Certo il crollo di iscrizioni
degli antichi creduloni

al partito moribondo
rischia di mandarlo a fondo.
Certo la cresta dell’onda
con la schiuma che lo inonda

e gli fa sentir l’ebbrezza
di una celestial carezza
è un ricordo che fa male
nella situazione attuale.

Certo che, facendo il conto,
è terribile il confronto
fra un Re Mida che indorava
tutto quello che toccava

e un tapin che sta al paese
con i figli, con Agnese,
con la felpa e le ciabatte.
Eppur Renzi se ne sbatte,

non si arrabbia, non impreca,
non è in preda a furia cieca,
non va in chiesa a pregar Dio
perché breve sia l’oblio.

E non piange lacrimoni.
Renzi pensa a Gentiloni
e ai problem che gli ha lasciato:
un bilancio disastrato

che la Ue vuol sia corretto
con manovra a pronto effetto.
Una legge elettorale
che fa schifo ad un maiale.

L’Alitalia che peggiora
di un milione ogni mezzora.
Il Jobs Act che non funziona.
Il flop della Scuola Buona.

L’Almaviva. Il terremoto,
le casette solo in foto.
Una cyber sicurezza
che è ridotta a una schifezza

e una Rai ch’è a un punto morto
col bidon Campo Dell’Orto,
altroché la Bbc
che promise nei bei dì!

Non è il caso di invidiarlo
ed è ben non incontrarlo
poiché ciò che gli lasciò
al neo premier procurò

il peggior dei coccoloni.
Per sfuggire a Gentiloni
Renzi assai lesto è fuggito:
sul carrello…del bollito.
(copyright Marco Travaglio)

blog MicroMega, 30 gennaio 2017

No, grazie

Lo spread, i timori delle cancellerie e ora lo scenario del Financial Times: “Il Paese rischia l’uscita dall’euro”.
Ma per esperti e sondaggisti lo spettro non si traduce in consensi per la stabilità.
Per chi vota la paura? Urne, conti e mercati, cresce l’allarme Italia. Perché può aiutare più i No che i Sì.
(la Repubblica, 22 novembre 2016)

No, grazie

Se No dicono i sondaggi
è il momento di esser saggi
e non dar per già avvenuto
che il ducetto sia fottuto.

Nella stanza dei bottoni
c’è una banda di cialtroni
pronti ad ogni colpo basso
purché il No giunga al collasso.

C’è lo spread che è risalito,
ogni giorno c’è il ruggito
di un infam potere forte
che pronostica la morte

della nostra economia.
La nutrita compagnia
si infoltisce a vista d’occhio
per salvar Renzi Pinocchio.

Le internazionali banche
non appaiono mai stanche
di lanciar funesti allarmi.
J P Morgan, fra i gendarmi,

vuol che la Costituzione
sia gettata in un bidone.
Confindustria fu assai lesta
nel predire la tempesta

con il Pil che va a puttane
e la gente senza pane.
Le cancellerie straniere
fanno in tutte le maniere

tifo per il ragazzotto:
se la stan facendo sotto
Merkel per il suo futuro
che non è così sicuro

e Barack per un presente
spaventoso e sconvolgente.
Bankitalia fa del voto
un temuto terremoto:

“C’è gran volatilità,
addio alla stabilità!”
Dà il suo fiato alla cagnara
il Financial Times che spara:

“Con il No fuori dall’euro!”,
da ricorrere alla neuro.
E il Wall Street Journal proclama:
“Col No cambia il panorama,

per chi investe è un vero insulto
che lo porterà al tumulto!”
Ai cialtroni forestieri
poi si aggiungon battaglieri

anche quelli nazionali,
altrettanto micidiali:
Padoan con Sergio Marchionne,
incrollabili colonne,

bravi con le loro imprese
nel distruggere il Paese
ed infine Giorgio Re,
il burattinaio che,

da napoletano scaltro,
con un golpe dopo l’altro
ci ha portato fino qui
per terrore di un cri cri.

Questi infami consigliori
che il No voglion fare fuori
aman la stabilità,
che è melassa in verità,

nella quale ci hanno immersi
dopo che ci siamo persi,
mentre fan gli affari loro,
con il wellfare il lavoro,

l’istruzione,la Giustizia,
la politica milizia,
la salute dell’ambiente
e un futuro almen decente.

Nessun sembra aver capito
che, pur se rincoglionito,
oggi al popolo italiano
Padoan, Napolitano,

giornalon, cancellerie,
banche, Ue, burocrazie
ormai fan sol rabbia e schifo
e pertanto il loro tifo

contro il No è la giusta spinta
per aver battaglia vinta
contro il Sì della melassa
di una casta satanassa.

blog MicroMega, 25 novembre 2016

Top