Il pifferaio tragico

Il pifferaio tragico

Nel sedici, il quattordici febbraio
così sbraitò il verde parolaio
dal palco del congresso di Collegno
arringando i suoi fan in modo indegno:

“La schifezza che ha nom magistratura
è un cancro da estirpare, una iattura
e ne difenderò ogni leghista
che sia indagato quando scende in pista.

Gli stronzi che amministran la Giustizia
stian ben lontani dalla mia milizia
che in qualunque vicenda della Lega
dà battaglia a favor della congrega”.

Per vilipendio alla magistratura
il tribunal di lui si prende cura
ma da un lustro procede molto lento
grazie al legittimo impedimento

che ad ogni udienza invoca il suo legale
per frenar di Torino il tribunale.
Non sol, oltra alla squallida manfrina
osa indossar Matteo la mascherina

di Borsellino il prode magistrato
vittima della mafia e dello Stato.
La mascherina che sostituisce
quella di Donald Trump a stelle e strisce

che indossa spesso il truce sovranista
delle più turpi azion sempre regista.
Sotto due maschere lo stesso ghigno,
sempre più bieco, sempre più maligno.

È il ghigno che il malvagio ha palesato
dicendo nel dibattito al Senato
alla Segre, la senatrice a vita,
la frase atroce dalla bocca uscita

di Beppe Grillo, re dei trasgressori:
“Non muoion mai a vita i senatori
o almeno muoiono ma troppo tardi”,
quando diventano più che vegliardi.

Se questo è un uomo è chiara la morale:
dell’uomo è molto meglio l’animale,
lo squalo, il porco, il lurido sciacallo,
la iena ed il verme verde e giallo.

23 gennaio 2021

San Matteo e l’arcangelo Michele

Renzi al generale al telefono: “Letta incapace, B è con me”.
(il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2015)
Guardia di Finanza, schiere di democrat per Adinolfi. Messaggi e cene per aiutare l’amico.
(ibidem)
Dalla Provincia a Palazzo Chigi, tutti i guai e i pasticci di Renzi.
(il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2015)
“Adinolfi favorì Renzi, ora la Procura indaga.
(il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2015)
Tutti i finanziamenti a Renzi. Ecco le denunce dimenticate.
(il Fatto Quotidiano, 29 agosto 2015)

San Matteo e l’arcangelo Michele

Strano, ma nessun ne parla.
Han beccato Mister Ciarla
a parlare al cellulare
con Michele, un suo compare

alla Guardia di Finanza.
Adinolfi è un uom di panza
che a Firenze fu per anni
di boss regional nei panni,

di Matteo già grande amico,
prima che fottesse Enrico,
grazie a Lotti, il lampadina.
Matteo Renzi che combina

con l’amico al cellulare?
Gli racconta il triste affare
dell’enricostaisereno
che ti fotto in un baleno!

“Il premier è un bravo ragazzo,
però non combina un cazzo,
non sa proprio fare niente
e sarebbe un Presidente

molto adatto per lo Stato.
Con Re Giorgio ne ho parlato:
“Lo cacciamo da premier
e gli promettiamo che

quando compie cinquant’anni
vestirà i tuoi stessi panni,
al tuo posto in Quirinale”.
Giorgio ci è rimasto male,

poiché troppo tempo manca
e lui che già adesso arranca
vuole dar le dimissioni.
Perciò tutti i dì son buoni

per cacciare dal Palazzo
Letta Enrico e poi mi piazzo”.
Adinolfi n’è estasiato,
Letta non gli è mai garbato

poiché da premier gli nega
quella altissima cadrega
della Guardia di Finanza
che lui vuol con arroganza.

Per la gioia quasi schiatta:
“Ti ho mandato una cravatta
dai colori rosso e nero
con l’augurio più sincero

per il compleanno d’oggi.
Spero ben che tu la sfoggi,
un cadeaux non si rifiuta”.
E “Ciao stronzo!” lo saluta.

“Pensar mal sembra un peccato,
ma sovente non è errato…”,
disse un dì Giulio Andreotti,
grande amico di picciotti.

Perché dei copiosi esposti
sugli strappi molto tosti
di Matteo, alla Procura
nessun mai si prese cura?

E l’affitto non pagato
a un amico assai gravato
dal conflitto di interessi?
Perché tutti pesci lessi

sulle tante associazioni
e le strane fondazioni
fatte con i suoi compari
alla caccia di denari?

Perché tanta soavità
sui problemi del papà,
fra gestioni furbacchiotte,
intrallazzi e bancarotte?

Non sarà che il buon Michele,
con le massime cautele,
abbia soffocato tutto
per salvare il tosco putto?

Chi ha fermato la Procura?
Adinolfi o addirittura
l’ex Procurator Quattrocchi
che ha trovato nuovi sbocchi

e, approdato alla pensione,
guarda la combinazione,
fa in Comune il consulente
di un Nardella un po’ scadente?

Ora la Procura indaga.
Sanerà la vecchia piaga?
La Giustizia l’avrà vinta
o sarà una cara estinta?

blog MicroMega, 31 agosto 2015

Val più lo zio di Santo Pio

De Girolamo registrata: “Stronzi, comando io”. Gli incontri del 2012 nella casa del padre “captati da un dirigente Asl e finiti nelle carte di un’inchiesta sulla Sanità campana.
(il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2014)
Mastella sul caso De Girolamo: “Avessero beccato me sarei già finito in galera”.
(il Fatto Quotidiano, 5 gennaio 2014)
De Girolamo, ecco il contratto che prova il favore allo zio. Il parente del ministro voleva il bar del Fatebenefratelli. Lei “invocò” un’ispezione per accelerare la cacciata del rivale e alla fine anche i frati l’accontentano.
(il Fatto Quotidiano, 9 gennaio 2014)
Mai pagata la multa alle bufale.
(ibidem)
E il ministro si infuria via sms con Mastella. “Sei una merda!”
(la Repubblica, 11 gennaio 2014)
Carfagna scarica Nunzia, Mastella la querela.
(il Fatto Quotidiano, 11 gennaio 2014)
“De Girolamo in Parlamento”. Il Pd chiede chiarimenti e sul rimpasto ora è pressing.
(la Repubblica, 12 gennaio 2014)
Mastella. “Ha comprato i miei fedelissimi, si salva solo perché ha sposato Boccia”.
(la Repubblica, 13 gennaio 2014)

Val più lo zio di Santo Pio

Dice Mastella, il ras di Ceppaloni:
“Avessi detto quel che Nunzia ha detto,
ora mi troverei nelle prigioni
in conseguenza d’un duro verdetto”.

Ma Nunzia De Girolamo, furente,
lo chiama prontamente al cellulare:
“Sei una merda, caro il mio Clemente
ed il Signor te la farà pagare!”

Di un altolà il dubbio non la assale:
sta al governo con Senzaquid Alfano
di Enrico Letta ormai fedel sodale,
ha un ottimo rapporto col caimano

che la promosse nei lontani dì
a far politica nel Pdl,
moglie di Boccia, stella del Pd,
pensa: “Dalla poltrona chi mi svelle?

Sono un tal simbolo di larghe intese
che, pur intrallazzando fortemente
per nomine, parenti, gare e imprese,
sempre sarò dabbene ed innocente!”

Ne ha fatta della strada la sannita
che il caimano ha scovato a Benevento,
dal giorno in cui, discreta e un po’ smarrita,
esordì deputata al Parlamento.

Per fisico e per viso, neo Carfagna,
Nunzia, molto devota di San Pio,
fu una politica senza magagna
soltanto fino a che spuntò lo zio…,

che s’invaghì del bar dell’ospedale
Fatebenefratelli-Sacro Cuore.
I frati son padroni del locale
e il fratello di zio che era il gestore

per volere di Nunzia va cacciato.
Per risparmiar, fra’ Pietro Cicinelli
tarda nel realizzare l’auspicato
scambio della gestion fra i due fratelli.

Presenti tirapiedi ed avvocati,
galoppini dell’Asl e portavoce
che a casa del papà son radunati,
“Mi han preso per il cul! – dice feroce –

Son degli stronzi e debbono capire
che qui comando io e che non mollo!
‘Sti frati sono tirchi da morire,
vaffanculo, mandiamogli un controllo!”

Ecco il controllo, viene chiuso il bar,
al gestore fra’ Pietro dà lo sfratto
mentre lo zio comincia ad incassar
e alla cugina intestano il contratto.

Poi c’è la storia delle mozzarelle
a un amico di Nunzia sequestrate
nel suo negozio per le marachelle
che un tecnico dell’Asl ha rilevate.

“Almeno risparmiare la sanzione,
visto che il cacio ormai distrutto andò…”.
Guarda il caso, ma senza una ragione
quella sanzione mai nessun pagò.

Nel frattempo dell’Asl il controllore,
non si sa ben perché, viene punito.
Chi di Nunzia tocca gli amici muore,
di certo senza che Lei muova un dito…

Sempre sul tema della Sanità,
per fare il bando del 118
ed aprir nuovi uffici qua e là,
Nunzia, alternando “Stronzo!” e “Me ne fotto!”,

vorrebbe bypassar qualunque gara
e aprir sòlo dai sindaci fedeli,
intrallazzando senza far cagnara
ma con lo stomaco pieno di peli.

Un giorno confessò, così si dice:
“Io che sono cattolica profonda
e, purtroppo, discreta peccatrice,
so che il pregar tutti i peccati monda…”.

Ma questa volta pare che San Pio
non basterà a salvare la sannita
dal pagar finalmente il giusto fio,
di una condotta assai disinibita.

Il Colle tace, Letta fa il rimpasto:
“Scusami, Nunzia, certo non vorrei…”.
Renzi leva la bocca dal suo pasto,
satollo, si è magnato pure Lei!

blog MicroMega, 15 gennaio 2014

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