Per Elisa

Elisa dice addio all’amore sovranista con una foto di Salvini sul lettone.
(la Repubblica, 6 novembre 2018)
Caro Salvini, ora la pacchia è finita: la vendetta di Elisa.
(il Fatto Quotidiano, 6 novembre 2018)

Per Elisa

La notizia è spaventosa:
cuoca Elisa, fascinosa
conduttrice alla tivù,
al cazzaro ha dato il blu

ed il povero figliolo
è rimasto tutto solo
nel lettone al Viminale
con scaldin, sveglia e pitale.

Su Instagram l’ultimo addio:
par distrutto il semidio,
sprofondato nel torpore
dopo il fuoco dell’amore

mentre la leggiadra star
con ironico guardar
sembra dire: “Tutto qui?”
al padan chicchirichì.

Quattro anni son passati
dal dì in cui si son baciati
su Chi per la prima volta
e lui disse: “Elisa, ascolta

quanto il cuor mi batte in petto,
come nel veder Maometto”.
Dopo i primi gran falò
“C’è una chimica affermò…”

a quel tempo il tenerone
che non perse l’occasione
di mostrarsi con la star
in città, sui monti e al mar,

suo secondo paladino
dopo Zen, il barboncino.
A Venezia al Festival,
a Cernobbio padronal,

allo show di Vasco Rossi,
a Sanremo coi colossi
dell’italico cantare,
a Milan, quella sul mare,

con le coccole di fuoco,
alla sua Ptova del cuoco
ed a Cervia dal Pirata.
Poi, ahimè, l’ha trascurata.

Notte e giorno con Di Maio
per sanare qualche guaio,
summit con il presidente,
selfie e abbracci con la gente.

Oggi con Giorgetti e Tria
a parlar di economia
e doman da Mattarella
a sentire quanto è bella

questa Europa che gli schifa.
Posdomani Matteo tifa
per il Milan a San Siro
mentre ieri alzava il tiro

sui migranti che in crociera
stan lontan dalla galera.
Va a Venezia per fermare
con le mani nude il mare

a evitare l’acqua alta
e poi a Belluno salta
a portare via gli abeti
alti come minareti

abbattuti dal tifone.
Instancabile il campione
va a Palermo di volata
nella villa confiscata

alla mafia dai caramba,
come sempre molto in gamba.
Corre ovunque il giovinotto
con T-shirt da poliziotto

o da protezion civile,
il vangel da baciapile
e il rosario benedetto.
Mente lei va sola a letto,

lacrimuccia sulla gota,
nella casa sempre vuota.
Basta far la stiratrice!
Del cazzaro la camicie

son finite tutte a terra
mentre il cellulare afferra
ed annuncia al troglodita:
“La tua pacchia è già finita!”

blog MicroMega, 12 novembre 2018

Il pifferaio tragico

Salvini ministro in fuga (dal Viminale) in tre mesi 60 tappe per show e feste.
Dai bagni in piscina ai comizi al premio alla fidanzata: nel tour infinito del leader leghista poco tempo alle riunioni sui problemi da risolvere.
(la Repubblica, 1 settembre 2018)
Il santo patrono (verde) del popolo.
(il Fatto Quotidiano, 5 settembre 2018)

Il pifferaio tragico

Il lavoro al Viminale
forse è troppo cerebrale
per un vil nullafacente
come il vice presidente

e perciò il prode Matteo
ogni dì fa marameo
a va farsi i cazzi suoi
per ampliare il parco buoi

coi patetici coglioni
pronti a fare i boccaloni.
Va a Pinzolo il capitano
dove con la canna in mano

s’improvvisa pescatore.
Nudo il petto, ma che orrore
senza neanche una lacoste!,
sbafa a Lesina aragoste.

E poi tuffo con nuotata
nella vasca sequestrata
ai mafiosi a Monteroni.
Quindici le apparizioni

alle feste della Lega.
Anche al Palio non si nega
di una Siena ormai leghista.
Vola a Mosca comunista

a tener per il croato
nel mondiale campionato
dove al gioco del pallon
vince Emanuel Macron.

Cena a casa di Bocelli,
a Conselve fa sfracelli
contro la magistratura
che di lui troppo si cura

perché par faccia crepare
i migranti in mezzo al mare.
In Calabria piomba a Reggio
dove il mago del cazzeggio

corre, mangia una granita
e, leccatesi la dita,
vola a Palmi come un razzo
dove inaugura un palazzo

confiscato a quei mafiosi
che lo votan generosi.
Va poi a San Ferdinando
dove finge star pregando

per quell’immigrato nero
che han mandato al cimitero.
Lo vediamo sullo schermo
alla fiera di San Fermo

a Nerviano in Lombardia
e poi in lieta compagnia
alle Tremiti e a Venezia
con Elisa, dolce spezia,

che è premiata a Donna e Diva
con i fan che fanno evviva.
A Milan, quella col mare
ove in moto d’acqua appare,

grida: “Viva la Romagna!”
poiché per Maiorca in Spagna
è persona non gradita,
gli spagnoli l’han capita.

Ogni giorno un nuovo viaggio:
va a Viareggio, Caravaggio,
Fermo, Modica, Catania,
corre ovunque, ovunque smania.

Ed infine c’è Viterbo:
sembra un dio che svela il verbo
nella santa processione
con migliaia di persone

strette attorno al baldacchino
che accompagnano il cammino
dell’amata santa Rosa.
L’impressione è spaventosa.

Donne urlanti ed invasate
nel lodarlo scatenate:
“Matteo, grande!” “Siam con te!”
che gli sporgono i bebè

che gli tendon la manina
quando il santo si avvicina.
Vecchi applaudono commossi
fino a avere gli occhi rossi.

L’ineffabile ducetto
con le man giunte sul petto
li ringrazia all’orientale,
inchinandosi curiale.

Le man stringe da rockstar
e alle donne fa brillar
lacrimon da svenimento.
Batte il cinque ogni momento

con gli uomini con stile
franco, complice e virile.
Pensar che tal troglodita
abbia vinto la partita

del governo del Paese,
pensar che un tale arnese
osannato dalla gente
sia da vice presidente

destinato a un gran futuro,
pensar che tale figuro
possa diventar premier
poiché un popolo lacchè

crede che sia il salvatore,
fa gridare con furore:
“Quando un popolo è coglione
va a puttane una Nazione!”

blog MicroMega, 14 settembre 2018

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