Il piccolo tiranno fiorentino

Arcore sedotta dal “nemico”. Anche Pier Silvio confessa: “Tifo per Matteo, durerà 20 anni”.
(la Repubblica, 3 luglio 2014)
Democrazia autoritaria.
(il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2014)
L’economista Marco Vitale. Una assemblea costituente contro il progetto piduista.
(il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2014)
Via libera al nuovo Senato. Renzi: “Basta tabù, si cambia. Io autoritario? Mi fa ridere”.
(la Repubblica, 11 luglio 2014)
Il giurista Massimo Villone. “E’ una bestemmia alla Costituzione”.
(il Fatto Quotidiano, 11 luglio 2014)
Gustavo Zagrebelsky. “Gentile Boschi, le vostre riforme sono autoritarie”.
(il Fatto Quotidiano, 13 luglio 2014)
Piduisti a loro insaputa.
(il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2014)
Stefano Rodotà. “Avremo un governo padrone del sistema costituzionale”.
(ibidem)

Il piccolo tiranno fiorentino

Riduttivo è il parlar d’eredità,
il guitto fiorentin, per quel che dice,
per quello che promette e quel che fa,
è il Cavalier, dai piedi alla cervice.

Le tecniche d’azion sono le stesse:
stregare i creduloni con i sogni,
abbindolarli al suon delle promesse,
far finta di risolverne i bisogni,

il tutto per il bene del Paese.
In realtà la ragione non è quella,
ma il superego di un briccon palese
che nostro salvatore si gabella.

I credulon non stanno solo a dritta
come avvenne per Silvio Berlusconi.
Stan pure a manca e danno, in mandria fitta,
fiducia al fanfaron dei fanfaroni.

Il quale è bravo assai, questo va detto,
al punto che la gang del Cavaliere
vorrebbe avere il fiorentin ducetto
di Forza Italia come timoniere.

Gli disse Berlusconi: “Mi assomigli”
ad Arcore nei giorni dei preludi.
E lo apprezzano alcuni dei suoi figli.
Piace a Marina e a suo fratello Dudi:

“Dopo papà, mi sembra sia il più bravo
e spero metta fine ai tempi bui.
Io per quello che fa non solo sbavo,
ma con tutto il mio cuor tifo per lui!”

Piace a Barbara: “Vuol cambiar le cose,
da lui mi sentirei rappresentata”.
Piace a Francesca che al caimano impose,
ad elezion primaria conquistata,

una chiamata per i complimenti.
Renzi non piace solo ai famigliari,
piace pure ad amici e conoscenti
che con il Cavaliere fanno affari.

Doris: “Io faccio il tifo per Matteo”.
Confalonieri: “E’ un Silvio giovinetto”.
Lo assumerebbe al vol Dell’Utri, il reo.
Sandro Bondi: “Con lui feeling perfetto!”

Piace a Briatore che lo vuol votare.
Per Signorini, il direttor di Chi,
alla pancia di tutti sa parlare.
E Lele Mora infin lo definì:

“Uno strafico molto seducente
e con viso ch’è molto sensuale”.
Mentre si accinge tutta questa gente
a salir, nel tripudio generale,

sopra il carro del fiorentin portento
che verso un alto precipizio avanza,
nel Paese si annuncia il lieto evento:
la dittatura della maggioranza.

Poiché portano a questo le riforme
frutto del patto con il piduista,
dei moniti da un Colle che non dorme
e della consulenza di un leghista

che per le sue porcate è a tutti noto.
Il Piano di rinascita di Gelli
con Matteo Renzi si è rimesso in moto
e la democrazia farà a brandelli.

Non sarà né un Benito né un Baffone
né un Hitler né un Peron con la sua Evita,
ma avremo, grazie al tosco fanfarone,
la dittatura della ribollita.

blog MicroMega, 15 luglio 2014

Adesso viene il bello!

Adesso viene il bello!

Dopo vent’anni Silvio Berlusconi
ogni giorno ci appar più disperato,
mentre si ferma a tutte le stazioni
della via crucis verso il suo commiato.
Scajola, il suo compare, sta in galera
e Dell’Utri, che è quasi un suo fratello,
quanto prima ci andrà su una pantera.
Altri sodal son pronti al chiavistello,
a cominciar da Fitto, il ras pugliese.
Alcuni amici se ne sono andati
per salvar, con le mini larghe intese,
le poltrone su cui sono inchiodati.
Perfino Bonaiuti se ne andò,
il fedelissimo suo portavoce,
mentre Bondi che tanto lo leccò
medita di lasciarlo, un caso atroce.
Le Olgettine son sparse per il mondo,
non più burlesque, non più cene eleganti,
restan Francesca, quel cagnetto immondo,
Toti ed un altro paio di badanti.
I tribunali son sempre in agguato
con la prostituzione minorile,
la concussion, gli acquisti del Senato.
Ogni giorno un sondaggio un po’ più ostile.
Va alla caccia di candidi elettori
con le vecchie promesse di dentiere,
con la storia di golpe traditori
e l’incontro coi cani del quartiere.
Il servizio social, pur se ridotto,
di Silvio limita la libertà
e lui si sente come un galeotto
che a pane ed acqua in una cella sta.
A chi lo ascolta pare uscito pazzo
poiché non sempre ha senso quel che dice
nell’alternar del guitto lo strombazzo
con il mugugno d’un vecchio infelice.
Per chi lo ha combattuto per vent’anni
sembrerebbe il momento del successo
con la fin delle angosce e degli inganni.
Illuso, perché il bello viene adesso!
A giorni arriva il voto per la Ue
e un trivio si presenta all’elettore:
qui la vittoria dei grillini c’è,
là c’è il trionfo del rottamatore
ed in mezzo sta un sostanzial pareggio.
Per quanto abbiamo visto fino ad ora
la vittoria di Grillo e Casaleggio
non può che portar tutto alla malora.
Non si governa solo con la scopa,
sol con i kamikaze e le invettive,
fuori dall’euro e fuori dall’Europa
non c’è niente da fare, non si vive.
Col pari tornan Silvio e il dèjà vu,
l’inciucio col governo a larghe intese
poiché il Re che comanda da lassù
per fotter Grillo impone il vecchio arnese.
Ma se vince il Pd cosa succede?
Vien dopo Berlusconi il Berluschino
che ne diventa ufficialmente erede,
pur senza la Pascale e il barboncino.
Il megalomane, Napoleone,
il Salvator toscano, il capo banda,
il giustizier della Costituzione
che promette di fare e poi rimanda,
il superego della parrocchietta,
l’incrocio fra la Tatcher e quel Blair
che fu per la sinistra la disdetta,
colui che dichiarando il suo voler
di conquistare i voti del caimano
per la sinistra un sacco d’odio svela,
sarà il nuovo miracolo italiano?
Occhio al teschio… Da usare con cautela!

blog MicroMega, 21 maggio 2014

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