Bonus, ergo sum

Bonus, lite Renzi-Grasso. “Dal Senato falsità, la risposta in un dossier”. Il premier contro il Servizio Bilancio di Palazzo Madama e twitta il cedolino: gli 80 euro ci sono, la copertura anche.
(la Repubblica, 10 maggio 2014)
L’ira dei tecnici: solo Tremonti ci ha trattato così.
(ibidem)
80 euro. Scontro Renzi-Grasso. Arriva il cedolino elettorale.
(il Fatto Quotidiano, 10 maggio 2014)

Bonus, ergo sum

Va capito il toscano fantasista,
il mago Silvan della parrocchietta,
dei fuochi artificial lo specialista,
delle riforme l’uomo mitraglietta:

nei suoi primi due mesi faticosi
di tangibile non ha fatto niente,
se non gli ottanta euro ormai famosi
che hanno eccitato il popolo plaudente.

Il fatto che qualcuno li discuta
lo fa incazzare come e più di un puma
ed il giovane premier si tramuta
in un ultras il qual di rabbia schiuma:

“Tutti quelli che al bonus son contrari
son sciacalli, palude, rosiconi,
sono soloni, gufi, miliardari,
conservator nonché professoroni!”

Il Servizio Bilancio del Senato
ha scritto: coperture insufficienti
e quel che ha scritto lo ha documentato
con persuasivi e validi argomenti.

I dubbi son le entrate sulle quote
di rìvalutazion di Bankitalia,
la caccia all’evasion che da remote
stagioni ogni governo tiene a balia

nonché l’Iva sui debiti di Stato.
Ci sono o non ci son le coperture?
Son reali o qualcosa si è inventato?
Valgono pur per le stagion future?

Del Servizio Bilancio questi appunti
che privan delle stimmate il ragazzo
strappandogli i miracoli presunti,
lo spingono a insultar senza imbarazzo:

“Tecnicamente false affermazioni
di questa miserabile accozzaglia
di burocrati inutili e poltroni
che a me ed al mio governo dan battaglia

poiché voglio il Senato sia abolito!”
Nella caccia al consenso elettorale
si muove questo giovane impunito
come fece il caimano, tale e quale.

A suon di annunci, chiacchiere e promesse
spara cazzate come il Cavaliere
quando volle che l’Imu si togliesse
per tentar di riprendere il potere.

Ognun ricorda l’Imu che per Letta
era il maggior dei diktat del caimano
del quale cucinava la ricetta
sotto il controllo di Napolitano.

“La tolgo”. “No, la modulo soltanto”.
“La tolgo tutta”. “No, solo la metà”.
“Ne tolgo un po’, ma non so ancora quanto”.
“No, il Tesoro mi ha dato l’altolà”.

“La aumento ai ricchi e ai poveri la levo”.
“No, Berlusconi vuol sia tolta a tutti”.
“Ok, purché il governo sia longevo”.
“Marcia indietro, la Ue par che rilutti”.

“La tolgo, cambio il nome e la rimetto”.
?La abolisco ed aumento un’altra tassa”.
La diatriba durò qualche mesetto
e di Letta ci resta la carcassa.

Per il bonus la storia è proprio eguale,
però non l’ha promesso Berlusconi,
ma per il suo trionfo elettorale
Matteo Renzi, il campion dei fanfaroni.

Queste promesse sono doppio taglio:
nell’immediato fanno un bell’effetto,
ma, una volta passato il primo abbaglio
e consumato il mini gruzzoletto,

è chiaro che era un gioco di prestigio.
Il giocoliere fu veloce assai,
ma non ha fatto, ahimè, nessun prodigio:
nella merda dov’eri ancora stai!”

blog MicroMega, 15 maggio 2014

Stabilità da cimitero

Il trionfo di Renzi: cambio subito il Pd.
(la Repubblica, 9 dicembre 2013)
Trionfo Renzi. Battuti Letta e il Colle.
(il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2013)
Renzi: cambio io la legge elettorale.
(la Repubblica, 10 dicembre 2013)
La carica della “generazione Erasmus”, età media 36 anni, donne in maggioranza.
(ibidem)
Forconi in piazza: scontri e blocchi in tutta Italia.
(ibidem)
Renzi: “Ora comando io”.
(il Fatto Quotidiano, 10 dicembre 2013
Berlusconi si fa avanti con Grillo: “E’ l’occasione per mandare tutti a casa”.
(la Repubblica, 11 dicembre 2013)
Il vizio dell’8 settembre.
(ibidem)
Assalti a negozi e aziende. Anche B. con i forconi.
(il Fatto Quotidiano, 11 dicembre 2013)
Letta prova a resistere e promette miracoli.
(il Fatto Quotidiano, 12 dicembre 2013)

Stabilità da cimitero

E’ un brutto affare quello dei forconi,
poiché popol chiamare certa gente
è degno sol di Grillo e Berlusconi
in politica coppia dirompente.

Ma è pur vero che sono scesi in piazza
non sol professionisti del casino,
teppa, spacca-vetrine con la mazza
al seguito di qualche leaderino,

ultras del calcio, casa Pound, fascisti,
cobas del latte, vil sobillatori,
ma precari, ambulanti, camionisti,
padroncini, insegnanti, agricoltori,

autisti pubblici, disoccupati,
lavoratori autonomi, studenti,
tutta la massa dei dimenticati
da una politica causa degli stenti,

capace di produrre sol promesse,
alle banche quattrin, lavoro nero,
fiducie sì, ma a malincuor concesse,
tasse, precarietà, sviluppo zero,

senza un domani, senza una speranza.
Riforme, crescita, legalità,
all’evasion fiscal guerra ad oltranza,
alla politica soldi metà,

lavoro ed assai meno diktat Ue
son quanto Enrico Letta ci promette
anche se tutti hanno capito che
del burattin di Giorgio le ricette

sono purtroppo scritte sulla sabbia
e un po’ di vento, ahimè, le fa sparire.
Niente stupor perciò che per la rabbia
arrivino i forconi a impensierire

chi ha portato il Paese a questo punto,
detto stabilità da cimitero.
Ma in questi giorni sulla scena è giunto
Matteo Renzi, il novello condottiero.

Convention, staff, rivoluzione rosa,
eventi cool, start up, innovazione,
giovani, slogan, musica chiassosa
daranno la salvezza alla Nazione.

La legge elettorale è quasi pronta,
i deputati ormai son la metà,
del Senato non resta che l’impronta
e la Merkel si è rassegnata già

a fare quel che vuole il giovinetto.
I posti di lavoro stan crescendo
ed il contratto che firmò il ducetto
a Porta a porta stanno rileggendo.

Non appena si renda necessario
i pani e i pesci moltiplicherà,
per non rischiare spianerà il Calvario
e su Arno e Tevere camminerà.

“Forconi, stop! Adesso c’è Matteo!
Per far casin potete andare al Colle
e se vedete il Re partenopeo
spiegategli che può stare in panciolle!”

l’Universale,  14 dicembre 2013

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