Quartetto in Re peggiore

Riforme, Renzi sfida i leader. “Tre proposte sulla legge elettorale: ora scegliete”.
Nella lettera del segretario del Pd agli altri partiti anche le unioni civili e le modifiche della Bossi-Fini.
(la Repubblica, 3 gennaio 2014)
Letta e la tenaglia del segretario. “Ma sul governo decido io”. Il premier pronto a mediare.
Alfano: se ci scavalcano salta tutto.
(ibidem)
Il dovere di cambiare.
(ibidem)
Renzi scrive, Letta cestina.
(il Fatto Quotidiano, 3 gennaio 2014)
Unioni civili, lo stop di Alfano a Renzi. “Bisogna pensare prima alla famiglia”.
Letta: “Troveremo una soluzione”.
(la Repubblica, 4 gennaio 2014)
Unioni civili, il niet di Alfano a Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2014)

Quartetto in Re peggiore

E’ un bla bla bla fra quattro furbacchioni
che parlano fra loro sorridenti
facendo finta d’essere amiconi.
Tre passano per quasi adolescenti,

ma son politici di lungo corso
col marchio democristo docg.
Il quarto è un rosso che, senza rimorso,
crede d’essere ancora nel Pci

e ai dc vuole imporre il suo programma.
Fra i tre il più obbediente è Enrico Letta,
anche perché se non si adegua smamma
dal cadreghin di prémier marionetta.

Chi fa più pena è il povero Angelino
che per tradir si è procurato il quid,
ma teme di tornar dal malandrino
se le elezioni giungon troppo speed.

Da vice premier fa la voce grossa,
ma sa che per contare qualche cosa
può solo votar no, tremenda mossa
che lo ridà al figliol di Mamma Rosa.

Renzi è piombato, vinte le primarie,
nel patto fra Re Giorgio, Angelo e Enrico
e grazie alle proposte temerarie
della stabilità pare il nemico.

Dopo una serie di rottamazioni
di vip matusalemme del partito,
per convincere i tanti creduloni
con l’abito del nuovo si è vestito.

Per non deludere le aspettative
dà il bando ai vertici di maggioranza,
ai vani tavoli di trattative
ed al cerimonial senza sostanza,

così da dimostrar che il nuovo è tale.
Il suo programma è molto succulento:
si parte dalla legge elettorale,
sulla Costituzion c’è l’intervento

con la trasformazione del Senato
ed un bel po’ di deputati in meno,
l’articolo 18 cancellato,
se chiamato job act, par meno osceno.

Infin due temi fonti di casini:
le union civil fra gli etero e fra gli omo
e il cambiamento della Bossi-Fini,
alla faccia di Alfano, pover’uomo.

Enrico Letta, buon democristiano,
s’arrabbia, ride, tergiversa, media,
mentre, tornato senza quid, Alfano
sotto il cul traballar sente la sedia.

Matteo Renzi che vuole le elezioni,
ma senza far troppo incazzare il Re,
mette Angelino nelle condizioni,
con un suo no di dir lui no al premér.

Così il cerino passa al Quirinale
dove siede il peggiore del quartetto
che, visto che il concerto è andato male,
dovrebbe salutarci: “Mi dimetto!”

blog MicroMega, 7 gennaio 2014

Una casa di tolleRenzi

File piene di immigrati e avversari nella guerra ai potentati locali. Il Pd diventa terra di avventurieri.
Il caso Ciociaria: boom di iscritti e circoli vuoti.
(la Repubblica, 2 novembre 2013)
Il carretto siciliano di Renzi, spinto da destra.
(il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2013)
Risse, circoli “finti” e truppe cammellate. La guerra Pd a Roma.
(il Fatto Quotidiano, 3 novembre 2013)
Congressi caos, Epifani riunisce la segreteria Pd.
(la Repubblica, 4 novembre 2013)
Pd, la guerra dei congressi. Cuperlo: ho vinto 49 a 35. Ma i renziani: dati falsi.
(la Repubblica, 5 novembre 2013)
Pd, allarme per il caos congressi. Sette segretari a rischio revoca. Epifani: così gli elettori scappano.
(la Repubblica, 6 novembre 2013)
Tessere e ricorsi, il Pd non sa che pesci prendere.
(il Fatto Quotidiano, 6 novembre 2013)
Caos Pd, stop al tesseramento.
(la Repubblica, 7 novembre 2013)
Circoli sbarrati: il Pd vuole fermare le iscrizioni.
(il Fatto Quotidiano, 7 novembre 2013)
Pd, stop al tesseramento da lunedì.
(la Repubblica, 8 novembre 2013)

Una casa di tolleRenzi

Ma cos’è questo Pd?
Se ha per madre la Dc
e il Pci per genitore,
perché mai tanto stupore

se è un partito allo sbaraglio?
Ogni giorno un nuovo incaglio,
un litigio, un cataclisma
con battaglie d’ogni risma

fra color, ieri fratelli,
oggi pronti coi coltelli
a lottare all’arma bianca
per contendersi una panca,

una sedia, una poltrona.
Al mattin la sveglia suona
e la lotta si riprende.
Chiaro che chi se ne intende

e sa dove soffia il vento
può cambiare schieramento
per seguire il carro giusto
che ha alla guida il nuovo fusto.

Non è tipo da programma,
sa soltanto dire “Smamma,
sento puzza di stantio
e ora qui mi siedo io!”

Le primarie sono in vista
e è partita la conquista
dei congressi provinciali.
I sistemi son brutali:

compravendite di voti,
tessere per gli ostrogoti
iscrizioni raddoppiate
e le truppe cammellate

che hanno invaso le sezioni
al comando dei baroni.
Risse, circoli fantasma
e dovunque un gran marasma

per un posto ove sedere
alla caccia del potere,
un poter non da statista,
ma da piccolo affarista,

da burocrate fallito
alla moda dei Fiorito
e dei tanti suoi compari
disonesti e tangentari.

Oramai pare il Pd
solo un comodo taxì
per arditi faccendieri,
trafficoni e avventurieri.

Frosinon, Lecce, Torino,
Asti, Empoli, Avellino,
Reggio, Trapani, Cosenza,
Sircusa, Enna, Piacenza,

Roccasecca e Isola Liri
son campioni di raggiri.
Nel partito il caos avanza,
ognun ha la maggioranza!

Epifani, il segretario,
ogni dì sale il Calvario.
Ripulire le sezioni?
Dar lo stop alle iscrizioni?

Direzioni, comitati,
giorni e giorni sputtanati
per levarsi dagli impicci
fra dibattiti e bisticci

di politici pigmei,
d’incapaci, di babbei,
d’immoral quaraquaquà
senza luce e dignità.

La moral? E’ giusto dirla:
“Questa manica di pirla
oramai non è un partito,
ma un bordello mal gestito!”

blog MicroMega, 12 novembre 2013

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